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sabato 15 dicembre 2007

I TRE MAXI EMENDAMENTI DELLA FINANZIARIA

da kataweb

(Emendamenti del Governo alla finanziaria alla Camera 13.12.2007)

Tre maxi emendamenti del governo, per un totale di più di 1000 commi. E’ come è stata fissata la finanziaria 2008, all’uscita dalla Commissione Bilancio della Camera per essere votata dall’Aula con solo 4 voti: 3 voti per gli articoli e uno per la votazione finale. Sui tre maxi emendamenti, depositati dal governo nella seduta dell’Aula Camera del 13 dicembre è stata posta la fiducia che verrà votata nella giornata di venerdì 14 novembre. Uscirà nei fatti una finanziaria a 360 gradi. Le misure principali vanno dalla previsione di un apposito fondo da destinare alla riduzione della pressione fiscale per i lavoratori dipendenti nel caso di un extra gettito nel 2008 allo sconto per l’ICI per la prima casa; da nuove risorse per il trasporto pubblico locale finanziato con la compartecipazione delle regioni alle entrate derivanti dalle accise sul gasolio per autotrazione ad una serie di incentivi fiscali per il cinema. Numerose assunzioni sono previste per potenziare le attività e gli organici dell’Agenzia delle entrate, dei Vigili del Fuoco, del Corpo forestale dello Stato, degli ispettori del lavoro, dell’Agenzia delle dogane, delle forze di polizia. Viene poi affrontato tutto il capitolo dei costi della politica e degli apparati burocratici, dal tetto dei manager pubblici che non potranno superare lo stipendio del primo presidente di Cassazione, lasciando per alcune categorie la possibilità di arrivare al doppio dello stipendio, al contenimento degli incarichi, del lavoro flessibile e straordinario nelle pubbliche amministrazioni. Ma si fanno rivivere anche alcuni enti soppressi: come l’Ente per la Montagna. Nutrito è anche il pacchetto per l’ambiente che prevede misure volte a orientarsi sempre di più verso il protocollo di Kyoto, e verso un maggiore accesso alle risorse idriche. Infatti viene istituito un fondo per promuovere progetti in tal senso, alimentato dal contributo di 0,5 centesimi di euro per ogni bottiglietta d’acqua minerale o da tavola in materiale plastico venduta al pubblico. Previsti incentivi all’occupazione nelle regioni meridionali mediante un credito di imposta, per il triennio 2008-2010, di 333 euro per ciascun lavoratore assunto e per ciascun mese. In caso di lavoratrici donne il credito d’imposta sale a 416 euro. Infine viene introdotto nel nostro ordinamento la cosiddetta “class action”, ovvero l’azione collettiva risarcitoria nei confronti delle imprese.
La Camera presumibilmente dovrebbe terminare i lavori sulla finanziaria nella notte di sabato 15 dicembre. (14 dicembre 2007)

giovedì 13 dicembre 2007

EFFETTO TIR: CONSUMATORI, AUMENTI FINO AL 20%,record di rincari per frutta e verdura.Ma possibile ché siamo sempre noi chè dobbiamo pagare per tutti?

 

(Io dico,i camionisti hanno fatto giustamente i loro interessi ,ma perchè deve pagare sempre il comune cittadino ,non mi riferisco sono in questo caso,ma è in ogni circostanza chè si vede,se scioperano i benzinai aumenta la benzina,l'assicurazioni auto aumentano gli chiedi come mai,rispondono"sa per via del decreto bersani"i mutui i tassi non fanno ancora in tempo a variare che la rata gia aumenta.E quando si tratta invece di dare qualcosa hai cittadini fanno orecchie da mercante,tipo c'è una legge che il mutuo si cambia senza notaio,ma nessuno la applica ,dovremmo farlo anche noi tipo,in questo caso ieri la frutta costava 5 euro oggi 6 euro uno va alla cassa e gli da 5 euro e basta ,ma no noi non si puo fare te lo immagini il casino che succederebbe. Vabbe piccolo pensiero personale)

 

da Repubblica

Dopo il danno la beffa: sui prezzi arriva l'effetto Tir. Il blocco degli autotrasportatori ha infatti aperto un altro fronte: quello delle speculazioni sui prodotti agroalimentari che faranno sicuramente piu' caro il Natale, anche perche' tale tendenza dovrebbe proseguire nei giorni che precedono l'inizio delle feste. Gia' da questa mattina nei mercati si registrano al consumo impennate dei listini, soprattutto per la verdura e la frutta, con punte del 15-20 per cento rispetto alla scorsa settimana. E poi c'e' il rischio che sugli scaffali arrivino alimenti la cui qualita' e' stata irrimediabilmente compromessa perche' rimasta per troppo tempo nei camion a causa del fermo dell'autotrasporto. E' quanto sottolinea la Cia-Confederazione italiana agricoltori, secondo la quale per la prima merce che e' arrivata sui mercati (ortaggi e verdura, insalate, spinaci, sedani, finocchi, cavolfiori), i prezzi sono lievitati oltre il 20 per cento, con punte anche del 50 per cento. Per il Codacons, a Roma,gia' si registra un aumento nel prezzo dei prodotti ittici, soprattutto per il pesce fresco e le vongole, valutabile nell'odine dei 50, 70 centesimi di euro. L'associazione sta, in queste ore, monitorando la situazione dei prezzi al consumo ed ha attivato a questo scopo una mail alla quale i cittadini possono inviare segnalazioni riguardanti aumenti superiori al 10%. Dal mercato di Fondi a Latina nel Lazio a quello di Vittoria a Ragusa in Sicilia fino a quello di Bologna si segnala ancora mancanza di prodotto anche se sono partite le prime spedizioni per l'Italia e all'estero dove gli scaffali lasciati vuoti dal prodotto italiano rischiano di essere riempiti rapidamente - sottolinea la Coldiretti - da prodotti dei paesi concorrenti come nel caso degli agrumi provenienti dalla Spagna con un danno difficilmente recuperabile. Anche secondo l'Adoc, a causa dello sciopero degli autotrasportatori, si registrano forti aumenti per i prodotti freschi come frutta e pesce e i prodotti tipici natalizi. In particolare, tra lunedi' e ieri il prezzo medio dei prodotti ortofrutticoli e' aumentato del 5%, al banco del pesce il rincaro e' lievemente maggiore, del 6%. In su anche i prezzi di salmone (+3,5), dei gamberoni (+8,3), del melone (+8,4%) e dei mandarini (+3,5). Inoltre le lenticchie, uno degli alimenti natalizi per eccellenza, e' addirittura aumentato del 19,4%, arrivando a costare 4,30 euro al chilo. L'Adoc evidenzia come ad essere stati colpiti dallo sciopero risultino essere principalmente i discount. (AGI) - Roma, 13 dicembre

mercoledì 5 dicembre 2007

Padoa-Schioppa: "Per il risanamento serviranno 10 miliardi l'anno per tre anni.(ma il tesoretto che fine a fatto)

a repubblica

E quindi, ha sottolineato il ministro, "Non ci saranno altri tesoretti da spendere"

(anche se non si sa di preciso che fine abbiano fatto i vari tesoretti)

 

Nel prossimo triennio (2009-2011) occorrerà "recuperare risorse non inferiori ai 10 miliardi annui" per annullare il disavanzo e per fare fronte a spese che lo Stato non può evitare come quelle per infrastrutture, Poste, Fs, Contratti del pubblico impiego. Lo ha detto il ministro dell'Economia Tommaso Padoa-Schioppa, intervenendo all'inaugurazione dell'anno accademico della scuola di Polizia tributaria della Guardia di Finanza.
"Per annullare il disavanzo dovremmo, in ogni anno dal prossimo triennio (2009-2011), compiere correzioni strutturali di bilancio pari a circa mezzo punto percentuale di Pil rispetto all'andamento a legislazione vigente: circa 7-8 miliardi", ha spiegato Padoa-Schioppa.
E tuttavia tali risorse economiche non andranno reperite dalle tasche dei contribuenti: "Non possiamo, non vogliamo far fronte all'impegno del risanamento aumentando le tasse", ha assicurato il ministro. "Il carico fiscale che grava sui cittadini e sulle imprese che adempiono al loro dovere è già elevato e dobbiamo prefiggerci, come stiamo facendo, di ridurlo - ha aggiunto - Le entrate che stiamo recuperando con i successi sul fronte della lotta all'evasione le dobbiamo destinare in materia predominante a ridurre le tasse sulle famiglie e imprese".
Di conseguenza, "Non ci saranno nuovi tesoretti da spendere", ha ribadito Padoa-Schioppa. E inoltre le risorse che mancano per riportare i conti pubblici in equilibrio "dovremo cavarle fuori dal bilancio pubblico, non dai bilanci di imprese e famiglie", ha aggiunto il ministro. Insomma, ha sintetizzato Padoa-Schioppa, "non abbiamo altra strada che il contenimento della spesa pubblica".

 

Anche perché "è semplicemente impensabile che l'economia possa riprendere slancio se il settore pubblico non aumenta in modo significativo la propria produttività, in rapporto tra quanto spende e quanto rende".
E invece, nel settore pubblico "per far fronte a nuovi bisogni, nuove priorità o nuove emergenze, si reagisce innanzitutto incrementando le spese", ha lamentato Padoa-Schioppa, rilevando come "questo atteggiamento si manifesta ogni anno in occasione della manovra di bilancio. Gli sforzi inesorabilmente convengono sulla richiesta di risorse aggiuntive. La Finanziaria diventa l'illusoria soluzione di tutti i mali".
"E' come se una famiglia continuasse a comprare pannolini, oltre che libri, al figlio divenuto quindicenne. O un'impresa automobilistica continuasse a produrre modelli con l'avviamento a manovella e i freni a tamburo", ha detto.

martedì 4 dicembre 2007

MUTUI: CONGELARE TASSI VARIABILI E RATE PER EVITARE INSOLVENZE A 3 MILIONI DI FAMIGLIE

da adusbef

COMUNICATO STAMPA
MUTUI: LO STILLICIDIO INFINITO DI AUMENTI DELL’EURIBOR, CHE PRODUCE DIFFICOLTA’ ENORMI AD ONORARE LE RATE,RINCARATE DEL 50-60%, DEVE PORTARE AD UN IMMEDIATO CONGELAMENTO DEGLI INTERESSI PER SALVAGUARDARE 3,2 MILIONI FAMIGLIE,INDEBITATE A TASSO VARIABILE,CHE PERDERANNO LA CASA.
ADUSBEF E FEDERCONSUMATORI CHIEDONO AL GOVERNO MISURE DRACONIANE.
P.L.,funzionario pubblico percettore di due discreti redditi in famiglia (circa 2.850 euro), fidandosi dei cattivi consigli della sua banca dove era correntista,che non concedeva tassi fissi, aveva acquistato una casa a Roma, stipulando un mutuo a tasso variabile fissato al 3,90% nel giugno del 2004,con una rata mensile di 1.260 euro. A novembre 2007 la sua rata mensile è aumentata a 1.902 euro, + 51% in soli 40 mesi, con un tasso del 5,70% diventato un vero e proprio incubo per effetto dell’euribor impazzito,che aumenterà ancora di più la rata di dicembre di ulteriori 45 euro. P.L ha finora pagato ricorrendo a prestiti e rinunce,ma ha segnalato stamane all’Adusbef,che da gennaio non sarà più in grado di onorare il debito ed ha già messo in vendita da giugno la sua casa dove abita,che nessuno vuole comprare,a meno che non la svenda.
L’incubo quotidiano per 3,2 milioni di famiglie, che hanno stipulato un mutuo a tasso variabile per precise responsabilità delle banche in presenza di irripetibili tassi fissi,quando tutti gli indicatori economici misuravano un imminente aumento del costo del denaro, non può continuare all’infinito con un’euribor impazzito, che anche ieri è salito ancora toccando il nuovo record dal 2001: il tasso interbancario infatti,utilizzato come base di riferimento per i mutui a tasso variabile, è avanzato infatti dal 4,822% di venerdì al 4,834% di ieri.
L’euribor schizzato fino a 0,68 euro in più in pochi giorni, che porta i tassi mensili al 6,5%, un vero record da 7 anni, per la micidiale miscela esplosiva derivante dalla sfiducia reciproca delle banche, che dopo la crisi dei sub prime americani si tengono il denaro raccolto ben stretto, sia per la grave crisi dei mercati, che nonostante i puntelli di liquidità delle banche centrali non viene riassorbita,che per l’assenza di un coordinamento delle autorità monetarie che continuano a rassicurare mentre le turbolenze continueranno almeno per tutto il 2008, deve portare ad un immediato congelamento dei tassi variabili e delle rate,per dare la possibilità alle famiglie indebitate di poter onorare i loro impegni con le banche e non perdere la casa costata sudore e rinunce.
A trend di crescita costante ed invariato,con una situazione che potrà solo peggiorare nel 2008, le famiglie italiane indebitate col variabile, già in grave sofferenza per la perdita del potere di acquisto, saranno impossibilitate a pagare rate più pesanti,con un salasso che può anche superare 1.000 euro l’anno,ossia nel peggiore dei casi anche 28.000 euro in più per chi ha sottoscritto un mutuo trentennale di 200.000 euro nel novembre 2005 e deve pagare ancora 28 annualità.
Per impedire un gravissimo disastro sociale di tantissime famiglie non in grado di sostenere oneri più elevati,con rate alle stelle e con un salasso che peserà per 35 euro su un mutuo decennale di 100.000 euro (420 euro l’anno); di 40 euro (+480 annuo) su un ventennale; di 45 euro/mese (54o euro l’anno) su un trentennale, Adusbef e Federconsumatori hanno avanzato oggi la richiesta al Governo di approvare un provvedimento urgente per congelare le rate dei mutui.
Le banche,che non applicano la legge (decreto Bersani sulla simmetria dei tassi,la surroga e la portabilità dei mutui) e che potranno usufruire di 1,2 miliardi di euro dalle nuove aliquote Ires ed Irap, una significativa innovazione “regalo” introdotta dalla Finanziaria 2008 con l'abbattimento di 5,5 punti dell'aliquota nominale che passa dal 33% al 27,5%, devono essere obbligate a farsi carico dei problemi di tantissime famiglie disperate che non riescono più a pagare le rate.
Del resto se anche il ministro del Tesoro americano Paulson,nella patria del liberalismo sta per imporre tale misura draconiana alle banche americane, non si capisce perché non si debba percorrere analoga strada per la responsabilità accertata delle banche italiane.

CANONE/TASSA RAI. L'ARROGANZA NON HA LIMITI. INAMMISSIBILE UN NOSTRO EMENDAMENTO ALLA CAMERA PER RAZIONALIZZARE E AUMENTARE IL GETTITO FISCALE

 

da aduc

Firenze, 4 Dicembre 2007. Nei giorni scorsi abbiamo fatto presentare alla Camera un emendamento alla Finanziaria (1) per cercare di razionalizzare e aumentare il gettito fiscale che deriva dalla riscossione del canone/tassa sulla Rai. Grazie agli onorevoli Donatella Poretti (RnP), Gianluca Pini e Stefano Allasia (Leganord), abbiamo chiesto che dalla legge del 1938 che disciplina il pagamento di questa tassa, fosse abrogata la parola "adattabile", si' da eliminare un'ambiguita' che da' filo da torcere a contribuenti e riscossori: la legge dice che la tassa e' dovuta per il possesso di apparecchi "atti od adattibili" alle trasmissioni tv, e questo, grazie a nostre specifiche indagini, fa si' che, relativamente all'opinione di un servizio regionale di riscossione piuttosto che un altro, venga chiesto il pagamento anche per il possesso di un videocitofono, telefonino, computer anche non collegato ad Internet, etc.. (2)
Nelle lettere che la Rai manda a casa per intimare il pagamento, per esempio, quest'ultimo e' richiesto per un computer generico, ma questa richiesta sparisce nella traduzione in inglese, francese, arabo e cinese della stessa lettera. Insomma un "bordello" che gli stessi uffici Rai, quando intrpellati nelle nostre indagini hanno saputo delle nostre iniziative, ci hanno incoraggiato per avere anche loro un minimo di certezze e quindi svolgere la loro attivita' in modo piu' mirato e proficuo e non a caso come oggi.
Ma abbiamo fatto i conti senza l'oste. In questo caso la Commissione Bilancio della Camera che ha dichiarato l'emendamento inammissibile per mancanza di copertura finanziaria. Eppure eravamo stati attenti nella presentazione: come si fa a calcolarla essendo una tassa non-dovuta, quindi non calcolabile nel bilancio dello Stato? Va bene che esistono amministrazioni comunali che fanno i bilanci con le previsioni degli introiti per multe da infrazione al codice della strada (e che per questo forse non ampliano mai i parcheggi...), ma che anche lo Stato determinasse un bilancio in questo modo, ci pareva bizzarro. Soprattutto se pensiamo che proprio di recente, con una nostra indagine, abbiamo rilevato come sul canone/tassa potrebbe essere incassato piu' di un miliardo di euro ma non viene preso in considerazione, pur -per questo- violando la legge e omettendo il proprio dovere di esattore di imposta (i canoni/tassa per le aziende, che vengono riscossi solo nella misura di circa il 2% [3]).
Ovviamente la non-amissibilita' per mancanza di copertura finanziaria e' una scusa: nulla secondo lo Stato e il Governo deve essere toccato in materia di Rai e di canone; l'equilibrio e' precario, politicamente e finanziariamente, e smuovere sarebbe pericoloso, anche se si incasserebbe un miliardo di euro in piu'. E un emendamento trasversale di tre onorevoli –volutamente silenti e complici della Rai quelli che non vi hanno voluto aderire- si puo' tranquillamente buttar via anche con motivazioni inesistenti e pretestuose.
Qui il nostro settore del sito Inrternet dedicato ad hoc, con le nostre indagini, le opinioni anche dei lettori e le normative: http://www.aduc.it/dyn/rai

domenica 2 dicembre 2007

Dal 2008 le dichiarazioni dei redditi viaggeranno on line

 

dal sole 24ore

 

Dal 2008 le dichiarazioni dei redditi viaggeranno solo on line. Sarà infatti eliminata la possibilità di consegnarle agli uffici postali e alle banche convenzionate. È una delle novità contenute in uno degli oltre 6.500 emendamenti alla Finanziaria per il 2008 presentati alla commissione Bilancio della Camera. Sul provvedimento incombe già l'ombra della fiducia. Una rivoluzione informatica, quella proposta dal Governo, che comporterà vantaggi per l'amministrazione finanziaria e per i contribuenti. La presentazione del modello 770, si legge nell'emendamento, sarà uniformata con il termine di invio telematico delle altre dichiarazioni fiscali, fissato inderogabilmente al 31 luglio 2008. Per i soggetti non titolari di redditi d'impresa o di lavoro autonomo resta la possibilità di presentare all'Agenzia delle entrate mediante spedizione effettuata dall'estero, con raccomandata o mezzo equivalente dal quale risulti con certezza la data di spedizione o avvalendosi del servizio telematico.
Con gli emendamenti del Governo, 65 in tutto, si tenta un colpo d'acceleratore per smaltire i rimborsi ai contribuenti più vecchi, si allarga ad ampio raggio il campo di applicazione della confisca di beni e patrimoni degli evasori, si dettano disposizioni organiche per la rateazione delle somme dovute all'Erario per debiti tributari. Viene attenuato l'impianto sanzionatorio relativo al regime Iva del reverse-charge. Previsto anche un giro di vite sulla class action, se sarà proposta da soggetti inadeguati. Ci saranno 100 milioni di euro in più per costruire asili nido e per la Protezione civile, per l'acquisto di due Canadair da 35 milioni l'uno, per affrontare l'emergenza incendi che ogni anno brucia il Belpaese. È prevista anche l'abolizione dell'Isvap, con il passaggio del controllo sulle assicurazioni a Banca d'Italia e Consob. Arriva uno sconto fiscale sugli abbonamenti di autobus e metropolitane intestati ai figli e nuovi paletti per i derivati degli enti locali. Rinviato al 1° gennaio del 2009 l'obbligo di immettere sul mercato misuratori fiscali idonei alla tramissione telematica dei corrispettivi registrati giornalmente.
Un emendamento del relatore Michele Ventura (Pd) prevede l'istituzione di un Fondo nel quale far confluire parte dell'extragettito fiscale del 2008 da destinare alla riduzione delle tasse per i lavoratori dipendenti. «Un Fondo - spiega il sottosegretario all'Economia, Alfiero Grandi - nel quale cominciare a mettere qualche euro delle risorse dell'extragettito 2008 da destinare alla riduzione del carico fiscale per i lavoratori dipendenti». È anche allo studio un bonus per le famiglie numerose da inserire in Finanziaria. «Un segnale importante e condivisibile - dice il ministro per la Famiglia Rosy Bindi - coerente con l'impostazione della riforma degli assegni familiari, avviata lo scorso anno».
Un emendamento presentato dal Governo prevede, poi, che per fare ricorso in Cassazione, nei casi in cui il processo d'appello non sia andato a buon fine, si dovranno sborsare ben 3mila euro. Torna, dunque, il «deposito in caso di soccombenza», misura abrogata nel 1977, come filtro ai ricorsi infondati. La somma verrà restituita se la Corte giudicherà ammissibile il ricorso, ma andrà persa nel caso in cui i giudici dichiareranno inammissibile o improcedibile il ricorso o se questo verrà rigettato nel merito. Se invece il ricorso viene rigettato, ma secondo la Cassazione «non era manifestamente infondato», il giudice potrà «ordinare la restituzione del deposito». Previste anche alcune eccezioni. Un emendamento punta allo svecchiamento dei docenti delle università. I docenti universitari andranno in pensione a 72 anni, e non più a 75 anni come possono fare oggi usufruendo di una proroga di 3 anni. La norma, però, andrà a regime solo nel 2010.
Si riapre la querelle sulle assunzioni all'Agenzia delle entrate. Un emendamento del Governo prevede che «per assicurare standard elevati di qualità di reclutamento», l'utilizzo delle graduatorie nel limite massimo del 10% degli idonei, semprechè il punteggio non sia inferiore di oltre un punto rispetto a quello conseguito dall'ultimo dei vincitori in graduatoria. L'Agenzia delle entrate, inoltre, potrà destinare a nuove assunzioni la quota riservata alla stabilizzazione dei precari. Sull'emendamento del Governo, parte all'attacco il senatore di Rifondazione comunista Salvatore Bonadonna che lo bolla come una «inaccettabile provocazione». Per Bonadonna, si «vanifica la norma approvata dal Senato e concordata con il Governo». Sul punto molti senatori, capitanati da Giorgio Benvenuto, presidente della commissione Finanze del Senato, hanno scritto una lettera al premier Romano Prodi. Nella relazione all'emendamento il Governo spiega «con lo scorrimento integrale delle graduatorie degli idonei si finirebbe per ripiegare su scelte largamente al di sotto di traguardi di eccellenza».

Il Cavaliere incerto scivola sotto il 30%

 

 

dal corriere della sera

 

L'Osservatorio di Renato Mannheimer

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L' appello all'unità tra le forze del centrodestra pronunciato ieri da Berlusconi non nasce casualmente. Si tratta, anzi, di una precisa reazione agli spostamenti più recenti dell'opinione pubblica, specie nel centrodestra. Come si sa, questi hanno visto di recente forti sommovimenti nella distribuzione delle intenzioni di voto, con modificazioni anche rilevanti rispetto al quadro degli ultimi mesi. La nuova scesa in campo di Berlusconi aveva letteralmente sparigliato lo scenario, provocando sul momento un forte incremento di consensi virtuali per Forza Italia e/o Partito delle Libertà (molti elettori fanno ancora fatica a distinguere le due cose e nei sondaggi rispondono sbrigativamente che intendono votare «per Berlusconi »), che era arrivato a oltrepassare la soglia del 30%. Successivamente, tuttavia, la parziale contraddittorietà dei messaggi provenienti dal Cavaliere e la contemporanea esplosione della conflittualità tra le forze del centrodestra hanno rimesso in trambusto gli elettori della coalizione. Che sembrerebbero nelle ultime ore trovarsi più vicini alla tradizionale distribuzione delle intenzioni di voto, con FI attestata nuovamente poco sotto il 30%.

Una tale continua mobilità interna al centrodestra è spiegabile principalmente da due fattori. Da un verso, vi è una grande sovrapposizione tra i mercati elettorali dei diversi partiti. Solo poco più di metà dell'elettorato del centrodestra dichiara di essere deciso a votare per un solo partito della coalizione, mentre i restanti ammettono di prenderne in considerazione più d'uno o addirittura tutti e tre, orientandosi di volta in volta a seconda delle novità percepite nell'offerta.

 

Proprio l'attesa di innovazione costituisce il secondo fattore che determina la mobilità nelle scelte. Gli elettori del centrodestra (ma anche quelli del centrosinistra) ambiscono da tempo ad un rinnovamento nel quadro politico e nella loro coalizione in particolare. Ma i sondaggi suggeriscono che vincerà la competizione chi saprà proporre un'immagine il più possibile unitaria. È vero che sono anche le proposte di contenuto sulle diverse politiche da adottare a spingere gli elettori a manifestare l'intenzione di voto per l'uno o l'altro partito. Tuttavia, ciò che i votanti per il centrodestra (e, ancora una volta, anche quelli per il centrosinistra) paiono volere soprattutto è la creazione di forze ampie, unitarie e la conseguente semplificazione del quadro politico. Berlusconi, sempre attento alle indicazioni dell'opinione pubblica, sembra averne tenuto conto nell'alternarsi di posizioni di questi giorni.

sabato 1 dicembre 2007

Tra risse di partito e conflitti internazionali,Il caro petrolio gonfia le bollette Da gennaio luce +2,5%, gas +4,6%

 

da Repubblica

 

ROMA - Il caro petrolio spinge verso l'alto le bollette della luce e del gas: dal primo gennaio, le tariffe rischiano di subire una nuova impennata, registrando un +2,5% per l'elettricità ed un +4,6% per il gas. Ventiquattro ore dalla pubblicazione dei dati Istat che annunciano inflazione ai livelli massimi dal 2004 (+2,4%), giunge la previsione Nomisma Energia per il prossimo trimestre gennaio-marzo 2008.
Un nuovo rincaro sulle bollette, dopo quello già scattato a ottobre che, se sarà confermato dall'aggiornamento trimestrale atteso dall'Authority per l'energia entro fine dicembre, si tradurrà in una stangata per le famiglie italiane da 56 euro su base annua: la spesa per le bollette della luce salirebbe di 11 euro mentre quella per il gas di oltre 45 euro.
Il caro petrolio ha già avuto pesanti ripercussioni sui costi dei carburanti che, a loro volta, hanno appesantito con un effetto domino le tariffe energetiche e i listini prezzi degli altri capitoli di spesa a cominicare dagli alimentari.
Le fluttazioni del prezzo del petrolio hanno indotto anche naturali oscillazioni sull'inflazione che, a novembre, è salita al 2,4% contro il 2,1% di ottobre, il massimo dal giugno 2004. I rialzi nel settore dell'energia sono stati preoccupanti. La benzina verde è cresciuta su base mensile del 2,2% e su base annua del 9,8; il gasolio rispettivamente del 3,1 e dell'11,2%.

La vera natura di Azouz: arrestato per spaccio di droga

 

dal Corriere della sera

 

Dopo la criticata amicizia con corona

Il tunisino Azouz Marzouk, 36 anni, divenuto celebre a seguito del massacro perpretato a Erba dai suoi vicini di casa nei confronti della moglie Raffaella Castagna e del figlio piccolo, è stata arrestato insieme ad altre 6 persone per spaccio di droga dalla Guardia di Finanza su ordine della procura di Como.

Azouz Marzouk (Ansa)

Complessivamente le ordinanze di custodia cautelare sono 10 di cui 2 eseguite in carcere, mentre un altro indagato deve essere ancora arrestato. L'unica donna indagata è stata posta agli arresti domiciliari. L'indagine andava avanti dal 2002. Tra gli arrestati anche il fratello di Azouz, Sadok.

L'INDAGINE - L'operazione, scattata all'alba, ha portato all'arresto di Marzouk non lontano dalla sua abitazione dove i carabinieri, la notte della strage dell'11 dicembre scorso, cercavano il tunisino. A Marzouk gli uomini delle Fiamme gialle contestano una serie di episodi che partono dal 2002 e sono relativi allo spaccio di droga che, presumibilmente, veniva importata dalla Tunisia e poi spacciata attraverso diversi canali nell'intera Lombardia.
In realtà, secondo quanto emerge, Azouz negli ultimi tempi non avrebbe spacciato materialmente la droga, prevalentemente cocaina, ma si sarebbe limitato a prendere telefonicamente le ordinazioni degli stupefacenti. La vendita diretta della droga sarebbe avvenuta invece nel periodo tra l'agosto e il dicembre del 2006, quando sarebbe stata poi interrotta dalla strage di Erba.
Azouz dovrebbe essere teoricamente portato nel carcere di Como, ma è improbabile che questo avvenga, in quanto è lo stesso carcere in cui ci sono Olindo Romano e Rosa Bazzi, i coniugi che hanno ucciso a Erba, tra gli altri, sua moglie e suo figlio. Infatti, dopo le foto segnaletiche di rito, è stato rinchiuso nel carcere di Vigevano.

LA STRAGE DI ERBA - La strage di Erba risale all'11 dicembre dell'anno scorso. Furono uccisi, in un appartamento di via Diaz, la padrona di casa, Raffaella Castagna, moglie di Azouz Marzouk, il loro figlioletto Youssef di poco più di due anni, la madre di lei, Paola Galli, e una vicina di casa, Valeria Cherubini. Il marito di quest'ultima, Mario Frigerio, rimase, invece, gravemente ferito. Nelle ore immediatamente successive al massacro, i sospetti si appuntarono proprio su Marzouk, che però aveva un alibi inattaccabile: si trovava in Tunisia. In seguito, l'inchiesta prese in considerazione l'ipotesi di una vendetta proprio nei confronti di Azouz. Ma, a un mese dal massacro, furono arrestati Olindo Romano e Rosa Bazzi, che abitavano nella stessa casa, al piano inferiore. Dopo ammissioni in serie sulle loro responsabilità, subentrò, in occasione dell'udienza preliminare, una sostanziale ritrattazione. Ma il gup li ha ugualmente rinviati al giudizio della Corte d'Assise per il processo che si terrà il 29 gennaio. Azouz Marzouk - divenuto una sorta di personaggio, in quest'ultimo anno, anche per alcune presenze televisive dove era stato chiamato per parlare della strage e della sua tragedia personale - la settimana scorsa era tornato nella casa di via Diaz per un sopralluogo con il suo avvocato. Al termine aveva parlato di sentimenti di «dolore e rabbia, tutto quello che ho visto mi hanno ricordato Youssef e Raffaella. Gli assassini meritano due ergastoli a testa ma penso sempre alla pena di morte».

LA DIFESA DELL'AVVOCATO DI AZOUZ - «Azouz Marzouk si è trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato, coinvolto in un’indagine che non lo riguarda». Sono queste le prime parole di Roberto Tropenscovino, avvocato del tunisino. «L’indagine che ha portato alle ordinanze di custodia cautelare di oggi è figlia di quella partita nel 2004, nella quale Marzouk era rimasto coinvolto finendo anche in carcere. Ma lui ha chiuso con quell’ambiente dopo i noti fatti che sono accaduti» ha detto l’avvocato. Marzouk, fa sapere il legale, è detenuto nel carcere di Vigevano ed è sereno: «L’ho appena incontrato, è sereno anche alla luce dell’ordinanza di custodia cautelare, dove ci sono pochi rilievi a suo carico. Si tratta degli stessi reati per cui era stato arrestato in precedenza. Ma ora lui non avrebbe nessuna ragione di restare di nuovo coinvolto in una vicenda del genere». Marzouk, secondo Tropenscovino, si è trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato: anche se ha smesso di frequentare l’ambiente dello spaccio di droga cui era legato in precedenza, continua infatti a frequentare alcune persone che sono coinvolte nell’inchiesta che ha portato agli arresti. Il tunisino - afferma ancora l’avvocato - oggi si trovava insieme al fratello e al cugino arrestati e ad alcuni amici, che continua a vedere pur essendo estraneo ai loro "traffici". L’avvocato ribadisce dunque che Marzouk non è coinvolto e il fatto che si trovasse con loro non significa che continui a trafficare stupefacenti.

giovedì 29 novembre 2007

MUTUI: PREOCCUPA L'IGNORANZA O LA MALAFEDE DEL DR.FIORENTINO (UNICREDIT).

 

Da adusbef

 

MUTUI: FIORENTINO (UNICREDIT), POLITICA E' INVASIVA ? SE FOSSE DAVVERO INVASIVA LE BANCHE,UNICREDIT IN PRIMIS, AVREBBERO APPLICATO LA LEGGE,
INVECE DI GIOCARE ALLO SCARICABARILE,TAGLIEGGIANDO I MUTUATARI.
Dispiace che un vice-amministratore delegato di una primario istituto di credito europeo come Unicredit, e che continua ad avallare la favoletta raccontata dalle banche,secondo le quali ci vorrebbero 10 anni in Italia per “risolvere una causa sui mutui contro i 7 mesi della Germania”, sia così disinformato in merito alle leggi vigenti,in special modo al nuovo diritto fallimentare approvato nella scorsa legislatura ed in vigore in Italia da un triennio, che impiega poco più di 2 anni per mandare le case all’asta per mutui sofferenti.
Se la politica fosse invasiva sui mutui, come ha affermato il vice amministratore delegato di Unicredit Paolo Fiorentino, secondo il quale l'intervento politico nel settore "appare un po' demagogico e non del tutto ortodosso rispetto alle logiche del mercato”, le banche, in primis Unicredit,avrebbero applicato la legge sulla portabilità in vigore dal 2 febbraio 2007,invece di giocare per 10 mesi allo scaricabarile taglieggiando quei mutuatari ai quali erano stati appioppati mutui a tasso variabile (91%),non secondo le logiche di mercato, ma quelle della convenienza.
Comprendiamo che questi nostri banchieri, siano essi giovani o “maturi”, che predicano quotidiane teorie su libero mercato,siano poi allergici a rispettare le regole e le leggi, come ad es. l’art.10 del decreto Bersani sulla simmetria dei tassi di interesse, ma ignorare anche la vigenza del nuovo diritto fallimentare, per esigenze di parte,è una tesi inaccettabile,l’ennesima frottola raccontata per continuare a taglieggiare impunemente correntisti e risparmiatori.

martedì 27 novembre 2007

Da adusbef ,un comunicato per i detrattori dell'euro.Senza la moneta unica la benzina costerebbe 2 euro al litro

 

 

 

COMUNICATO STAMPA
BENZINA: SENZA LA FORZA DELLA MONETA UNICA,COSTEREBBE QUASI 2 EURO AL LITRO. I DETRATTORI DELL’EURO, CHE DOPO OMESSI CONTROLLI DA CHANGEOVER, ADDEBITANO IL CAROVITA ALLA MONETA UNICA, CHE ESSENDO PER PRINCIPIO NEUTRA NON E’ RESPONSABILE DELLA PERDITA DEL POTERE DI ACQUISTO DI SALARI, STIPENDI E PENSIONI, DOVREBBERO SPIEGARE RAGIONI ED ARCANO AI CONSUMATORI.
Il prezzo del gasolio arriva ad un passo da quota 1,3 euro al litro, attestandosi oggi a quota 1,296 nei distributori Api ed Ip,con l’ultimo aumento di ieri pari a 0,9 centesimi di euro, mentre la benzina ha superato 1,377 euro (in alcune zone d’Italia e sulla rete autostradale, non è raro pagare il gasolio 1,3 euro al litro e la benzina 1,38 euro).
Adusbef e Federconsumatori,pur stigmatizzando la doppia velocità dei prezzi alla pompa e la speculazione soprattutto sul gasolio, che è aumentato più della benzina anche secondo i dati Istat che ha certificato un rincaro dei prezzi della benzina verde del + 6,8% rispetto ad ottobre 6, e di un + 7,2% per il gasolio sull'anno precedente,con incrementi significativi anche rispetto al mese di settembre, dove la benzina ha segnato un +0,7% e il gasolio un +2,1%, ritengono fondamentale l’apprezzamento dell’euro sul dollaro,che ha attenuato i contraccolpi sui listini dopo l’aumento del barile,pagato in dollari.
I detrattori dell’euro infatti,che dopo gli omessi controlli da changeover che ha sfilato dalle tasche dei consumatori ben 70 miliardi di euro a favore di chi ha avuto la possibilità di determinare prezzi e tariffe, hanno tentato e cercano ancora di addebitare all’euro i problemi del carovita e della perdita del potere di acquisto di salari,stipendi e pensioni, riponendo nella banconota da 1 euro poteri salvifici, dovrebbero spiegare ai cittadini ed ai consumatori i danni ulteriori inflitti dal carovita,senza lo scudo dell’euro forte.
Se prendiamo infatti il cambio euro dollaro quasi alla pari (1,05) al 9 gennaio 3,con il prezzo della benzina fissato – secondo il Ministero dello Sviluppo Economico- ad 1,083 euro a litro, confrontato con 1,47 euro di oggi,rivalutato del 40%, mentre il prezzo della benzina si è rivalutata del 37%, senza la forza dell’euro i consumatori italiani- a parità di tasso di cambio- sarebbero costretti a pagare la benzina oggi,quasi 2 euro, 1,93 euro al litro per la precisione.
La forza della moneta unica, se da una parte crea gravi problemi all’esportazione verso l’estero,dall’altra è un formidabile scudo che ripara i cittadini limitando la perdita ulteriore del potere di acquisto,per beni e servizi di prima utilità come i prodotti energetici,come Adusbef e Federconsumatori – tifosi della prima ora dell’euro- non si stancano di ripetere, stigmatizzando gli attacchi scriteriati all’euro quale veicolo di inflazione e perdita del potere di acquisto,un teorema – come la banconota da 1 euro- smontato dai fatti.
3
9 gennaio: cambio euro/dollaro € 1= $ 1,05 (praticamente in parità)
6 gennaio: prezzo benzina 1,083 euro
7
20-11-7. Cambio euro/dollaro: € 1 = $ 1,47. Dal 3 ad oggi l’Euro si è rivalutato del 40%
20-11-7. Benzina 1,377 euro (rivalutata del 37%)
Se il cambio fosse rimasto quello del gennaio 3 (praticamente in parità) la benzina sarebbe costata 1,93 euro/litro ( € 1,377 + il 40%)

 

ADUSBEF

lunedì 26 novembre 2007

Se potessi avere mille euro al mese ,La rivolta di dottorandi e ricercatori

 

 

Se potessero avere mille euro al mese, dicono che sarebbe una vittoria per l'università e la ricerca italiana. Poi certo avrebbero qualche soldo in più per pagare un affitto; comprare libri; vestire e mangiare. "Pretesa minima" la giudicano: richiesta che ha dell'essenziale se confrontata con altre realtà europee, eppure finora per i dottorandi italiani "è stata solo un sogno". Finora. Perché qualche spiraglio di cambiamento c'è ed è il risultato di una campagna partita circa sei mesi fa su Internet e arrivata in Parlamento.
La petizione. Due le questioni: l'aumento del limite minimo della borsa di dottorato, fino ad arrivare a mille euro mensili (contro gli 820 euro attuali, dai quali decurtare alcune voci) e la retribuzione di tutti i posti di dottorato di ricerca. A oggi infatti sono 38 mila i dottorandi in tutta Italia, ma di questi solo 20 mila hanno una borsa di studio. Gli altri studiano e lavorano all'università gratis per circa tre anni. E pagano anche le tasse di iscrizione.
Una situazione che ha finito per esasperare gli animi di dottorandi e ricercatori e portarli alla protesta: "Abbiano raccolto più di 11 mila firme sul sito dell'Adi, l'Associazione dottorandi e dottori di ricerca italiani - racconta Giovanni Ricco, dottorando in Fisica all'Università di Pisa e segretario dell'associazione -. La petizione indirizzata al Presidente del Consiglio Romano Prodi, al ministro dell'Università e della Ricerca Fabio Mussi e al Parlamento è nata sul web, può essere firmata da chiunque e continueremo a promuoverla finché non avremo ottenuto quello che chiediamo".

L'obiettivo è ottenere la copertura finanziaria per tutti i dottorati di ricerca attraverso fondi di università, enti, fondazioni, pubbliche amministrazioni, o attraverso il coinvolgimento di imprese, "con collaborazioni che sono diffuse all'estero, ma che da noi non si diffonderanno mai - notano i ragazzi - finché gli atenei avranno la possibilità di sfruttare gratuitamente i giovani ricercatori in formazione".
I provvedimenti. Su questi argomenti i dottorandi si sono confrontati direttamente con il ministro Mussi. "Lo abbiamo incontrato il 20 novembre e gli abbiamo consegnato le firme e le cartoline inviate - spiega Ricco - e siamo soddisfatti di come è andato il confronto. Ci sono interesse e apertura sui temi sollevati, si è parlato del valore strategico del dottorato di ricerca come terzo livello della formazione superiore, della necessità di favorire l'ingresso dei dottori di ricerca nel mondo del lavoro e si è discusso anche dei contenuti della riforma del dottorato proposta dal ministro".
Oltre allo stanziamento di 20 milioni di euro per l'aumento finanziario delle borse di studio dal prossimo anno - annunciato da Mussi proprio a Repubblica tv - il ministro ha lavorato infatti su un testo di riforma che prevede, tra le altre cose, l'eliminazione del dottorato senza borsa di studio. "Per chi è non è retribuito abbiamo chiesto, quanto prima, la possibilità di non pagare le tasse d'iscrizione" aggiunge il segretario dell'Adi "per il resto aspettiamo il dibattito alla Camera".
Già, perché i venti milioni di euro non bastano ad aumentare il compenso mensile dei dottorandi. E
l'emendamento Valditara, approvato al Senato, che prevede uno stanziamento di 40 milioni di euro è ancora sprovvisto di copertura. "Il ministro ha ribadito il suo impegno affinché il governo trovi i fondi mancanti - precisa Francesco Mauriello, dottorando in chimica industriale all'Università di Bologna - e noi ci contiamo. La discussione alla Camera è cominciata e dovrebbe chiudersi nei prossimi giorni. Se non venissero rispettate le nostre attese ci sarebbe una presa di posizione forte da parte nostra. E nuove proteste". Per Mauriello è l'ultimo anno di dottorato, a dicembre prenderà l'assegno che chiude il suo ciclo di studi: "Personalmente non trarrò benefici da questa campagna - dice - ma spero che il lavoro fatto serva ai colleghi presenti e futuri. Per tutti l'aumento a mille euro sarebbe un bel regalo di Natale".

da rupubblica

venerdì 23 novembre 2007

Neonazisti in Germania incidono svastica sull'anca di una ragazza di 17anni che difendeva una bimba extracomunitaria

La ragazza di 17 anni voleva difendere una bimba extracomunitaria di sei anni molestata da un gruppo di giovani neonazisti, gli estremisti di destra hanno aggredito l'adolescente, e con un bisturi le hanno inciso una svastica sull'anca. E' accaduto a Mittweida, cittadina di 16mila abitanti in Sassonia, Germania orientale. E' successo all'inizio di novembre, ma solo ora il crimine è stato reso noto. Polizia e servizi segreti interni tedeschi sono impegnati nella caccia ai giovani criminali, e ne hanno già individuato uno: membro di un'organizzazione neonazista clandestina fuorilegge dal 2004 ma tuttora attiva.
Ancora una volta, un crimine neonazista ha per teatro la Germania orientale. Cioè l'ex "Ddr" (la dittatura comunista che difese la sua esistenza con il Muro di Berlino per bloccare le fughe verso la libertà). Nell'est tedesco, tre generazioni hanno vissuto sotto dittature: prima Hitler dal 1933 al 1945, poi dal dopoguerra al 1989 lo stalinismo più bieco durato appunto fino all'89, alla caduta del Muro e al crollo dell'Impero sovietico innescato dalla rivoluzione democratica polacca. Nell'est tedesco, i neonazisti trovano spesso terreno molto più fertile che non all'ovest - democratico dal 1945 e impregnato di cultura democratica - per la loro propaganda di odio.
I nomi di vittime e colpevoli sono tenuti segreti, in omaggio alle severe leggi tedesche in difesa della privacy. E nel caso di Mittweida probabilmente gli inquirenti hanno mantenuto il massimo riserbo in modo da non compromettere le indagini. Ora i fatti sono emersi e sono raccontati dai mezzi di informazione. Davanti a un supermercato, la giovane 17enne ha notato che un gruppo di quattro neonazisti - giubbotti con insegne nazi, teste rasate, stivali anfibi - molestava, minacciava e insultava una bimba extracomunitaria di appena sei anni. E non ci ha pensato un momento: è intervenuta per difendere la bambina.

I neonazi hanno subito reagito prendendo la 17enne come bersaglio. L'hanno pestata, uno di loro ha estratto dalla tasca un bisturi e incurante delle urla di dolore di lei le ha tatuato una croce uncinata, una svastica nazista, sull'anca. Poi ha cercato di inciderle sul corpo anche l'insegna delle SS, i famigerati corpi speciali sterminatori del Terzo Reich, gli esecutori materiali della Shoah e della repressione nell'Europa occupata. Ma a quel punto la ragazza si è divincolata ed è riuscita a fuggire.
La polizia e il Bundesamt fuer Verfassungsschutz (Ufficio federale per la difesa della Costituzione, cioè il Sisde tedesco) sono ora mobilitati per individuare e catturare i criminali. Uno è già caduto in trappola. In una perquisizione nella casa in cui vive con i genitori gli agenti speciali hanno trovato materiale nazista, e prove della sua appartenenza a Sturm 34, un'organizzazione clandestina dell'ultradestra.
Con identikit e appelli alla popolazione i poliziotti cercano ora i suoi complici. Impresa non facile: secondo gli inquirenti e i media l'aggressione alla 17enne è stata vista da persone affacciatesi ai balconi, le quali però si sono ben guardate dal denunciarla. Omertà, simpatie e tolleranza verso l'intolleranza assoluta dei neonazisti sono un male diffuso nell'animo collettivo della Germania orientale. In Sassonia, appunto lo Stato della federazione teatro dell'evento, il partito neonazista Npd alle ultime elezioni regionali ha conquistato il 9 per cento dei consensi. A ogni seduta del Parlamento sàssone provoca e boicotta i lavori con slogan contro gli Alleati per la loro vittoria militare contro Hitler, contro Israele o contro gli stranieri residenti in Germania. Tra militanti e fiancheggiatori della Npd neonazista ci sono anche nostalgici della dittatura stalinista, la Ddr. Rimpiangono, gli uni e gli altri, regimi che avevano chiuso la società nella sicurezza da gabbia dorata di una prigione, e dimenticano o fingono di dimenticare i milioni e milioni di vittime del terrore. Di cui, pure, i bambini apprendono a scuola in Germania fin dalle elementari.



DA REPUBBLICA

Scontri alla Sorbona. Chiusa l’università

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L’università Sorbona di Parigi è stata chiusa venerdì mattina dopo i violenti tafferugli scoppiati tra studenti che volevano raggiungere le aule e manifestanti che protestavano contro l'autonomia ammistrativa che il governo vuole attribuire agli atenei (allo scopo di introdurre il capitale privato nelle università) e il progetto di riforma dei regimi speciali di pensione, voluto da Nicolas Sarkozy.

STOP FINO A LUNEDI' - In un comunicato diffuso dall’amministrazione della Sorbona si spiega che un gruppo di studenti ha fatto ricorso alla forza per bloccare uno degli ingressi dell’università. Questi studenti, si precisa nella nota, «fanno ogni giorno uso della forza, e questa mattina hanno fatto ricorso alla violenza fisica contro coloro che volevano seguire i loro corsi», afferma il rettorato. «La libertà di studio non è garantita e la sicurezza delle persone nemmeno - si aggiunge - Di conseguenza, dopo avere informato i presidi delle facoltà interessate, è stata presa la decisione di chiudere la Sorbona fino alla mattina di lunedì 26 novembre».

GLI SCIOPERI – Proprio venerdì la situazione in Francia stava tornando alla normalità, dopo nove giorni di scioperi nel settore dei trasporti e dell’impiego pubblico, che hanno di fatto bloccato il paese e creato enormi disagi alla popolazione. I sindacati avevano deciso 24 ore prima di togliere l’assedio al presidente Sarkozy, dopo la notizia dell’apertura di un tavolo di negoziazione sulla riforma dei regimi speciali delle pensioni tra le organizzazioni dei lavoratori, il governo e i rappresentanti delle imprese. L’adesione allo sciopero delle Sncf, le ferrovie dello Stato francesi, venerdì mattina era limitato appena al 2% dei lavoratori, secondo fonti aziendali.

METODO SARKO' - Alcuni osservatori interpretano la fine della protesta – per la verità gli scioperi sono solamente «sospesi», non cancellati - come una vittoria del «metodo Sarkozy», come ha titolato il quotidiano conservatore Le Figaro. Il presidente ha rassicurato la popolazione che terrà duro su tutte le sue promesse elettorali, e che «non cederà e non farà passi indietro». Anche se Sarkò ha evitato toni trionfalisitici, segno che il primo grande sciopero dalla sua salita al potere, accompagnato a una massiccia protesta popolare e all’esplodere delle tensioni tra gli studenti, ha lasciato il segno. Ma non gli hanno tolto la voglia di comunicare: «Parlerò ai francesi – ha detto il Capo dello Stato – quando il conflittò sarà davvero alle nostre spalle».

dal corriere della sera

giovedì 22 novembre 2007

Berlusconi: «Iene e sciacalli in azione» L'ex premier: «Attacco contro di me. Non si possono intercettare i cittadini»

 

Silvio Berlusconi si scaglia contro l'inchiesta sui condizionamenti tra Mediaset e Rai durante la sua presidenza del Consiglio. «Questa inchiesta denuncia alcune cose che dovrebbero preoccupare molto, ma in senso opposto a quello che vuol fare credere la sinistra». Per l'ex premier «è una cosa inaccettabile e illegittima che si possa mettere sotto controllo un cittadino qualsiasi senza una ipotesi di reato che lo riguardi, senza aprire un'indagine, ed è inaccettabile soprattutto rendere noti i contenuti di queste telefonate che sono telefonate assolutamente normali». L'ex premier ha deciso di attaccare ad alzo zero sulla vicenda e lo ha fatto con i giornalisti a margine di una colazione di lavoro presso la residenza dell'ambasciatore di Israele a Roma.

IENE E SCIACALLI - Il Cavaliere è poi entrato nel merito della questione: «Ho visto che ci sono delle iene e degli sciacalli che si sono buttati addosso a delle persone, per esempio la signora Bergamini. Questi signori - protesta Berlusconi - si debbono proprio vergognare perché la dirigente della Rai ha fatto una cosa che si doveva fare e avrebbe mancato al suo dovere se non l'avesse fatto». Ovvero, dice il leader azzurro, «quando c'è una situazione eccezionale che riguarda il paninsesto per cui ci sono dei servizi sul Papa ed è in programma la messa in onda di spot pubblicitari, immaginatevi quali critiche avrebbe subito la Rai se Mediaset non avesse messo quegli spot... E quindi - ha nota l'ex premier - era assolutamente logico sentire l'altra parte per aver un comportamento simile».

FINI: NON SONO D'ACCORDO: - Iene e sciacalli in azione contro Berlusconi? «No, non ci credo, non sono d'accordo» risponde polemico Gianfranco Fini a chi, durante una conferenza stampa a Montecitorio, gli chiede se ci sia nelle notizie sui rapporti tra Rai e Mediaset una macchinazione orchestrata contro il leader di Forza Italia . «Non sono d'accordo a fare di questa vicenda una riedizione dello scontro tra chi è a favore e chi contro Berlusconi - aggiunge il leader di An - però è evidente che c'è l'urgenza di discutere in Parlamento della riforma dell'assetto radiotelevisivo».

ISTRUTTORIA DEL GARANTE - E sul caso Rai-Mediaset l'Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni ha comunicato di aver «aperto un'istruttoria. Valuteremo la situazione alla luce degli elementi di fatto che acquisiremo - ha detto il presidente, Corrado Calabrò, ascoltato in commissione Cultura alla Camera – E in base ai riscontri, decideremo quali interventi adottare a garanzia sia del pluralismo, sia dell'indipendenza e della libertà dell'informazione».

I SONDAGGI - Il Cavaliere interviene anche sui sondaggi: «Rai e Mediaset decidono di dividere il costo dei sondaggi facendoli insieme: sono cose obiettive, non c'è nulla di male. Anzi - ha aggiunto Berlusconi - è positivo che questo si faccia perché si risparmia sui costi. E poi ci si telefona per dire "tu a che punto lo metti, visto che ci sono 300, 1000, 5mila intervistati?". Tutto ciò per essere non esposti al rischio di dare dei sondaggi da una parte che poi vengono superati. Prendere questa situazione e farne uno scandalo è una cosa inaccettabile. Parlo di iene e di sciacalli e sono assolutamente convinto. È una cosa illegittima e bisogna andare fino in fondo».

L'INCONTRO - «Mercoledì io e Veltroni non ci siamo visti. Ho letto anch'io queste cose sui giornali, ma non era fissato nemmeno un incontro». Silvio Berlusconi ha così smentito le indiscrezioni parlavano di un incontro riservato con il segretario del Pd Walter Veltroni sulla legge elettorale. Il segretario del Pd vedrà Fini lunedì e poi me venerdì prossimo».

dal CORRIERE DELLA SERA

Nonostante la crisi dei mutui è il prezzo del petrolio,il lusso è l'unico settore che ancora non conosce crisi

 

Tutto il mercato è debole in questo momento,con l'incertezza sui mutui , tassi che si alzano, petrolio alle stelle,titoli che scendono a picco e stipendi che non son da meno.L'unico settore che non scricchiola è il lusso questo quanto emerge dal convegno “Gli scenari futuri della moda e del lusso” tenutosi in questi giorni a Milano.
Il convegno è organizzato da Pambianco e da Intesa Sanpaolo che ha presentato in quest'occasione la ricerca "La moda italiana nello scenario economico internazionale”. Proprio da questa ricerca risulta che il settore del lusso (della moda in questo caso) è un settore rigoglioso che chiuderà l'anno in netto rialzo, nonostante tutto intorno ci sia una situazione di crisi diffusa.
Si fa presente però che nonostante il settore del lusso sia così attivo la situazione purtroppo è quella che indica una crisi, perciò il perdurare di questa crisi darà uno scossone anche a questo settore.
Si ricorda che il lusso italiano è benvisto soprattutto all'estero e che se l'euro rimarrà così forte le aspettative non possono essere rosee.Per investire sui beni di lusso potendo contare sulla protezione quasi totale del capitale investito arriva in collocamento un nuovo certificato proposto da Banca Aletti. L’emittente del Banco Popolare prosegue con il filone dei View Certificate, i Borsa Protetta tematici: dopo l’acqua e l’energia rinnovabile questa nuova proposta è in collocamento fino al 6 dicembre. Nel dettaglio si tratta di un certificato di investimento della durata di tre anni, indicizzato ad un basket di sei azioni internazionali impegnate nell’industria dei gioielli ( Tiffany e Bulgari) o delle auto di lusso ( Porsche): ognuno dei sei titoli ( completano il paniere sottostante la francese Louis Vuitton, la statunitense Coach e la Richemont) pesa per un sesto nel basket. A scadenza, il certificato riconoscerà le performance positive del paniere nella misura del 60% ( per ogni 10% di rialzo verrà quindi riconosciuto un 6% di guadagno) e in caso di andamento negativo bloccherà le perdite al 10% sui 100 euro di emissione. Inoltre su questo certificato è da valutare positivamente l’adozione dello stile Quanto che annulla l’esposizione al tasso di cambio presente tra i titoli, nella maggior parte quotati in valuta diversa dall’euro, e il certificato.

repubblica

sentenze cassazione :umiliare i figli e un reato!

Umiliare i figli è reato
21 novembre 2007
CONOSCERE | Cronaca | Articolo

ROMA - Crescere ed educare i figli senza pene corporali e umiliazioni. Già diverse sentenze in passato si erano espresse in maniera netta sanzionando il no alle 'botte'.

Ma ora la Cassazione ha fatto un ulteriore passo in avanti, determinando che anche l'umiliazione dei figli è a tutti gli effetti un reato. I giudici, infatti, hanno confermato la condanna a due mesi (pena convertita in 2.280 euro di multa) per un padre che aveva fatto scrivere alla figlia, sotto la minaccia di schiaffi, “io sono una ladra, non devo rubare”.

Il genitore aveva così voluto punire la figlia, avuta dal primo matrimonio, sospettata di aver rubato un oggetto d’oro all'interno della casa. La vicenda emerse a scuola, qualche tempo dopo, grazie allo scrupolo di una maestra. Venutane a conoscenza la madre denunciò l'ex marito.

L’uomo fu condannato sia in primo grado (novembre 2003) che in appello (novembre 2006). Adesso la Cassazione ha chiuso la vicenda con una condanna definitiva, anche se la figlia - divenuta nel frattempo maggiorenne - non ha voluto risarcimenti dal padre.
(Fde/Dire)

martedì 20 novembre 2007

Licenziabile chi presta il cellulare aziendale,sentenza della cassazione

Chi usa il cellulare aziendale per fare telefonate personali rischia il licenziamento per giusta causa, anche se le telefonate siano state fatte da un parente stretto del lavoratore dopo che questi aveva lasciato incustodito il telefono. Lo ha stabilito la Sezione Lavoro della Corte di Cassazione respingendo il ricorso di un tecnico della Telecom Italia che, dopo trent’anni di lavoro, aveva ricevuto una lettera di licenziamento per avere usato il cellulare aziendale in dotazione per fare telefonate private. In particolare, il dipendente era stato accusato di avere utilizzato in modo spropositato il telefono cellulare in dotazione inviando un gran numero di sms; successivamente si era scoperto che ad inviare i messaggi era stato il figlio ventenne quando il padre lasciava l’apparecchio incustodito. Proprio per questa ragione il lavoratore aveva contestato la decisione dell’azienda, facendo appello alla sua buona fede ed in considerazione del lungo periodo di lavoro alle dipendenze della Telecom senza alcun problema. Ma ciò non è stato ritenuto sufficiente dal datore di lavoro, che ha ritenuto di licenziare il dipendente presentando anche un esposto nei confronti del figlio. Già la Corte di Appello di Lecce aveva dato ragione all’azienda, confermando il licenziamento dell’operaio per giusta causa. La Suprema Corte ha confermato tale decisione, ritenendo che la circostanza dell’uso privato del cellulare, anche se utilizzato da un parente stretto, costituisca una giusta causa di licenziamento, trattandosi di “un grave inadempimento […] che ha fatto “venir meno il rapporto fiduciario tra datore di lavoro e lavoratore”, anche in considerazione degli “indebiti vantaggi conseguiti dal dipendente in danno della datrice di lavoro”.

Indagine choc della Società di Pediatria sulle teenager italiane, tra amore, alcol e fumo.Alla domanda «Cosa vuoi fare da grande?

 

 

 

L’allarme è stato come un fascio di luce che acceca: ci sono baby squillo sulle strade. Ce l’hanno messe i loro coetanei, per pagare debiti del gioco d’azzardo. Giuliano Amato, ministro dell’Interno, ha lanciato un sasso, l’altro giorno. E adesso rischia di venire giù una montagna. Perché quella del titolare del Viminale è la punta dell’iceberg. Ma basta fermarsi un attimo e scoprire che l’infanzia più tradizionale, ormai, non riesce a superare le classi elementari. Perché: c’erano una volta i bambini. E le bambine che giocavano con le bambole. Avevano dodici-tredici anni. E la Società italiana di pediatria (la Sip) li interrogava con domande tipo: che giornali girano in casa tua? Usi il computer? Qual è l’avvenimento che ti ha colpito di più quest’anno? L’ultima ricerca fatta così è datata 2003: non serviva più a niente. Non di certo a fotografare la realtà. E adesso a leggere l’ultima ricerca della Società dei pediatri presieduta da Pasquale Di Pietro, quella del 2006, vengono i brividi. Proprio oggi che anche in Italia celebriamo la Giornata dell’Infanzia. Il campione: 1.251 bambini tra i 12 e i 14 anni. Una domanda. Una delle tante del questionario: «Hai mai visto un tuo amico ubriaco?». Sì, dice il 37,4% del campione. Non solo, l’8,4% aggiunge: spesso. Un’altra domanda: conosci qualcuno tra i tuoi amici che ha fumato una canna? E questa volta è quasi uno su due (44,3%) a rispondere un tondo: sì. Un altro esempio? Tre ragazzini su quattro non esitano a confessare di fare cose che loro stessi definiscono rischiose, come ubriacarsi, appunto, bere liquori, prendere farmaci, uscire da soli la sera tardi, avere rapporti sessuali non protetti. Già: hanno rapporti sessuali frequenti, i nostri ex bambini.
Modelli educativi
Gustavo Pietropolli Charmet, psichiatra dell'età evolutiva, non ha dubbi: «L'anticipazione delle tappe dello sviluppo è dovuta ai modelli educativi. Come dire? Sono stati mamma e papà che hanno voluto che succedesse, si sono dati da fare per diversificare il modello culturale che loro avevano ricevuto. Hanno accelerato le capacità di socializzazione dei loro figli. Hanno tolto loro il senso di colpa, il senso della paura. Basta provare, per credere. Basta entrare in una qualsiasi seconda media d'Italia e capire che è impossibile far sentire in colpa questi ragazzi o mettere loro in qualche modo paura». Succede così anche nella seconda media statale di Gela, Sicilia? «I ragazzi sono molto decisi, è vero», garantisce Ela Aliosta, preside della scuola media alle soglie della pensione. Sono quarant'anni che la signora Aliosta ha a che fare con i ragazzi delle medie. Dice adesso: «Sono cambiati. E molto. Fisicamente, prima di tutto: un tempo le femmine arrivavano ragazzine in terza media. Oggi assomigliano a donne già quando entrano in prima. Soprattutto per come si vestono, si truccano, si pettinano i capelli. Con la complicità dei genitori, è ovvio».
«Faccio la velina»
Oppure la cubista, la show girl, la ballerina. Alla più tradizionale delle domande: «Cosa vuoi fare da grande?», le bambine intervistate dalla Società dei pediatri hanno infatti messo al primo posto: voglio fare il «personaggio famoso». E fino a qui non sarebbe una scoperta sensazionale. È che però, tolta questa prospettiva, rimane il vuoto: al secondo posto delle preferenze delle bambine c'è, infatti, un disarmante: «Non lo so». «Ho dodici anni faccio la cubista mi chiamano principessa», è il titolo del libro di Marida Lombardo Pijola, una giornalista-mamma che non a caso ha gettato scompiglio tra mamme e papà. Ha scoperchiato il mondo delle discoteche pomeridiane, lasciando disorientati nugoli di genitori davanti a frasi di bambine come: «Se fai la cubista sei una donna. Non più una ragazzina. Con i clienti della disco treschi soltanto se ti va. E puoi farti pagare...». Non è fantasia. È qualcosa che da noi è arrivato da pochissimi anni, probabilmente importato ancora una volta dagli Stati Uniti. Era del 2003 «Thirteen, 13 anni», il film-choc ambientato a Los Angeles con protagoniste due ragazzine (tredicenni, appunto) che vivono vite sempre più pericolose tra sesso promiscuo, droga, fumo, alcol, piccoli furti, accenni di lesbismo. «Sono vent'anni che insegno nella scuola media di Centocelle, a Roma», dice Margherita D'Onofri, insegnante di scienze. E spiega: «Soltanto negli ultimi anni, però, ho visto cambiare gli atteggiamenti durante i campi scuola, ovvero quelle gite che consentono ai ragazzi di dormire fuori dalla propria città. Adesso anche nelle prime classi stanno svegli tutta la notte e si mescolano dentro le stanze. Fino a poco tempo fa non succedeva».
fonte
Tra le ragazze «Mamma e papà cosa dicono? Mica lo sanno che veniamo qui. Altrimenti dove andiamo?»
E il sabato pomeriggio tutte a caccia in discoteca
Arrivano in jeans e maglioncino largo, appena dentro si (s)vestono da lolite e cubiste

MILANO — «E l'età?». Tanta: almeno almeno il doppio tuo. «Che importa, se c'è l'amooore...». Dalla febbre del sabato sera al probabile febbrone — tanto son mezze nude — del sabato pomeriggio, quando la discoteca Shocking apre dalle 15 alle 18 solo ai minorenni, c'è un conto anagrafico alla rovescia, dai 15 agli 11 anni, che conta e riconta l'attesa: «Ancora un'ora e quindici, e si entra». Che choc, allo Shocking. Arrivano prima, prima tanto, per prendere posto in coda, star davanti, essere sicure d'entrare, con l'attesa fumata via tra una sigaretta, uno sputo (sì, uno sputo), una tirata in su del tanga che scende e del reggiseno push-up che traballa, e un posizionamento tattico della frangetta per occultare il brufoletto. Quando son dentro, corrono come centometriste alla conquista del cubo, potessero segnerebbero il terreno attorno con le bandierine, lo occupano e non lo mollano nemmeno a pagarle. E da lì in avanti, via con le danze. Musica elettronica a manetta, incessante, martellante. Mezzoretta iniziale di balli, per scaldarsi. Quindi, le grandi manovre dell'«amore», ché questa discoteca, e così è il vicino Tocqueville, sempre in zona corso Como, sempre in zona movida, il sabato pomeriggio a una cosa sola serve: prendersi. Per lasciarsi, certo, appena il dj spegne la consolle e le luci se ne vanno. Ma chissenefrega: per intanto, godiamocela. Un popolo di lolite (s)vestite da donna, con l'abbigliamento da urlo — parola d'ordine la trasparenza, meglio se assoluta — e nascosto dentro uno zainetto. Escono di casa, salutano mamma e papà con jeans, maglioncino largo, giubbotto, un normal look tra la secchiona e la brava figliola, e appena valicato il controllo agli ingressi partono per il bagno, aprono lo zainetto, e oplà. In un amen, trasformazione estetica, jeans, maglioncino e giubbotto appallottolati dentro il suddetto zainetto, consegnato, previo pagamento di euro 9, alla cassa. A proposito di soldi: ai 9, si aggiungano i 10 euro dell'ingresso, e gli almeno 5 della seconda consumazione (la prima è gratis). Morale: escono non meno di 24 euro. Spesi bene? «E certo. In ogni modo, altrimenti, dove vado il sabato pomeriggio?». E dove potrebbero andare, inseguite, affascinate, sedotte come sono per tutta la settimana dai coetanei — la specialità qui è maschile — addetti alle pubbliche relazioni? I baby pr presidiano i corridoi delle scuole, i mezzanini del metrò, piazza Duomo, gli oratori, con in mano un plico di depliant che consegnano con il sorrisone e la promessa: «Vieni da noi, siamo il massimo dei massimi».
A fine giornata, i gestori prendono i depliant — lasciapassare per l'ingresso in discoteca —, che sopra hanno riportato un piccolo codice, corrispondente al nome di chi li ha piazzati, e contano. Se tal dei tali ha portato un bel numero di persone, in premio bevande gratis, biglietti gratis per le discoteche, tessere gratis per esclusivi privé di locali super-vip. Insomma, se uno s'impegna, è bravo, si sbatte, gli si aprono le porte dell'olimpo del divertimento, e allora ecco perché la ricerca di possibili clienti è una caccia estenuante, sfiancante, finanche stoica, addirittura eroica. Dicono: e i genitori? In questo sabato pomeriggio, di genitori manco l'ombra. Zero. Lo sanno i tuoi che andate in discoteca? «Cosaaaa?». Lo sanno i tuoi che andate in discoteca? «No. Cambia qualcosa?». Boh, forse sì, forse no. «Guarda che mica rubiamo o ammazziamo...». E, a dire il vero, manco si ubriacano: al bancone del bar, gli alcolici non ci sono. E, a ridir il vero, manco si drogano: qualche nuvoletta di canne, d'accordo, e però pasticche o cocaina non se ne vedono. Le nasconderanno? Forse sì, forse no. E comunque sia: l'imperativo è lo stesso. L'amore. Certi appostamenti, certi movimenti, certi affondi restano nella memoria. Con il maschietto piantato lì, come un baccalà e la faccia da finto duro, al centro dell'arena, e le ragazzine attorno che lo osservano, scrutano, bocciano o promuovono con un bacio, e dopo il bacio una chiacchierata e dopo la chiacchierata mani che frugano. Con le femminucce che svettano sui cubi e, sotto ai cubi, i ragazzi che sfilano in processione, uno dopo l'altro, e speranzosi s'affidano agli sguardi delle miss. Se parte l'occhiata, lei scende e si finisce su un divanetto a raccontarsela. Se l'occhiata manco è accennata, avanti il prossimo. E così per cinque ore, in un vortice di telefonini che scattano fotografie e mandano sms, senza sosta, senza interruzione, senza pause. Una frenesia di sudore arginata dal consumo in quantità industriale della bevanda che nella pubblicità ti mette le ali. Litri e litri di energia, sia mai faccia capolino la fatica o, peggio, la stanchezza, o, peggio del peggio, la voglia d'andarsene. Cinque, sei, settecento ingressi, ogni volta, allo Shocking. Altrettanti al Tocqueville. Generalizzando: lo Shocking ambito dai pischelli della Milano bene; il Tocqueville, amato da quelli delle periferie e dell'hinterland. Volgarizzando: «Al Tocqueville ci vanno i tamarri»; «Lo Shocking è il posto dei fighetti». Alla fine, beata gioventù. Toglietegli tutto, tranne che la baby discoteca. Sabato, i gestori del Tocqueville l'han tenuto chiuso perché, la settimana prima, c'era stato un rissone tra adolescenti agitati. E che rabbia, che indignazione, che dolore, tra le abituali clienti che ugualmente si sono messe in fila, sperando che i titolari ci ripensassero. Macché. E ora? «Ora è davvero un grandissimo casino». Scusate, c'è lo Shocking... «Mmmmm». E vabbé, fate uno sforzo, no? Si radunano in gruppo, sigaretta e uno sputo, uno sputo e una sigaretta: vuol dire che ci stanno pensando su, chissà, magari, per stavolta, si può fare un'eccezione. In nome dell'amore, s'intende.

Cina, Nigeria, India: ecco la destinazione dei Pc che gli americani credono di «riciclare»

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GUIYU (Cina) – In Cina, ogni anno, viene prodotto oltre un milione di tonnellate di rifiuti tecnologici. Per la maggior parte provengono dall’occidente, ma sta crescendo anche una produzione casalinga. A Guiyu, provincia cinese di Quandong, l’industria della spazzatura elettronica impiega circa 150 mila persone, che lavorano in condizioni sanitarie e ambientali disastrose per recuperare i materiali più pregiati dalle apparecchiature elettroniche. La cosiddetta industria dell’e-waste (spazzatura elettronica) viene alimentata soprattutto dall’evoluta America, i cui consumatori credono di aiutare il pianeta quando in realtà spesso contribuiscono, ignari, al business del commercio dei rifiuti tecnologici. La denuncia è dell’ong Basel Action Network, che già anni fa aveva diffuso un rapporto inquietante sui rifiuti hi-tech Usa che vengono spediti via nave verso altre destinazioni. Del resto, come spiega Kenneth Chan dell’Environmental Protection Department di Hong Kong, è impossibile fermare e controllare ogni singolo container importato da Hong Kong.

NON SOLO CINA – Ma in generale il tema non chiama in causa solo la Cina, bensì molte economie in via di sviluppo: i Paesi ricchi stanno letteralmente inondando di spazzatura hi-tech i paesi del Terzo Mondo. Anziché impegnarsi nel riciclo e nello smaltimento, le nazioni industrializzate scaricano verso i Paesi poveri la responsabilità dello smaltimento. Computer, telefonini e televisioni che finiscono in discariche a cielo aperto o vengono bruciati, liberando sostanze molto tossiche per l’ambiente. Oltre alla Cina, il porto nigeriano di Lagos è uno dei più colpiti. Ma anche molte località indiane e africane.

MATERIALI TOSSICI – Gli attivisti stimano, per l’esattezza, che una percentuale che va dal 50 all’80 per cento delle 300-400 mila tonnellate di rifiuti elettronici prodotti finisca in Paesi privi di normative adeguate a questo proposito, alimentando un business pericoloso e immorale. Le sostanze più nocive contenute nella spazzatura elettronica sono il piombo e l’arsenio per i tubi catodici, il selenio e il cadmio. In generale per costruire un Pc sono necessarie sostanze tossiche in una quantità pari a dieci volte il suo peso. Come ha dichiarato Jim Puckett, della Basel Action Network, «stiamo preservando il nostro ambiente a spese del resto del mondo».

 

dal corriere della sera

lunedì 19 novembre 2007

Non è reato punire i figli per il loro bene,lo dice una sentenza della cassazione

 

Cassazione 31510/2007

 

 

Punire duramente la propria figlia ribelle non è reato se le violenze non sono abituali e se le misure sono adottate per il suo bene. Lo ha stabilito la Quinta Sezione Penale della Corte di Cassazione che, con una decisione destinata a far discutere, ha confermato l’assoluzione per madre, padre e fratello di fede islamica accusati di maltrattamenti nei confronti della minore Fatima. La ragazza, infatti, era stata picchiata e legata dai familiari per impedirle uno stile di vita ritenuto non conforme alla cultura della famiglia, e per questo aveva minacciato di suicidarsi. Era partita dunque la denuncia penale, culminata nella richiesta della Procura di Bologna, che chiedeva la condanna dei genitori e del fratello della minore per sequestro di persona e maltrattamenti. I tre, condannati in primo grado, erano stati assolti dalla Corte di Appello di Bologna, che aveva accolto la tesi difensiva degli imputati secondo la quale la ragazza era stata legata per il suo bene ed i maltrattamenti non potevano considerarsi abituali, essendo accaduti solo tre volte e per di più motivati da comportamenti della figlia ritenuti scorretti. Il Procuratore Generale di Bologna, non condividendo la decisione, aveva invece chiesto le condanne sottolineando che la ragazza era stata segregata e liberata solo per essere poi brutalmente picchiata dai congiunti che volevano punirla per la frequentazione di un amico e, più in generale, per il suo stile di vita, non conforme alla loro cultura. La Suprema Corte ha invece confermato le assoluzioni per i tre imputati, ritenendo che dall’istruttoria dibattimentale fosse emerso con certezza che Fatima, terrorizzata dalla ritorsioni dei familiari perché si era recata al lavoro incontrandosi con un uomo, aveva minacciato di suicidarsi, per cui i familiari furono costretti a legarla per evitare che commettesse atti di autolesionismo, mentre, per quanto riguarda i maltrattamenti, gli stessi apparivano “motivati da comportamenti della figlia ritenuti scorretti, e quindi non esprimenti il necessario requisito di volontà di sopraffazione e disprezzo”.

CANONE/TASSA RAI. INTRODOTTE NOVITA E NUOVO REATO PER MANCATO PAGAMENTO.

 

 

 

 

A quanto pare, il canone/tassa Rai e' dovuto anche per il computer, ma solo se uno e' straniero. Ma attenzione, non abbonarsi potrebbe far finire in carcere. Queste le novita' contenute nella lettera con cui ogni anno la Rai gentilmente ricorda a coloro che ancora non lo sapessero tutti "i vantaggi che offre un pagamento spontaneo" dell'abbonamento.
Come ormai sappiamo, il canone e' dovuto per tutti gli apparecchi "atti o adattabili" alla ricezione di programmi televisivi, "compresi personal computer, decoder digitali e altri apparati multimediali" (come sostiene la Rai nel modulo di dichiarazione sostitutiva di atto di notorieta', la cui compilazione e' richiesta a coloro che dichiarano di non avere alcun televisore).
Ma leggendo la lettera inviata questo fine anno, si nota che le parole "personal computer" sono sparite (rimangono invece i decoder digitali e altri apparecchi multimediali). Davvero ci sarebbe da esultare, perche' tale specifica esclusione potrebbe indurci a pensare di non dover piu' sborsare l'odiatissimo balzello anche per il solo possesso di un computer. Forse la Rai ha recepito le osservazioni di migliaia di cittadini e ha chiarito –seppur obliquamente- che il computer non e' soggetto alla tassa? Niente affatto! Sul retro della lettera, l'invito a pagare in lingua inglese, francese, araba e cinese menziona anche il computer. Forse vi e' stato un disguido in fase di traduzione? O forse solo gli stranieri devono pagare il canone per il computer?
Leggendo oltre, la Rai cita come principale vantaggio dell'abbonamento il non incorrere in "reati di evasione fiscale", a cui sarebbe equiparato il mancato pagamento del canone. Insomma, per la Rai chi non paga il canone commette un crimine, anche se la legge in realta' parla soltanto di illecito amministrativo con conseguente sanzione pecuniaria (una multa, per intendersi). Forse la Rai non sa distinguere fra diritto penale e diritto civile? In ogni caso, questa volta gli stranieri hanno la meglio. Nelle traduzioni sul retro, infatti, il reato diventa semplice "multa". Insomma, lo straniero dovra' anche pagare il canone per il computer, ma contrariamente all'italiano, non rischia un processo penale per mancato pagamento.
Ci pare cosa giusta ed equa....

 

DA ADUC

Indirizzo per la petizione al canone/tassa Rai e per la sua abolizione: http://www.aduc.it/dyn/rai

domenica 18 novembre 2007

Dall'ICI alle nuove detrazioni,via alla finanziaria 2008

 

 

 

Passa alla Camera la parola sulla Finanziaria. Il ddl, approvato dall'Aula del Senato il 15 novembre, contiene tra l'altro alcune novità. Tra le più importanti: sul fronte della casa possibilità di usufruire dell'ulteriore detrazione Ici per la prima casa fino a 200 euro a prescindere dal reddito, escluso il caso di possesso di ville, castelli e gli immobili di lusso; aumento dell'importo massimo detraibile per il mutuo prima casa fino a 4000 euro; semplificazione per le detrazioni per risparmio energetico, prorogate fino al 2010 come quelle per ristrutturazione. Confermate la detrazione Irpef per chi è in affitto, pari a 300 euro per i redditi sotto i 15.493 euro e a 150 euro per chi ha un reddito maggiore. I giovani tra 20 e 30 anni che vanno a vivere per conto proprio godranno per i primi tre anni di una detrazione più alta, pari a 991,60 euro se i loro redditi non superano i 15.493 euro. Sulla sanità è confermata l'abolizione del ticket aggiuntivo di 10 euro sulle ricette per la specialistica e la diagnostica. Per la famiglia è confermata la detrazione delle spese per la retta degli asili nido, arrivano 30 milioni di euro per ridefinire i livelli di reddito e gli importi degli assegni ai nuclei familiari con un componente disabile e agli orfani, mentre è abolito il canone Rai per gli over 75 con un reddito familiare complessivo non superiore a 516,46 euro al mese. Sono poi previsti controlli incrociati più stringenti, attraverso il sostituto d'imposta, sulle detrazioni che sono indebitamente utilizzate, e chi dichiara una situazione reddituale della famiglia (Isee, ossia indicatore della situazione economica equivalente) non veritiera per poter accedere, indebitamente, ai servizi sociali, potrà essere facilmente scoperto: la dichiarazione Isee, infatti, sarà trasmessa all'Agenzia delle Entrate che procederà a controlli incrociati, se necessario anche presso le banche.
Per le imprese, oltre alla riduzione dell'Irap dal 4,25% al 3,29% e dell' Ires dal 33% al 27,5%, e alla possibilità per i soggetti titolari di imprese con fatturato fino a 30.000 euro di optare per una imposta forfettaria sostitutiva del 20%, è stata introdotta la possibilità di dedurre una quota degli interessi passivi che si formano a seguito dei ritardi dei pagamenti della pubblica amministrazione. Anche le piccole imprese e le società di persone (che versano l'Irpef) possono scegliere l'aliquota del 27,5%, se più conveniente, ma solo per la parte di utili reinvestiti. Le imprese che abbiano denunciato estorsioni sono escluse da eventuali aumenti di aliquota Irap e delle addizionali che le Regioni dovessero decidere per ripianare i loro disavanzi. Inoltre torna l'incentivo per le assunzioni a tempo indeterminato nel Sud. I datori di lavoro che nel 2008 incrementano il numero di lavoratori con contratto a tempo indeterminato in Calabria, Puglia, Sicilia, Basilicata, Sardegna, Abruzzo e Molise hanno diritto per gli anni 2008, 2009 e 2010 ad un credito di imposta pari a 333 euro al mese per ciascun lavoratore. Il credito d'imposta sale a 416 euro nel caso di assunzione di donne.
Sul fronte della Pa arriva il taglio dei ministeri e lo stop allo stipendio di senatori e deputati, bloccato per 5 anni, e il etto allo stipendio dei manager pubblici non può superare quello del primo presidente della Cassazione (274.000 euro). Da questo limite sono esclusi 25 top manager, che deciderà la Presidenza del Consiglio, la Banca d'Italia le Authority di settore. La norma non si applica agli artisti Rai che hanno contratti di prestazione d'opera. Ai consiglieri circoscrizionali, comunali e provinciali verrà assegnato un gettone di presenza per la partecipazione a consigli e commissioni al posto dello stipendio. Stretta anche sui rimborsi per le missioni e per le auto di servizio che non potranno superare in media i 1.600 cc (escluse quelle dei vigili del fuoco e delle forze dell'ordine). Quanto alle assunzioni, si precisa che l'accesso ai ruoli della pubblica amministrazione avviene per concorso. Le singole amministrazioni predispongono un piano triennale per la stabilizzazione di coloro che, con le varie tipologie di contratti precari hanno maturato tre anni di anzianità di servizio. A coloro che hanno lavorato come co.co.co sarà riconosciuto, al momento dei concorsi, un punteggio in più.
Infine è stata introdotta la class action, ossia l'azione collettiva risarcitoria. Le associazioni abilitate sono quelle riconosciute dal Consiglio nazionale dei consumatori e quelle ulteriore previste in un successivo decreto.
Il testo è frutto di coordinamento redazionale sulla base delle strisce d'Aula: è quindi soggetto in qualsiasi momento a modifiche per il coordinamento istituzionale. (16 novembre 2007)

sabato 17 novembre 2007

«Giustizia e verità sul G8 di Genova» .Manifestazione per la verita sui fatti del G8

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GENOVA - Migliaia di persone, precedute da uno striscione con la scritta "La storia siamo noi", hanno partecipato al corteo organizzato a Genova a sei anni dal G8 del luglio 2001. I manifestanti hanno sfilato pacificamente per le vie della città e nel giro di un paio d'ore hanno raggiunto piazza de Ferrari, nel centro, all'urlo "libertà, libertà". Qui la marcia, organizzata per chiedere la costituzione di una commissione d'inchiesta parlamentare sulle violenze e la gestione dell'ordine pubblico durante il G8 e per protestare contro le richieste dei pm a carico dei 25 manifestanti accusati di devastazione e saccheggio, si è fermata per il concerto finale.I manifestanti - 50 mila per gli organizzatori, 25-30 mila secondo le stime della questura - sono arrivati da tutt'Italia. Molti gli striscioni. L'Unione Studenti ne inalberava uno con scritto «Chi rompe paga, chi uccide no» e un altro con la scritta «Colpevoli di sognare». Il gruppo di «Sinistra Critica» ha ballato la musica degli Inti Illimani scandendo «El Pueblo unido...». Dietro di loro i gruppi della «Sinistra Europea» della «Sinistra Democratica» e di «Arcilesbica», di «Emergency» e della «Rete 28 Aprile - Cgil». A chiudere il corteo la Fiom, il Partito dei Comunisti Italiani e gli iscritti di Rifondazione Comunista. Su un cartello stradale, sfilate le migliaia di manifestanti, è rimasto incollato un foglio con la scritta: «Di nuovo a Genova per legittima difesa, verità e giustizia per Carlo, no a 25 capri espiatori, devastazione e saccheggio a chi?». In testa al corteo c'era anche Don Andrea Gallo, che in modo "colorito" ha incitato i manifestanti: « «Non reagite alle provocazioni di quei figli di p..., se non ci aiutiamo da noi non ci aiuta un c.... di nessuno, aff.... i profeti di sventura». Alcuni writer hanno lasciato sui muri qualche scritta contro la polizia: «Polizia assassina», «Chiesa e polizia, giustizia e vendetta», «Non giustizia ma vendetta», «Sbirri assassini», «Nessuna pietà per i cani», «La giustizia non è nei tribunali, vogliamo la vendetta per Carlo Giuliani» e «Brucia il Vaticano».

(apro una piccola parentesi senza dare torto o ragione a nessuno,ma se quel colpo non fosse partito,e se avesse colpito quel polizziotto con l'estintore da 25 kg ,di cosa parleremmo?)

tratto dal corriere della sera

COME SONO MATTI QUESTI NEOZELANDESI ,TROPPO GRASSA NON LA FANNO ENTRARE

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La Nuova Zelanda e come un ascensore se si è troppo grassi non si puo,prendere il permesso di soggiorno lo scoperto a sue spese rowan trezise ragazza inglese di 33 anni,che insieme con il marito aveva pensato di strasferisi è iniziare una nuova vita,ma il suo sogno si einfranto quando si èresa conto di essere troppo pesante per le rigide regole Neozelandesi sull'immigrazione,il pesono non è noto si sa solo che come parametro , viene usato il rapporto peso altezza come indice della massa corporea.Stesso problema ha avuto suo marito Richie,di 35 anni che però è riuscito a perdere i chili necessari per poter entrare, ed al momento aspetta sua mogle oltre oceano.

venerdì 16 novembre 2007

CLASS ACTION.ADUSBEF E ADOC DUE GRANDI ASSOCIAZIONI PER I DIRITTI DEI CONSUMATORI IN CONTRADIZIONE.CHI AVRA RAGIONE?

 

 

ADUSBEF,afferma che la approvazione delle class action rappresantano il riscatto per il popolo dei consumatori,ADOC  invece afferma che e un triste momemto per i diritti dei cittadini e dei consumatori.

Chi avra ragione? per saperne di più vi posto gli articoli

 

ADOC

 

CLASS ACTION. UN TRISTE MOMENTO PER I DIRITTI DEI CITTADINI E DEI CONSUMATORI. LA BATTAGLIA SARA' PIU' DURA

Firenze, 15 Novembre 2007. L'approvazione da parte del Senato dell'emendamento Manzione-Bordon sulla class action dara' effetti contrari rispetto a quelli auspicati. Il voto e' stato un piacere alle corporazioni, alle grandi aziende e il premio verso una giustizia fatta solo di paroloni e apparenze, di chi si sciacqua la bocca con la mitica parola consumatori ma che, nei fatti, crea diritti solo per per chi e' prono al potere e non alle leggi e al diritto. Cioe' vengono favorite delle corporazioni che avranno il monopolio dell'azione giudiziaria a dispregio dell'uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge. L'accesso e' previsto, infatti, solo per i consumatori (1) e non per tutti i soggetti danneggiati da altri. Inoltre tutti i "consumatori" potrebbero arrivare alla class action solo passando attraverso le associazioni di consumatori finanziate dallo Stato e altri soggetti scelti dal Governo. Questo in dispregio all'art. 24 della Costituzione (il diritto del singolo cittadino ad agire in giudizio per la tutela dei propri diritti ed interessi). Inoltre, in questa class action, a sentenza positiva, per avere il rimborso ogni singolo deve intentare a sua volta un'azione di risarcimento (e ci potrebbero volere forse venti anni per avere un rimborso tra class action e causa individuale successiva).
La nostra proposta di legge, a prima firma dell'on.Donatella Poretti (2), era ben diversa: chiunque puo' adire la class action e il giudice decide se accettarla. I rimborsi sono automatici a fine sentenza, anche per chi, non presente in giudizio, abbia ricevuto un danno dall'illegalita' sanzionata. Inoltre, sono previste regole precise per tutte le fasi processuali –cosa totalmente assente dal progetto governativo, per cui si presuppone un ulteriore normazione.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc
(1) codice del consumo, art. 3: 1. Ai fini del presente codice si intende per: a) consumatore o utente: la persona fisica che agisce per scopi estranei all'attivita' imprenditoriale o professionale eventualmente svolta;
(2) http://www.aduc.it/dyn/parlamento/arti.php?id=149901

 

ADUSBEF

 

COMUNICATO STAMPA
FINANZIARIA: LA CLASS ACTION TUTELA LE IMPRESE PIU’ SERIE MODERNIZZANDO
UN PAESE DI TROPPI FURBETTI, CHE SGUAZZANO NELLE TRUFFE E NEI RAGGIRI A DANNO DEL MERCATO E DEI CONSUMATORI. SCONFITTA PER CONFINDUSTRIA,BANCHE ED ALTRE LOBBY CHE INVECE DI DIFENDERA L’ILLEGALITA’ AVREBBERO FATTO BENE AD APPOGGIARE STRUMENTI DI MODERNIZZAZIONE UTILI A COMPETIZIONE E AL MERCATO.
Adusbef e Federconsumatori esprimono apprezzamento per l’emendamento alla finanziaria dei senatori Roberto Manzione e Willer Bordon, che introduce anche in Italia uno strumento giuridico come la class action in grado di disboscare quelle pratiche fraudolente a danno dei cittadini consumatori e delle aziende più serie. class action è infatti uno strumento di grande serietà che dovrebbe essere appoggiato,invece di essere osteggiato dalle imprese più serie ed innovative, che vogliono rispettare le regole e stare sul mercato correttamente e che non avrebbero nulla da temere dall’azione collettiva,anzi rafforzerebbero la loro azione espungendo dal mercato i professionisti della frode, che rischiano poco guadagnando molto sulla pelle dei consumatori e del mercato, confidando nei tempi lunghi della giustizia e nelle azioni individuali, che – come nei casi dei grandi crack finanziari- vedono tagliati fuori dai risarcimenti centinaia di migliaia di truffati.
class action,strumento di civiltà giuridica, potrà avere una funzione di deterrenza preventiva imponendo comportamenti più virtuosi e disboscando i Tribunali da migliaia di processi individuali, che potrebbero essere snelliti offrendo quella giustizia giusta al popolo di consumatori,spesso esclusi dalle azioni di rivalsa anche per la diseconomicità del procedimento giudiziario. forza delle lobby,dalle banche alle assicurazioni, da Confindustria alle imprese monopolistiche, sono state sconfitte da una proposta seria dei senatori Bordon e Manzione,che con la legge sulla class action riscattano la mediocrità di taluni provvedimenti proprio favorevoli per i vessati cittadini consumatori. Class Action potrà essere azionata dalle associazioni dei consumatori presenti nel Consiglio nazionale consumatori e utenti ma anche da parte di associazioni di "consumatori, investitori e altri soggetti portatori di interessi collettivi legittimati". Su questo punto è previsto un passaggio parlamentare nelle commissioni parlamentari competenti. platea dei soggetti legittimati a ricorrere sarà così più ampia, per consentire, ad esempio, cause collettive anche per eventuali danneggiamenti ambientali. L'avvio della causa collettiva ha subito effetti: interrompe le prescrizioni delle altre cause avviate dai consumatori, magari singolarmente. Sono quindi previsti vari passaggi. Il primo è la decisione del giudice, che dovrà solo stabilire se l'impresa va condannata. Fisserà però anche le modalità per stabilire gli importi dovuti e la procedura per attribuire il rimborso ad ogni singolo cittadino. Dalla causa collettiva si passa quindi a stabilire rimborsi individuali: questo passaggio sarà gestito da una Camera di Conciliazione che dovrà essere costituita presso il tribunale che si occupa della causa. In questa fase parteciperanno in modo paritario i difensori di coloro che hanno proposto l'azione di gruppo e la società chiamata a rispondere del proprio comportamento. Durante questa procedura i cittadini possono anche ricorrere singolarmente e, nel caso si ritengano non soddisfatti dall'accordo raggiunto, possono anche decidere di proseguire l'azione giudiziaria. Sono infine previste modalità per pubblicizzare la sentenza di condanna e l'accordo raggiunto nella successiva transazione. Un'ultima misura serve ad evitare che i costi ricadano sui consumatori. parcella degli avvocati dei ricorrenti sarà pagata dalla società condannata, anche se solo parzialmente. L'importo dovuto non dovrà però superare il 10% del valore. L’Italia ha anticipato la proposta di Bruxelles sulla 'class action' che arriverà all'inizio del prossimo anno,secondo il responsabile dell'Antitrust Ue, Neelie Kroes, che - ha spiegato - presenterà un Libro Bianco con "specifiche raccomandazioni per rendere più semplici i ricorsi dei privati, in primis i consumatori, contro i danni subiti dalla violazione delle regole sulla concorrenza". "L'Europa - ha affermato Kroes - ha bisogno di un sistema efficace di azioni private per i danni subiti, così che tutte le vittime, particolarmente i consumatori, possano esercitare il loro diritto al risarcimento".

giovedì 15 novembre 2007

MUTUI: DOPO UNANIME RISOLUZIONE PARLAMENTARE,IL NOTARIATO E L' ABI NON POTRANNO PIU' SPECULARE SULLA PELLE DEI CITTADINI

 

 

 

Commissione Finanze della Camera ha approvato all’unanimità la risoluzione che rende operativa la portabilità gratuita dei mutui, come previsto nel decreto Bersani sulle liberalizzazioni. risoluzione impegna il governo "a prendere ogni utile iniziativa" al fine di dare piena attuazione alla norma secondo la quale "la surrogazione del mutuo non può comunque comportare l’applicazione di penali, di qualsiasi natura, per l’estinzione anticipata del credito surrogato. Al debitore, inoltre, non possono essere imposte spese o commissioni per la concessione del nuovo mutuo, ovvero per accertamenti catastali, i quali potranno essere effettuati a cura ed onere del soggetto mutuante" (le banche ndr).
Tale risoluzione chiara e tempestiva, smonta il gioco delle tre carte che Abi e Notai stanno facendo da ben 8 mesi sulla pelle dei cittadini, una vera e propria “ammuina” con rimpalli di responsabilità per dilazionare l’applicazione di una legge chiara, come l’accordo sottoscritto di recente tra Abi e Notai sulle procedure per la portabilità dei mutui, invenzione lessicale per addossare ai consumatori oneri e costi espressamente vietati dal decreto Bersani,che impone l’obbligo della surroga e della trasferibilità dei contratti senza alcun onere per i consumatori.
Adusbef e Federconsumatori nel rammentare ancora una volta quegli obblighi chiari di una legge che veniva interpretata per non applicarla, ricordano che basta una semplice scrittura privata tra le parti contraenti,banca e mutuatario,da autenticare dal funzionario della banca con potere di firma con annotazione sull’atto originale trasmesso alla cancelleria in caso di surroga del contratto verso un’altra banca; mentre sulla rinegoziazione del mutuo non esiste alcun obbligo del notaio,perché è la stessa banca che aveva erogato il mutuo mantiene il cliente, aiutandolo ad uscire dalle difficoltà con l’allungamento della durata del mutuo o la trasformazione del tasso dal variabile al fisso.
Dopo l’approvazione della risoluzione da parte del parlamento, il Gatto (Notariato) e la Volpe (ABI), che volevano trarre ulteriori profitti ulteriori dal Campo dei Miracoli di collodiana memoria, si mettano l’animo in pace perché non potranno più speculare, con spese,costi e commissioni inventate di sana pianta e non necessarie, sulla pelle dei cittadini.

ADUSBEF

Spam e Phishin. YouTube può diffondere codici maligni

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L'alert, così come tecnicamente viene definita la segnalazione di una nuova minaccia per gli utenti Internet, è arrivato ieri dai Security Labs della Websense, uno dei maggiori specialisti in materia di sicurezza informatica. L'alert in questione(http://www.websensesecuritylabs.com/alerts/alert.php?AlertID=818) non è uno dei tanti per un semplice motivo: riguarda un codice maligno che sfrutta la popolarità di YouTube, il sito per antonomasia per la condivisione dei video sul Web, per invogliare gli utenti a scaricare il programma infetto. E scatenare una possibile infezione globale.
I ricercatori della WebSense, ad ogni modo, hanno immediatamente inquadrato la minaccia mentre sul sito del popolare sito (http://youtube.com/) non c'è traccia alcuna del problema. A mettere sul chi va là i tecnici è stata una mail scritta in linguaggio html che invitava gli utenti a visualizzare un video su YouTube. Una volta connessi al sito l'incauto internauta viene indirizzato a una pagina che richiama in tutto e per tutto le sembianze di quella originale e qui sta la sorpresa: un messaggio di testo spiega che il video richiesto non può essere riprodotto e invita in modo fraudolento gli utenti a scaricare e installare sul proprio computer un lettore flash.
Il sito "pirata", questo hanno rilevato nei Labs della WebSense, è ospitato su un server in cui sono confluiti più di un centinaio di siti di "phishing" solo negli ultimi quattro mesi. Server che sarebbe gestito dal rinomato gruppo di hacker "Rock Phish", la più grande e temuta organizzazione di cybercriminali della Rete nel campo del phishing. E le potenzialità delle minacce e dei codici maligni che possono partire da questi hacker, a detta della società di security californiana, sono molto molto elevate. Quindi attenti a non inciampare nella mail di cui sopra e guardarsi bene dal cliccare su questo indirizzo: www5.youtube.com.site670221.X.X/watch/v/install_flash_player.exe.euro

dall sole 24ore