1 ottobre 2007
Fonte: Vita.it
Fecondazione, bebè più cari grazie alla legge 40
Bebè in provetta più cari, in Italia, grazie alla legge 40. A discutere sull'impatto della legge sulle finanze degli italiani sono stati gli esperti riuniti in questi giorni al Meeting internazionale di Scienza della riproduzione umana, organizzato a Mykonos dal Polo scientifico di Rimini dell'università di Bologna in cooperazione la Yale University. Dati alla mano, oggi per un bambino nato da procreazione medicalmente assistita si spendono circa 18.400 euro in cicli con trasferimento a fresco - ossia senza il congelamenti di ovociti o embrioni - e 51.400 euro con congelamenti degli ovociti. Rispettivamente il 15% e ben il 70% in più del 2003, l'anno prima dell'entrata in vigore della legge 40. Non vanno di pari passo ai costi le gravidanze. ''L'avvento della legge 40 - sottolinea in una nota Carlo Bulletti, direttore dell'Unità di Fisiopatologia della riproduzione Asl di Rimini e Università di Bologna, organizzatore del convegno - ha comportato un passaggio dei risultati dal 23,8% su cicli a fresco e 14,5% su cicli con congelamento di embrioni al 18,8% su cicli a fresco e 9,5% su cicli con scongelamento di ovociti e loro fecondazione''.
Da Mykonos quindi è partito un appello per stabilire il numero di procedure assistibili dal Ssn, oltre le quali il costo spetti alle coppie stesse. Non solo: gli esperti chiedono che le attività di Pma siano 'peer-reviewed', cioè valutate dalla stessa comunità scientifica. ''Abbiamo visto - prosegue Bulletti - che se 100 trattamenti costano 300.000 euro e un centro ottiene il 20% di bimbi, il costo per ciascun bambino per il Ssn sarebbe di 15.000 euro, ma se il centro ottiene solo il 10% il costo per ciascun bimbo sarà di 30.000 euro. E' arrivato il momento di chiedersi se sia socialmente utile lasciare centri che non assicurino un risultato minimo, a garanzia di un buon impiego delle risorse. Solo una peer-review darà queste risposte e metterà fine alla querelle di centri di eccellenza in cui però l'eccellenza è autoreferenziata''.
Fonte: Red.
Le associazioni dei pazienti scrivono al Ministro della Salute
Chiediamo di trattare la sterilità come una malattia. Ecco le richieste per la revisione delle linee guida sulla legge 40 del 2004.
Abbiamo inviato le nostre osservazioni per l'aggiornamento delle linee guida sulla legge 40 del 2004 al Ministro della Salute e a tutti gli organi competenti comprese le Commissioni affari sociali e sanità del Parlamento. Chiediamo che:
- l'accesso alle tecniche di fecondazione assistita debba essere garantito per tutti coloro che non possono procreare nella tutela della salute del partner e del nascituro (portatori di patogie genetiche, virali e sessualmente trasmissibili), poiché la loro è una situazione di sterilità determinata da malattie che nel rispetto del diritto alla salute non consente la procreazione senza l'aiuto della medicina;
- la sterilità e infertilità siano definitivamente riconosciute come malattia;
- gli embrioni anomali, oggi destinati per le linee guida a distruzione, possano essere destinati alla ricerca scientifica su espressa richiesta della coppia.
Queste le questioni affrontate nel nostro documento, che riteniamo urgenti insieme alle osservazioni già formulate dalle società scientifiche che condividiamo tutte, per un aggiornamento delle linee guida in modo corretto nel rispetto della legge 40/04 e delle leggi dello Stato Italiano.
Salerno, Roma, Bologna, Cagliari - 5 ottobre 2007
Filomena Gallo, Presidente Associazione Amica Cicogna onlus
Federica Casadei, Presidente Associazione Cerco Un Bimbo
Patrizia Battistini, Presidente Un bambino.it
Laura Pisano, Presidente Associazione L'altra Cicogna Onlus
Monica Soldano, Presidente Associazione Madre Provetta Onlus
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