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sabato 15 dicembre 2007

I TRE MAXI EMENDAMENTI DELLA FINANZIARIA

da kataweb

(Emendamenti del Governo alla finanziaria alla Camera 13.12.2007)

Tre maxi emendamenti del governo, per un totale di più di 1000 commi. E’ come è stata fissata la finanziaria 2008, all’uscita dalla Commissione Bilancio della Camera per essere votata dall’Aula con solo 4 voti: 3 voti per gli articoli e uno per la votazione finale. Sui tre maxi emendamenti, depositati dal governo nella seduta dell’Aula Camera del 13 dicembre è stata posta la fiducia che verrà votata nella giornata di venerdì 14 novembre. Uscirà nei fatti una finanziaria a 360 gradi. Le misure principali vanno dalla previsione di un apposito fondo da destinare alla riduzione della pressione fiscale per i lavoratori dipendenti nel caso di un extra gettito nel 2008 allo sconto per l’ICI per la prima casa; da nuove risorse per il trasporto pubblico locale finanziato con la compartecipazione delle regioni alle entrate derivanti dalle accise sul gasolio per autotrazione ad una serie di incentivi fiscali per il cinema. Numerose assunzioni sono previste per potenziare le attività e gli organici dell’Agenzia delle entrate, dei Vigili del Fuoco, del Corpo forestale dello Stato, degli ispettori del lavoro, dell’Agenzia delle dogane, delle forze di polizia. Viene poi affrontato tutto il capitolo dei costi della politica e degli apparati burocratici, dal tetto dei manager pubblici che non potranno superare lo stipendio del primo presidente di Cassazione, lasciando per alcune categorie la possibilità di arrivare al doppio dello stipendio, al contenimento degli incarichi, del lavoro flessibile e straordinario nelle pubbliche amministrazioni. Ma si fanno rivivere anche alcuni enti soppressi: come l’Ente per la Montagna. Nutrito è anche il pacchetto per l’ambiente che prevede misure volte a orientarsi sempre di più verso il protocollo di Kyoto, e verso un maggiore accesso alle risorse idriche. Infatti viene istituito un fondo per promuovere progetti in tal senso, alimentato dal contributo di 0,5 centesimi di euro per ogni bottiglietta d’acqua minerale o da tavola in materiale plastico venduta al pubblico. Previsti incentivi all’occupazione nelle regioni meridionali mediante un credito di imposta, per il triennio 2008-2010, di 333 euro per ciascun lavoratore assunto e per ciascun mese. In caso di lavoratrici donne il credito d’imposta sale a 416 euro. Infine viene introdotto nel nostro ordinamento la cosiddetta “class action”, ovvero l’azione collettiva risarcitoria nei confronti delle imprese.
La Camera presumibilmente dovrebbe terminare i lavori sulla finanziaria nella notte di sabato 15 dicembre. (14 dicembre 2007)

giovedì 13 dicembre 2007

EFFETTO TIR: CONSUMATORI, AUMENTI FINO AL 20%,record di rincari per frutta e verdura.Ma possibile ché siamo sempre noi chè dobbiamo pagare per tutti?

 

(Io dico,i camionisti hanno fatto giustamente i loro interessi ,ma perchè deve pagare sempre il comune cittadino ,non mi riferisco sono in questo caso,ma è in ogni circostanza chè si vede,se scioperano i benzinai aumenta la benzina,l'assicurazioni auto aumentano gli chiedi come mai,rispondono"sa per via del decreto bersani"i mutui i tassi non fanno ancora in tempo a variare che la rata gia aumenta.E quando si tratta invece di dare qualcosa hai cittadini fanno orecchie da mercante,tipo c'è una legge che il mutuo si cambia senza notaio,ma nessuno la applica ,dovremmo farlo anche noi tipo,in questo caso ieri la frutta costava 5 euro oggi 6 euro uno va alla cassa e gli da 5 euro e basta ,ma no noi non si puo fare te lo immagini il casino che succederebbe. Vabbe piccolo pensiero personale)

 

da Repubblica

Dopo il danno la beffa: sui prezzi arriva l'effetto Tir. Il blocco degli autotrasportatori ha infatti aperto un altro fronte: quello delle speculazioni sui prodotti agroalimentari che faranno sicuramente piu' caro il Natale, anche perche' tale tendenza dovrebbe proseguire nei giorni che precedono l'inizio delle feste. Gia' da questa mattina nei mercati si registrano al consumo impennate dei listini, soprattutto per la verdura e la frutta, con punte del 15-20 per cento rispetto alla scorsa settimana. E poi c'e' il rischio che sugli scaffali arrivino alimenti la cui qualita' e' stata irrimediabilmente compromessa perche' rimasta per troppo tempo nei camion a causa del fermo dell'autotrasporto. E' quanto sottolinea la Cia-Confederazione italiana agricoltori, secondo la quale per la prima merce che e' arrivata sui mercati (ortaggi e verdura, insalate, spinaci, sedani, finocchi, cavolfiori), i prezzi sono lievitati oltre il 20 per cento, con punte anche del 50 per cento. Per il Codacons, a Roma,gia' si registra un aumento nel prezzo dei prodotti ittici, soprattutto per il pesce fresco e le vongole, valutabile nell'odine dei 50, 70 centesimi di euro. L'associazione sta, in queste ore, monitorando la situazione dei prezzi al consumo ed ha attivato a questo scopo una mail alla quale i cittadini possono inviare segnalazioni riguardanti aumenti superiori al 10%. Dal mercato di Fondi a Latina nel Lazio a quello di Vittoria a Ragusa in Sicilia fino a quello di Bologna si segnala ancora mancanza di prodotto anche se sono partite le prime spedizioni per l'Italia e all'estero dove gli scaffali lasciati vuoti dal prodotto italiano rischiano di essere riempiti rapidamente - sottolinea la Coldiretti - da prodotti dei paesi concorrenti come nel caso degli agrumi provenienti dalla Spagna con un danno difficilmente recuperabile. Anche secondo l'Adoc, a causa dello sciopero degli autotrasportatori, si registrano forti aumenti per i prodotti freschi come frutta e pesce e i prodotti tipici natalizi. In particolare, tra lunedi' e ieri il prezzo medio dei prodotti ortofrutticoli e' aumentato del 5%, al banco del pesce il rincaro e' lievemente maggiore, del 6%. In su anche i prezzi di salmone (+3,5), dei gamberoni (+8,3), del melone (+8,4%) e dei mandarini (+3,5). Inoltre le lenticchie, uno degli alimenti natalizi per eccellenza, e' addirittura aumentato del 19,4%, arrivando a costare 4,30 euro al chilo. L'Adoc evidenzia come ad essere stati colpiti dallo sciopero risultino essere principalmente i discount. (AGI) - Roma, 13 dicembre

mercoledì 5 dicembre 2007

Padoa-Schioppa: "Per il risanamento serviranno 10 miliardi l'anno per tre anni.(ma il tesoretto che fine a fatto)

a repubblica

E quindi, ha sottolineato il ministro, "Non ci saranno altri tesoretti da spendere"

(anche se non si sa di preciso che fine abbiano fatto i vari tesoretti)

 

Nel prossimo triennio (2009-2011) occorrerà "recuperare risorse non inferiori ai 10 miliardi annui" per annullare il disavanzo e per fare fronte a spese che lo Stato non può evitare come quelle per infrastrutture, Poste, Fs, Contratti del pubblico impiego. Lo ha detto il ministro dell'Economia Tommaso Padoa-Schioppa, intervenendo all'inaugurazione dell'anno accademico della scuola di Polizia tributaria della Guardia di Finanza.
"Per annullare il disavanzo dovremmo, in ogni anno dal prossimo triennio (2009-2011), compiere correzioni strutturali di bilancio pari a circa mezzo punto percentuale di Pil rispetto all'andamento a legislazione vigente: circa 7-8 miliardi", ha spiegato Padoa-Schioppa.
E tuttavia tali risorse economiche non andranno reperite dalle tasche dei contribuenti: "Non possiamo, non vogliamo far fronte all'impegno del risanamento aumentando le tasse", ha assicurato il ministro. "Il carico fiscale che grava sui cittadini e sulle imprese che adempiono al loro dovere è già elevato e dobbiamo prefiggerci, come stiamo facendo, di ridurlo - ha aggiunto - Le entrate che stiamo recuperando con i successi sul fronte della lotta all'evasione le dobbiamo destinare in materia predominante a ridurre le tasse sulle famiglie e imprese".
Di conseguenza, "Non ci saranno nuovi tesoretti da spendere", ha ribadito Padoa-Schioppa. E inoltre le risorse che mancano per riportare i conti pubblici in equilibrio "dovremo cavarle fuori dal bilancio pubblico, non dai bilanci di imprese e famiglie", ha aggiunto il ministro. Insomma, ha sintetizzato Padoa-Schioppa, "non abbiamo altra strada che il contenimento della spesa pubblica".

 

Anche perché "è semplicemente impensabile che l'economia possa riprendere slancio se il settore pubblico non aumenta in modo significativo la propria produttività, in rapporto tra quanto spende e quanto rende".
E invece, nel settore pubblico "per far fronte a nuovi bisogni, nuove priorità o nuove emergenze, si reagisce innanzitutto incrementando le spese", ha lamentato Padoa-Schioppa, rilevando come "questo atteggiamento si manifesta ogni anno in occasione della manovra di bilancio. Gli sforzi inesorabilmente convengono sulla richiesta di risorse aggiuntive. La Finanziaria diventa l'illusoria soluzione di tutti i mali".
"E' come se una famiglia continuasse a comprare pannolini, oltre che libri, al figlio divenuto quindicenne. O un'impresa automobilistica continuasse a produrre modelli con l'avviamento a manovella e i freni a tamburo", ha detto.

martedì 4 dicembre 2007

MUTUI: CONGELARE TASSI VARIABILI E RATE PER EVITARE INSOLVENZE A 3 MILIONI DI FAMIGLIE

da adusbef

COMUNICATO STAMPA
MUTUI: LO STILLICIDIO INFINITO DI AUMENTI DELL’EURIBOR, CHE PRODUCE DIFFICOLTA’ ENORMI AD ONORARE LE RATE,RINCARATE DEL 50-60%, DEVE PORTARE AD UN IMMEDIATO CONGELAMENTO DEGLI INTERESSI PER SALVAGUARDARE 3,2 MILIONI FAMIGLIE,INDEBITATE A TASSO VARIABILE,CHE PERDERANNO LA CASA.
ADUSBEF E FEDERCONSUMATORI CHIEDONO AL GOVERNO MISURE DRACONIANE.
P.L.,funzionario pubblico percettore di due discreti redditi in famiglia (circa 2.850 euro), fidandosi dei cattivi consigli della sua banca dove era correntista,che non concedeva tassi fissi, aveva acquistato una casa a Roma, stipulando un mutuo a tasso variabile fissato al 3,90% nel giugno del 2004,con una rata mensile di 1.260 euro. A novembre 2007 la sua rata mensile è aumentata a 1.902 euro, + 51% in soli 40 mesi, con un tasso del 5,70% diventato un vero e proprio incubo per effetto dell’euribor impazzito,che aumenterà ancora di più la rata di dicembre di ulteriori 45 euro. P.L ha finora pagato ricorrendo a prestiti e rinunce,ma ha segnalato stamane all’Adusbef,che da gennaio non sarà più in grado di onorare il debito ed ha già messo in vendita da giugno la sua casa dove abita,che nessuno vuole comprare,a meno che non la svenda.
L’incubo quotidiano per 3,2 milioni di famiglie, che hanno stipulato un mutuo a tasso variabile per precise responsabilità delle banche in presenza di irripetibili tassi fissi,quando tutti gli indicatori economici misuravano un imminente aumento del costo del denaro, non può continuare all’infinito con un’euribor impazzito, che anche ieri è salito ancora toccando il nuovo record dal 2001: il tasso interbancario infatti,utilizzato come base di riferimento per i mutui a tasso variabile, è avanzato infatti dal 4,822% di venerdì al 4,834% di ieri.
L’euribor schizzato fino a 0,68 euro in più in pochi giorni, che porta i tassi mensili al 6,5%, un vero record da 7 anni, per la micidiale miscela esplosiva derivante dalla sfiducia reciproca delle banche, che dopo la crisi dei sub prime americani si tengono il denaro raccolto ben stretto, sia per la grave crisi dei mercati, che nonostante i puntelli di liquidità delle banche centrali non viene riassorbita,che per l’assenza di un coordinamento delle autorità monetarie che continuano a rassicurare mentre le turbolenze continueranno almeno per tutto il 2008, deve portare ad un immediato congelamento dei tassi variabili e delle rate,per dare la possibilità alle famiglie indebitate di poter onorare i loro impegni con le banche e non perdere la casa costata sudore e rinunce.
A trend di crescita costante ed invariato,con una situazione che potrà solo peggiorare nel 2008, le famiglie italiane indebitate col variabile, già in grave sofferenza per la perdita del potere di acquisto, saranno impossibilitate a pagare rate più pesanti,con un salasso che può anche superare 1.000 euro l’anno,ossia nel peggiore dei casi anche 28.000 euro in più per chi ha sottoscritto un mutuo trentennale di 200.000 euro nel novembre 2005 e deve pagare ancora 28 annualità.
Per impedire un gravissimo disastro sociale di tantissime famiglie non in grado di sostenere oneri più elevati,con rate alle stelle e con un salasso che peserà per 35 euro su un mutuo decennale di 100.000 euro (420 euro l’anno); di 40 euro (+480 annuo) su un ventennale; di 45 euro/mese (54o euro l’anno) su un trentennale, Adusbef e Federconsumatori hanno avanzato oggi la richiesta al Governo di approvare un provvedimento urgente per congelare le rate dei mutui.
Le banche,che non applicano la legge (decreto Bersani sulla simmetria dei tassi,la surroga e la portabilità dei mutui) e che potranno usufruire di 1,2 miliardi di euro dalle nuove aliquote Ires ed Irap, una significativa innovazione “regalo” introdotta dalla Finanziaria 2008 con l'abbattimento di 5,5 punti dell'aliquota nominale che passa dal 33% al 27,5%, devono essere obbligate a farsi carico dei problemi di tantissime famiglie disperate che non riescono più a pagare le rate.
Del resto se anche il ministro del Tesoro americano Paulson,nella patria del liberalismo sta per imporre tale misura draconiana alle banche americane, non si capisce perché non si debba percorrere analoga strada per la responsabilità accertata delle banche italiane.

CANONE/TASSA RAI. L'ARROGANZA NON HA LIMITI. INAMMISSIBILE UN NOSTRO EMENDAMENTO ALLA CAMERA PER RAZIONALIZZARE E AUMENTARE IL GETTITO FISCALE

 

da aduc

Firenze, 4 Dicembre 2007. Nei giorni scorsi abbiamo fatto presentare alla Camera un emendamento alla Finanziaria (1) per cercare di razionalizzare e aumentare il gettito fiscale che deriva dalla riscossione del canone/tassa sulla Rai. Grazie agli onorevoli Donatella Poretti (RnP), Gianluca Pini e Stefano Allasia (Leganord), abbiamo chiesto che dalla legge del 1938 che disciplina il pagamento di questa tassa, fosse abrogata la parola "adattabile", si' da eliminare un'ambiguita' che da' filo da torcere a contribuenti e riscossori: la legge dice che la tassa e' dovuta per il possesso di apparecchi "atti od adattibili" alle trasmissioni tv, e questo, grazie a nostre specifiche indagini, fa si' che, relativamente all'opinione di un servizio regionale di riscossione piuttosto che un altro, venga chiesto il pagamento anche per il possesso di un videocitofono, telefonino, computer anche non collegato ad Internet, etc.. (2)
Nelle lettere che la Rai manda a casa per intimare il pagamento, per esempio, quest'ultimo e' richiesto per un computer generico, ma questa richiesta sparisce nella traduzione in inglese, francese, arabo e cinese della stessa lettera. Insomma un "bordello" che gli stessi uffici Rai, quando intrpellati nelle nostre indagini hanno saputo delle nostre iniziative, ci hanno incoraggiato per avere anche loro un minimo di certezze e quindi svolgere la loro attivita' in modo piu' mirato e proficuo e non a caso come oggi.
Ma abbiamo fatto i conti senza l'oste. In questo caso la Commissione Bilancio della Camera che ha dichiarato l'emendamento inammissibile per mancanza di copertura finanziaria. Eppure eravamo stati attenti nella presentazione: come si fa a calcolarla essendo una tassa non-dovuta, quindi non calcolabile nel bilancio dello Stato? Va bene che esistono amministrazioni comunali che fanno i bilanci con le previsioni degli introiti per multe da infrazione al codice della strada (e che per questo forse non ampliano mai i parcheggi...), ma che anche lo Stato determinasse un bilancio in questo modo, ci pareva bizzarro. Soprattutto se pensiamo che proprio di recente, con una nostra indagine, abbiamo rilevato come sul canone/tassa potrebbe essere incassato piu' di un miliardo di euro ma non viene preso in considerazione, pur -per questo- violando la legge e omettendo il proprio dovere di esattore di imposta (i canoni/tassa per le aziende, che vengono riscossi solo nella misura di circa il 2% [3]).
Ovviamente la non-amissibilita' per mancanza di copertura finanziaria e' una scusa: nulla secondo lo Stato e il Governo deve essere toccato in materia di Rai e di canone; l'equilibrio e' precario, politicamente e finanziariamente, e smuovere sarebbe pericoloso, anche se si incasserebbe un miliardo di euro in piu'. E un emendamento trasversale di tre onorevoli –volutamente silenti e complici della Rai quelli che non vi hanno voluto aderire- si puo' tranquillamente buttar via anche con motivazioni inesistenti e pretestuose.
Qui il nostro settore del sito Inrternet dedicato ad hoc, con le nostre indagini, le opinioni anche dei lettori e le normative: http://www.aduc.it/dyn/rai

domenica 2 dicembre 2007

Dal 2008 le dichiarazioni dei redditi viaggeranno on line

 

dal sole 24ore

 

Dal 2008 le dichiarazioni dei redditi viaggeranno solo on line. Sarà infatti eliminata la possibilità di consegnarle agli uffici postali e alle banche convenzionate. È una delle novità contenute in uno degli oltre 6.500 emendamenti alla Finanziaria per il 2008 presentati alla commissione Bilancio della Camera. Sul provvedimento incombe già l'ombra della fiducia. Una rivoluzione informatica, quella proposta dal Governo, che comporterà vantaggi per l'amministrazione finanziaria e per i contribuenti. La presentazione del modello 770, si legge nell'emendamento, sarà uniformata con il termine di invio telematico delle altre dichiarazioni fiscali, fissato inderogabilmente al 31 luglio 2008. Per i soggetti non titolari di redditi d'impresa o di lavoro autonomo resta la possibilità di presentare all'Agenzia delle entrate mediante spedizione effettuata dall'estero, con raccomandata o mezzo equivalente dal quale risulti con certezza la data di spedizione o avvalendosi del servizio telematico.
Con gli emendamenti del Governo, 65 in tutto, si tenta un colpo d'acceleratore per smaltire i rimborsi ai contribuenti più vecchi, si allarga ad ampio raggio il campo di applicazione della confisca di beni e patrimoni degli evasori, si dettano disposizioni organiche per la rateazione delle somme dovute all'Erario per debiti tributari. Viene attenuato l'impianto sanzionatorio relativo al regime Iva del reverse-charge. Previsto anche un giro di vite sulla class action, se sarà proposta da soggetti inadeguati. Ci saranno 100 milioni di euro in più per costruire asili nido e per la Protezione civile, per l'acquisto di due Canadair da 35 milioni l'uno, per affrontare l'emergenza incendi che ogni anno brucia il Belpaese. È prevista anche l'abolizione dell'Isvap, con il passaggio del controllo sulle assicurazioni a Banca d'Italia e Consob. Arriva uno sconto fiscale sugli abbonamenti di autobus e metropolitane intestati ai figli e nuovi paletti per i derivati degli enti locali. Rinviato al 1° gennaio del 2009 l'obbligo di immettere sul mercato misuratori fiscali idonei alla tramissione telematica dei corrispettivi registrati giornalmente.
Un emendamento del relatore Michele Ventura (Pd) prevede l'istituzione di un Fondo nel quale far confluire parte dell'extragettito fiscale del 2008 da destinare alla riduzione delle tasse per i lavoratori dipendenti. «Un Fondo - spiega il sottosegretario all'Economia, Alfiero Grandi - nel quale cominciare a mettere qualche euro delle risorse dell'extragettito 2008 da destinare alla riduzione del carico fiscale per i lavoratori dipendenti». È anche allo studio un bonus per le famiglie numerose da inserire in Finanziaria. «Un segnale importante e condivisibile - dice il ministro per la Famiglia Rosy Bindi - coerente con l'impostazione della riforma degli assegni familiari, avviata lo scorso anno».
Un emendamento presentato dal Governo prevede, poi, che per fare ricorso in Cassazione, nei casi in cui il processo d'appello non sia andato a buon fine, si dovranno sborsare ben 3mila euro. Torna, dunque, il «deposito in caso di soccombenza», misura abrogata nel 1977, come filtro ai ricorsi infondati. La somma verrà restituita se la Corte giudicherà ammissibile il ricorso, ma andrà persa nel caso in cui i giudici dichiareranno inammissibile o improcedibile il ricorso o se questo verrà rigettato nel merito. Se invece il ricorso viene rigettato, ma secondo la Cassazione «non era manifestamente infondato», il giudice potrà «ordinare la restituzione del deposito». Previste anche alcune eccezioni. Un emendamento punta allo svecchiamento dei docenti delle università. I docenti universitari andranno in pensione a 72 anni, e non più a 75 anni come possono fare oggi usufruendo di una proroga di 3 anni. La norma, però, andrà a regime solo nel 2010.
Si riapre la querelle sulle assunzioni all'Agenzia delle entrate. Un emendamento del Governo prevede che «per assicurare standard elevati di qualità di reclutamento», l'utilizzo delle graduatorie nel limite massimo del 10% degli idonei, semprechè il punteggio non sia inferiore di oltre un punto rispetto a quello conseguito dall'ultimo dei vincitori in graduatoria. L'Agenzia delle entrate, inoltre, potrà destinare a nuove assunzioni la quota riservata alla stabilizzazione dei precari. Sull'emendamento del Governo, parte all'attacco il senatore di Rifondazione comunista Salvatore Bonadonna che lo bolla come una «inaccettabile provocazione». Per Bonadonna, si «vanifica la norma approvata dal Senato e concordata con il Governo». Sul punto molti senatori, capitanati da Giorgio Benvenuto, presidente della commissione Finanze del Senato, hanno scritto una lettera al premier Romano Prodi. Nella relazione all'emendamento il Governo spiega «con lo scorrimento integrale delle graduatorie degli idonei si finirebbe per ripiegare su scelte largamente al di sotto di traguardi di eccellenza».

Il Cavaliere incerto scivola sotto il 30%

 

 

dal corriere della sera

 

L'Osservatorio di Renato Mannheimer

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L' appello all'unità tra le forze del centrodestra pronunciato ieri da Berlusconi non nasce casualmente. Si tratta, anzi, di una precisa reazione agli spostamenti più recenti dell'opinione pubblica, specie nel centrodestra. Come si sa, questi hanno visto di recente forti sommovimenti nella distribuzione delle intenzioni di voto, con modificazioni anche rilevanti rispetto al quadro degli ultimi mesi. La nuova scesa in campo di Berlusconi aveva letteralmente sparigliato lo scenario, provocando sul momento un forte incremento di consensi virtuali per Forza Italia e/o Partito delle Libertà (molti elettori fanno ancora fatica a distinguere le due cose e nei sondaggi rispondono sbrigativamente che intendono votare «per Berlusconi »), che era arrivato a oltrepassare la soglia del 30%. Successivamente, tuttavia, la parziale contraddittorietà dei messaggi provenienti dal Cavaliere e la contemporanea esplosione della conflittualità tra le forze del centrodestra hanno rimesso in trambusto gli elettori della coalizione. Che sembrerebbero nelle ultime ore trovarsi più vicini alla tradizionale distribuzione delle intenzioni di voto, con FI attestata nuovamente poco sotto il 30%.

Una tale continua mobilità interna al centrodestra è spiegabile principalmente da due fattori. Da un verso, vi è una grande sovrapposizione tra i mercati elettorali dei diversi partiti. Solo poco più di metà dell'elettorato del centrodestra dichiara di essere deciso a votare per un solo partito della coalizione, mentre i restanti ammettono di prenderne in considerazione più d'uno o addirittura tutti e tre, orientandosi di volta in volta a seconda delle novità percepite nell'offerta.

 

Proprio l'attesa di innovazione costituisce il secondo fattore che determina la mobilità nelle scelte. Gli elettori del centrodestra (ma anche quelli del centrosinistra) ambiscono da tempo ad un rinnovamento nel quadro politico e nella loro coalizione in particolare. Ma i sondaggi suggeriscono che vincerà la competizione chi saprà proporre un'immagine il più possibile unitaria. È vero che sono anche le proposte di contenuto sulle diverse politiche da adottare a spingere gli elettori a manifestare l'intenzione di voto per l'uno o l'altro partito. Tuttavia, ciò che i votanti per il centrodestra (e, ancora una volta, anche quelli per il centrosinistra) paiono volere soprattutto è la creazione di forze ampie, unitarie e la conseguente semplificazione del quadro politico. Berlusconi, sempre attento alle indicazioni dell'opinione pubblica, sembra averne tenuto conto nell'alternarsi di posizioni di questi giorni.

sabato 1 dicembre 2007

Tra risse di partito e conflitti internazionali,Il caro petrolio gonfia le bollette Da gennaio luce +2,5%, gas +4,6%

 

da Repubblica

 

ROMA - Il caro petrolio spinge verso l'alto le bollette della luce e del gas: dal primo gennaio, le tariffe rischiano di subire una nuova impennata, registrando un +2,5% per l'elettricità ed un +4,6% per il gas. Ventiquattro ore dalla pubblicazione dei dati Istat che annunciano inflazione ai livelli massimi dal 2004 (+2,4%), giunge la previsione Nomisma Energia per il prossimo trimestre gennaio-marzo 2008.
Un nuovo rincaro sulle bollette, dopo quello già scattato a ottobre che, se sarà confermato dall'aggiornamento trimestrale atteso dall'Authority per l'energia entro fine dicembre, si tradurrà in una stangata per le famiglie italiane da 56 euro su base annua: la spesa per le bollette della luce salirebbe di 11 euro mentre quella per il gas di oltre 45 euro.
Il caro petrolio ha già avuto pesanti ripercussioni sui costi dei carburanti che, a loro volta, hanno appesantito con un effetto domino le tariffe energetiche e i listini prezzi degli altri capitoli di spesa a cominicare dagli alimentari.
Le fluttazioni del prezzo del petrolio hanno indotto anche naturali oscillazioni sull'inflazione che, a novembre, è salita al 2,4% contro il 2,1% di ottobre, il massimo dal giugno 2004. I rialzi nel settore dell'energia sono stati preoccupanti. La benzina verde è cresciuta su base mensile del 2,2% e su base annua del 9,8; il gasolio rispettivamente del 3,1 e dell'11,2%.

La vera natura di Azouz: arrestato per spaccio di droga

 

dal Corriere della sera

 

Dopo la criticata amicizia con corona

Il tunisino Azouz Marzouk, 36 anni, divenuto celebre a seguito del massacro perpretato a Erba dai suoi vicini di casa nei confronti della moglie Raffaella Castagna e del figlio piccolo, è stata arrestato insieme ad altre 6 persone per spaccio di droga dalla Guardia di Finanza su ordine della procura di Como.

Azouz Marzouk (Ansa)

Complessivamente le ordinanze di custodia cautelare sono 10 di cui 2 eseguite in carcere, mentre un altro indagato deve essere ancora arrestato. L'unica donna indagata è stata posta agli arresti domiciliari. L'indagine andava avanti dal 2002. Tra gli arrestati anche il fratello di Azouz, Sadok.

L'INDAGINE - L'operazione, scattata all'alba, ha portato all'arresto di Marzouk non lontano dalla sua abitazione dove i carabinieri, la notte della strage dell'11 dicembre scorso, cercavano il tunisino. A Marzouk gli uomini delle Fiamme gialle contestano una serie di episodi che partono dal 2002 e sono relativi allo spaccio di droga che, presumibilmente, veniva importata dalla Tunisia e poi spacciata attraverso diversi canali nell'intera Lombardia.
In realtà, secondo quanto emerge, Azouz negli ultimi tempi non avrebbe spacciato materialmente la droga, prevalentemente cocaina, ma si sarebbe limitato a prendere telefonicamente le ordinazioni degli stupefacenti. La vendita diretta della droga sarebbe avvenuta invece nel periodo tra l'agosto e il dicembre del 2006, quando sarebbe stata poi interrotta dalla strage di Erba.
Azouz dovrebbe essere teoricamente portato nel carcere di Como, ma è improbabile che questo avvenga, in quanto è lo stesso carcere in cui ci sono Olindo Romano e Rosa Bazzi, i coniugi che hanno ucciso a Erba, tra gli altri, sua moglie e suo figlio. Infatti, dopo le foto segnaletiche di rito, è stato rinchiuso nel carcere di Vigevano.

LA STRAGE DI ERBA - La strage di Erba risale all'11 dicembre dell'anno scorso. Furono uccisi, in un appartamento di via Diaz, la padrona di casa, Raffaella Castagna, moglie di Azouz Marzouk, il loro figlioletto Youssef di poco più di due anni, la madre di lei, Paola Galli, e una vicina di casa, Valeria Cherubini. Il marito di quest'ultima, Mario Frigerio, rimase, invece, gravemente ferito. Nelle ore immediatamente successive al massacro, i sospetti si appuntarono proprio su Marzouk, che però aveva un alibi inattaccabile: si trovava in Tunisia. In seguito, l'inchiesta prese in considerazione l'ipotesi di una vendetta proprio nei confronti di Azouz. Ma, a un mese dal massacro, furono arrestati Olindo Romano e Rosa Bazzi, che abitavano nella stessa casa, al piano inferiore. Dopo ammissioni in serie sulle loro responsabilità, subentrò, in occasione dell'udienza preliminare, una sostanziale ritrattazione. Ma il gup li ha ugualmente rinviati al giudizio della Corte d'Assise per il processo che si terrà il 29 gennaio. Azouz Marzouk - divenuto una sorta di personaggio, in quest'ultimo anno, anche per alcune presenze televisive dove era stato chiamato per parlare della strage e della sua tragedia personale - la settimana scorsa era tornato nella casa di via Diaz per un sopralluogo con il suo avvocato. Al termine aveva parlato di sentimenti di «dolore e rabbia, tutto quello che ho visto mi hanno ricordato Youssef e Raffaella. Gli assassini meritano due ergastoli a testa ma penso sempre alla pena di morte».

LA DIFESA DELL'AVVOCATO DI AZOUZ - «Azouz Marzouk si è trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato, coinvolto in un’indagine che non lo riguarda». Sono queste le prime parole di Roberto Tropenscovino, avvocato del tunisino. «L’indagine che ha portato alle ordinanze di custodia cautelare di oggi è figlia di quella partita nel 2004, nella quale Marzouk era rimasto coinvolto finendo anche in carcere. Ma lui ha chiuso con quell’ambiente dopo i noti fatti che sono accaduti» ha detto l’avvocato. Marzouk, fa sapere il legale, è detenuto nel carcere di Vigevano ed è sereno: «L’ho appena incontrato, è sereno anche alla luce dell’ordinanza di custodia cautelare, dove ci sono pochi rilievi a suo carico. Si tratta degli stessi reati per cui era stato arrestato in precedenza. Ma ora lui non avrebbe nessuna ragione di restare di nuovo coinvolto in una vicenda del genere». Marzouk, secondo Tropenscovino, si è trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato: anche se ha smesso di frequentare l’ambiente dello spaccio di droga cui era legato in precedenza, continua infatti a frequentare alcune persone che sono coinvolte nell’inchiesta che ha portato agli arresti. Il tunisino - afferma ancora l’avvocato - oggi si trovava insieme al fratello e al cugino arrestati e ad alcuni amici, che continua a vedere pur essendo estraneo ai loro "traffici". L’avvocato ribadisce dunque che Marzouk non è coinvolto e il fatto che si trovasse con loro non significa che continui a trafficare stupefacenti.