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giovedì 29 novembre 2007

MUTUI: PREOCCUPA L'IGNORANZA O LA MALAFEDE DEL DR.FIORENTINO (UNICREDIT).

 

Da adusbef

 

MUTUI: FIORENTINO (UNICREDIT), POLITICA E' INVASIVA ? SE FOSSE DAVVERO INVASIVA LE BANCHE,UNICREDIT IN PRIMIS, AVREBBERO APPLICATO LA LEGGE,
INVECE DI GIOCARE ALLO SCARICABARILE,TAGLIEGGIANDO I MUTUATARI.
Dispiace che un vice-amministratore delegato di una primario istituto di credito europeo come Unicredit, e che continua ad avallare la favoletta raccontata dalle banche,secondo le quali ci vorrebbero 10 anni in Italia per “risolvere una causa sui mutui contro i 7 mesi della Germania”, sia così disinformato in merito alle leggi vigenti,in special modo al nuovo diritto fallimentare approvato nella scorsa legislatura ed in vigore in Italia da un triennio, che impiega poco più di 2 anni per mandare le case all’asta per mutui sofferenti.
Se la politica fosse invasiva sui mutui, come ha affermato il vice amministratore delegato di Unicredit Paolo Fiorentino, secondo il quale l'intervento politico nel settore "appare un po' demagogico e non del tutto ortodosso rispetto alle logiche del mercato”, le banche, in primis Unicredit,avrebbero applicato la legge sulla portabilità in vigore dal 2 febbraio 2007,invece di giocare per 10 mesi allo scaricabarile taglieggiando quei mutuatari ai quali erano stati appioppati mutui a tasso variabile (91%),non secondo le logiche di mercato, ma quelle della convenienza.
Comprendiamo che questi nostri banchieri, siano essi giovani o “maturi”, che predicano quotidiane teorie su libero mercato,siano poi allergici a rispettare le regole e le leggi, come ad es. l’art.10 del decreto Bersani sulla simmetria dei tassi di interesse, ma ignorare anche la vigenza del nuovo diritto fallimentare, per esigenze di parte,è una tesi inaccettabile,l’ennesima frottola raccontata per continuare a taglieggiare impunemente correntisti e risparmiatori.

martedì 27 novembre 2007

Da adusbef ,un comunicato per i detrattori dell'euro.Senza la moneta unica la benzina costerebbe 2 euro al litro

 

 

 

COMUNICATO STAMPA
BENZINA: SENZA LA FORZA DELLA MONETA UNICA,COSTEREBBE QUASI 2 EURO AL LITRO. I DETRATTORI DELL’EURO, CHE DOPO OMESSI CONTROLLI DA CHANGEOVER, ADDEBITANO IL CAROVITA ALLA MONETA UNICA, CHE ESSENDO PER PRINCIPIO NEUTRA NON E’ RESPONSABILE DELLA PERDITA DEL POTERE DI ACQUISTO DI SALARI, STIPENDI E PENSIONI, DOVREBBERO SPIEGARE RAGIONI ED ARCANO AI CONSUMATORI.
Il prezzo del gasolio arriva ad un passo da quota 1,3 euro al litro, attestandosi oggi a quota 1,296 nei distributori Api ed Ip,con l’ultimo aumento di ieri pari a 0,9 centesimi di euro, mentre la benzina ha superato 1,377 euro (in alcune zone d’Italia e sulla rete autostradale, non è raro pagare il gasolio 1,3 euro al litro e la benzina 1,38 euro).
Adusbef e Federconsumatori,pur stigmatizzando la doppia velocità dei prezzi alla pompa e la speculazione soprattutto sul gasolio, che è aumentato più della benzina anche secondo i dati Istat che ha certificato un rincaro dei prezzi della benzina verde del + 6,8% rispetto ad ottobre 6, e di un + 7,2% per il gasolio sull'anno precedente,con incrementi significativi anche rispetto al mese di settembre, dove la benzina ha segnato un +0,7% e il gasolio un +2,1%, ritengono fondamentale l’apprezzamento dell’euro sul dollaro,che ha attenuato i contraccolpi sui listini dopo l’aumento del barile,pagato in dollari.
I detrattori dell’euro infatti,che dopo gli omessi controlli da changeover che ha sfilato dalle tasche dei consumatori ben 70 miliardi di euro a favore di chi ha avuto la possibilità di determinare prezzi e tariffe, hanno tentato e cercano ancora di addebitare all’euro i problemi del carovita e della perdita del potere di acquisto di salari,stipendi e pensioni, riponendo nella banconota da 1 euro poteri salvifici, dovrebbero spiegare ai cittadini ed ai consumatori i danni ulteriori inflitti dal carovita,senza lo scudo dell’euro forte.
Se prendiamo infatti il cambio euro dollaro quasi alla pari (1,05) al 9 gennaio 3,con il prezzo della benzina fissato – secondo il Ministero dello Sviluppo Economico- ad 1,083 euro a litro, confrontato con 1,47 euro di oggi,rivalutato del 40%, mentre il prezzo della benzina si è rivalutata del 37%, senza la forza dell’euro i consumatori italiani- a parità di tasso di cambio- sarebbero costretti a pagare la benzina oggi,quasi 2 euro, 1,93 euro al litro per la precisione.
La forza della moneta unica, se da una parte crea gravi problemi all’esportazione verso l’estero,dall’altra è un formidabile scudo che ripara i cittadini limitando la perdita ulteriore del potere di acquisto,per beni e servizi di prima utilità come i prodotti energetici,come Adusbef e Federconsumatori – tifosi della prima ora dell’euro- non si stancano di ripetere, stigmatizzando gli attacchi scriteriati all’euro quale veicolo di inflazione e perdita del potere di acquisto,un teorema – come la banconota da 1 euro- smontato dai fatti.
3
9 gennaio: cambio euro/dollaro € 1= $ 1,05 (praticamente in parità)
6 gennaio: prezzo benzina 1,083 euro
7
20-11-7. Cambio euro/dollaro: € 1 = $ 1,47. Dal 3 ad oggi l’Euro si è rivalutato del 40%
20-11-7. Benzina 1,377 euro (rivalutata del 37%)
Se il cambio fosse rimasto quello del gennaio 3 (praticamente in parità) la benzina sarebbe costata 1,93 euro/litro ( € 1,377 + il 40%)

 

ADUSBEF

lunedì 26 novembre 2007

Se potessi avere mille euro al mese ,La rivolta di dottorandi e ricercatori

 

 

Se potessero avere mille euro al mese, dicono che sarebbe una vittoria per l'università e la ricerca italiana. Poi certo avrebbero qualche soldo in più per pagare un affitto; comprare libri; vestire e mangiare. "Pretesa minima" la giudicano: richiesta che ha dell'essenziale se confrontata con altre realtà europee, eppure finora per i dottorandi italiani "è stata solo un sogno". Finora. Perché qualche spiraglio di cambiamento c'è ed è il risultato di una campagna partita circa sei mesi fa su Internet e arrivata in Parlamento.
La petizione. Due le questioni: l'aumento del limite minimo della borsa di dottorato, fino ad arrivare a mille euro mensili (contro gli 820 euro attuali, dai quali decurtare alcune voci) e la retribuzione di tutti i posti di dottorato di ricerca. A oggi infatti sono 38 mila i dottorandi in tutta Italia, ma di questi solo 20 mila hanno una borsa di studio. Gli altri studiano e lavorano all'università gratis per circa tre anni. E pagano anche le tasse di iscrizione.
Una situazione che ha finito per esasperare gli animi di dottorandi e ricercatori e portarli alla protesta: "Abbiano raccolto più di 11 mila firme sul sito dell'Adi, l'Associazione dottorandi e dottori di ricerca italiani - racconta Giovanni Ricco, dottorando in Fisica all'Università di Pisa e segretario dell'associazione -. La petizione indirizzata al Presidente del Consiglio Romano Prodi, al ministro dell'Università e della Ricerca Fabio Mussi e al Parlamento è nata sul web, può essere firmata da chiunque e continueremo a promuoverla finché non avremo ottenuto quello che chiediamo".

L'obiettivo è ottenere la copertura finanziaria per tutti i dottorati di ricerca attraverso fondi di università, enti, fondazioni, pubbliche amministrazioni, o attraverso il coinvolgimento di imprese, "con collaborazioni che sono diffuse all'estero, ma che da noi non si diffonderanno mai - notano i ragazzi - finché gli atenei avranno la possibilità di sfruttare gratuitamente i giovani ricercatori in formazione".
I provvedimenti. Su questi argomenti i dottorandi si sono confrontati direttamente con il ministro Mussi. "Lo abbiamo incontrato il 20 novembre e gli abbiamo consegnato le firme e le cartoline inviate - spiega Ricco - e siamo soddisfatti di come è andato il confronto. Ci sono interesse e apertura sui temi sollevati, si è parlato del valore strategico del dottorato di ricerca come terzo livello della formazione superiore, della necessità di favorire l'ingresso dei dottori di ricerca nel mondo del lavoro e si è discusso anche dei contenuti della riforma del dottorato proposta dal ministro".
Oltre allo stanziamento di 20 milioni di euro per l'aumento finanziario delle borse di studio dal prossimo anno - annunciato da Mussi proprio a Repubblica tv - il ministro ha lavorato infatti su un testo di riforma che prevede, tra le altre cose, l'eliminazione del dottorato senza borsa di studio. "Per chi è non è retribuito abbiamo chiesto, quanto prima, la possibilità di non pagare le tasse d'iscrizione" aggiunge il segretario dell'Adi "per il resto aspettiamo il dibattito alla Camera".
Già, perché i venti milioni di euro non bastano ad aumentare il compenso mensile dei dottorandi. E
l'emendamento Valditara, approvato al Senato, che prevede uno stanziamento di 40 milioni di euro è ancora sprovvisto di copertura. "Il ministro ha ribadito il suo impegno affinché il governo trovi i fondi mancanti - precisa Francesco Mauriello, dottorando in chimica industriale all'Università di Bologna - e noi ci contiamo. La discussione alla Camera è cominciata e dovrebbe chiudersi nei prossimi giorni. Se non venissero rispettate le nostre attese ci sarebbe una presa di posizione forte da parte nostra. E nuove proteste". Per Mauriello è l'ultimo anno di dottorato, a dicembre prenderà l'assegno che chiude il suo ciclo di studi: "Personalmente non trarrò benefici da questa campagna - dice - ma spero che il lavoro fatto serva ai colleghi presenti e futuri. Per tutti l'aumento a mille euro sarebbe un bel regalo di Natale".

da rupubblica

venerdì 23 novembre 2007

Neonazisti in Germania incidono svastica sull'anca di una ragazza di 17anni che difendeva una bimba extracomunitaria

La ragazza di 17 anni voleva difendere una bimba extracomunitaria di sei anni molestata da un gruppo di giovani neonazisti, gli estremisti di destra hanno aggredito l'adolescente, e con un bisturi le hanno inciso una svastica sull'anca. E' accaduto a Mittweida, cittadina di 16mila abitanti in Sassonia, Germania orientale. E' successo all'inizio di novembre, ma solo ora il crimine è stato reso noto. Polizia e servizi segreti interni tedeschi sono impegnati nella caccia ai giovani criminali, e ne hanno già individuato uno: membro di un'organizzazione neonazista clandestina fuorilegge dal 2004 ma tuttora attiva.
Ancora una volta, un crimine neonazista ha per teatro la Germania orientale. Cioè l'ex "Ddr" (la dittatura comunista che difese la sua esistenza con il Muro di Berlino per bloccare le fughe verso la libertà). Nell'est tedesco, tre generazioni hanno vissuto sotto dittature: prima Hitler dal 1933 al 1945, poi dal dopoguerra al 1989 lo stalinismo più bieco durato appunto fino all'89, alla caduta del Muro e al crollo dell'Impero sovietico innescato dalla rivoluzione democratica polacca. Nell'est tedesco, i neonazisti trovano spesso terreno molto più fertile che non all'ovest - democratico dal 1945 e impregnato di cultura democratica - per la loro propaganda di odio.
I nomi di vittime e colpevoli sono tenuti segreti, in omaggio alle severe leggi tedesche in difesa della privacy. E nel caso di Mittweida probabilmente gli inquirenti hanno mantenuto il massimo riserbo in modo da non compromettere le indagini. Ora i fatti sono emersi e sono raccontati dai mezzi di informazione. Davanti a un supermercato, la giovane 17enne ha notato che un gruppo di quattro neonazisti - giubbotti con insegne nazi, teste rasate, stivali anfibi - molestava, minacciava e insultava una bimba extracomunitaria di appena sei anni. E non ci ha pensato un momento: è intervenuta per difendere la bambina.

I neonazi hanno subito reagito prendendo la 17enne come bersaglio. L'hanno pestata, uno di loro ha estratto dalla tasca un bisturi e incurante delle urla di dolore di lei le ha tatuato una croce uncinata, una svastica nazista, sull'anca. Poi ha cercato di inciderle sul corpo anche l'insegna delle SS, i famigerati corpi speciali sterminatori del Terzo Reich, gli esecutori materiali della Shoah e della repressione nell'Europa occupata. Ma a quel punto la ragazza si è divincolata ed è riuscita a fuggire.
La polizia e il Bundesamt fuer Verfassungsschutz (Ufficio federale per la difesa della Costituzione, cioè il Sisde tedesco) sono ora mobilitati per individuare e catturare i criminali. Uno è già caduto in trappola. In una perquisizione nella casa in cui vive con i genitori gli agenti speciali hanno trovato materiale nazista, e prove della sua appartenenza a Sturm 34, un'organizzazione clandestina dell'ultradestra.
Con identikit e appelli alla popolazione i poliziotti cercano ora i suoi complici. Impresa non facile: secondo gli inquirenti e i media l'aggressione alla 17enne è stata vista da persone affacciatesi ai balconi, le quali però si sono ben guardate dal denunciarla. Omertà, simpatie e tolleranza verso l'intolleranza assoluta dei neonazisti sono un male diffuso nell'animo collettivo della Germania orientale. In Sassonia, appunto lo Stato della federazione teatro dell'evento, il partito neonazista Npd alle ultime elezioni regionali ha conquistato il 9 per cento dei consensi. A ogni seduta del Parlamento sàssone provoca e boicotta i lavori con slogan contro gli Alleati per la loro vittoria militare contro Hitler, contro Israele o contro gli stranieri residenti in Germania. Tra militanti e fiancheggiatori della Npd neonazista ci sono anche nostalgici della dittatura stalinista, la Ddr. Rimpiangono, gli uni e gli altri, regimi che avevano chiuso la società nella sicurezza da gabbia dorata di una prigione, e dimenticano o fingono di dimenticare i milioni e milioni di vittime del terrore. Di cui, pure, i bambini apprendono a scuola in Germania fin dalle elementari.



DA REPUBBLICA

Scontri alla Sorbona. Chiusa l’università

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L’università Sorbona di Parigi è stata chiusa venerdì mattina dopo i violenti tafferugli scoppiati tra studenti che volevano raggiungere le aule e manifestanti che protestavano contro l'autonomia ammistrativa che il governo vuole attribuire agli atenei (allo scopo di introdurre il capitale privato nelle università) e il progetto di riforma dei regimi speciali di pensione, voluto da Nicolas Sarkozy.

STOP FINO A LUNEDI' - In un comunicato diffuso dall’amministrazione della Sorbona si spiega che un gruppo di studenti ha fatto ricorso alla forza per bloccare uno degli ingressi dell’università. Questi studenti, si precisa nella nota, «fanno ogni giorno uso della forza, e questa mattina hanno fatto ricorso alla violenza fisica contro coloro che volevano seguire i loro corsi», afferma il rettorato. «La libertà di studio non è garantita e la sicurezza delle persone nemmeno - si aggiunge - Di conseguenza, dopo avere informato i presidi delle facoltà interessate, è stata presa la decisione di chiudere la Sorbona fino alla mattina di lunedì 26 novembre».

GLI SCIOPERI – Proprio venerdì la situazione in Francia stava tornando alla normalità, dopo nove giorni di scioperi nel settore dei trasporti e dell’impiego pubblico, che hanno di fatto bloccato il paese e creato enormi disagi alla popolazione. I sindacati avevano deciso 24 ore prima di togliere l’assedio al presidente Sarkozy, dopo la notizia dell’apertura di un tavolo di negoziazione sulla riforma dei regimi speciali delle pensioni tra le organizzazioni dei lavoratori, il governo e i rappresentanti delle imprese. L’adesione allo sciopero delle Sncf, le ferrovie dello Stato francesi, venerdì mattina era limitato appena al 2% dei lavoratori, secondo fonti aziendali.

METODO SARKO' - Alcuni osservatori interpretano la fine della protesta – per la verità gli scioperi sono solamente «sospesi», non cancellati - come una vittoria del «metodo Sarkozy», come ha titolato il quotidiano conservatore Le Figaro. Il presidente ha rassicurato la popolazione che terrà duro su tutte le sue promesse elettorali, e che «non cederà e non farà passi indietro». Anche se Sarkò ha evitato toni trionfalisitici, segno che il primo grande sciopero dalla sua salita al potere, accompagnato a una massiccia protesta popolare e all’esplodere delle tensioni tra gli studenti, ha lasciato il segno. Ma non gli hanno tolto la voglia di comunicare: «Parlerò ai francesi – ha detto il Capo dello Stato – quando il conflittò sarà davvero alle nostre spalle».

dal corriere della sera

giovedì 22 novembre 2007

Berlusconi: «Iene e sciacalli in azione» L'ex premier: «Attacco contro di me. Non si possono intercettare i cittadini»

 

Silvio Berlusconi si scaglia contro l'inchiesta sui condizionamenti tra Mediaset e Rai durante la sua presidenza del Consiglio. «Questa inchiesta denuncia alcune cose che dovrebbero preoccupare molto, ma in senso opposto a quello che vuol fare credere la sinistra». Per l'ex premier «è una cosa inaccettabile e illegittima che si possa mettere sotto controllo un cittadino qualsiasi senza una ipotesi di reato che lo riguardi, senza aprire un'indagine, ed è inaccettabile soprattutto rendere noti i contenuti di queste telefonate che sono telefonate assolutamente normali». L'ex premier ha deciso di attaccare ad alzo zero sulla vicenda e lo ha fatto con i giornalisti a margine di una colazione di lavoro presso la residenza dell'ambasciatore di Israele a Roma.

IENE E SCIACALLI - Il Cavaliere è poi entrato nel merito della questione: «Ho visto che ci sono delle iene e degli sciacalli che si sono buttati addosso a delle persone, per esempio la signora Bergamini. Questi signori - protesta Berlusconi - si debbono proprio vergognare perché la dirigente della Rai ha fatto una cosa che si doveva fare e avrebbe mancato al suo dovere se non l'avesse fatto». Ovvero, dice il leader azzurro, «quando c'è una situazione eccezionale che riguarda il paninsesto per cui ci sono dei servizi sul Papa ed è in programma la messa in onda di spot pubblicitari, immaginatevi quali critiche avrebbe subito la Rai se Mediaset non avesse messo quegli spot... E quindi - ha nota l'ex premier - era assolutamente logico sentire l'altra parte per aver un comportamento simile».

FINI: NON SONO D'ACCORDO: - Iene e sciacalli in azione contro Berlusconi? «No, non ci credo, non sono d'accordo» risponde polemico Gianfranco Fini a chi, durante una conferenza stampa a Montecitorio, gli chiede se ci sia nelle notizie sui rapporti tra Rai e Mediaset una macchinazione orchestrata contro il leader di Forza Italia . «Non sono d'accordo a fare di questa vicenda una riedizione dello scontro tra chi è a favore e chi contro Berlusconi - aggiunge il leader di An - però è evidente che c'è l'urgenza di discutere in Parlamento della riforma dell'assetto radiotelevisivo».

ISTRUTTORIA DEL GARANTE - E sul caso Rai-Mediaset l'Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni ha comunicato di aver «aperto un'istruttoria. Valuteremo la situazione alla luce degli elementi di fatto che acquisiremo - ha detto il presidente, Corrado Calabrò, ascoltato in commissione Cultura alla Camera – E in base ai riscontri, decideremo quali interventi adottare a garanzia sia del pluralismo, sia dell'indipendenza e della libertà dell'informazione».

I SONDAGGI - Il Cavaliere interviene anche sui sondaggi: «Rai e Mediaset decidono di dividere il costo dei sondaggi facendoli insieme: sono cose obiettive, non c'è nulla di male. Anzi - ha aggiunto Berlusconi - è positivo che questo si faccia perché si risparmia sui costi. E poi ci si telefona per dire "tu a che punto lo metti, visto che ci sono 300, 1000, 5mila intervistati?". Tutto ciò per essere non esposti al rischio di dare dei sondaggi da una parte che poi vengono superati. Prendere questa situazione e farne uno scandalo è una cosa inaccettabile. Parlo di iene e di sciacalli e sono assolutamente convinto. È una cosa illegittima e bisogna andare fino in fondo».

L'INCONTRO - «Mercoledì io e Veltroni non ci siamo visti. Ho letto anch'io queste cose sui giornali, ma non era fissato nemmeno un incontro». Silvio Berlusconi ha così smentito le indiscrezioni parlavano di un incontro riservato con il segretario del Pd Walter Veltroni sulla legge elettorale. Il segretario del Pd vedrà Fini lunedì e poi me venerdì prossimo».

dal CORRIERE DELLA SERA

Nonostante la crisi dei mutui è il prezzo del petrolio,il lusso è l'unico settore che ancora non conosce crisi

 

Tutto il mercato è debole in questo momento,con l'incertezza sui mutui , tassi che si alzano, petrolio alle stelle,titoli che scendono a picco e stipendi che non son da meno.L'unico settore che non scricchiola è il lusso questo quanto emerge dal convegno “Gli scenari futuri della moda e del lusso” tenutosi in questi giorni a Milano.
Il convegno è organizzato da Pambianco e da Intesa Sanpaolo che ha presentato in quest'occasione la ricerca "La moda italiana nello scenario economico internazionale”. Proprio da questa ricerca risulta che il settore del lusso (della moda in questo caso) è un settore rigoglioso che chiuderà l'anno in netto rialzo, nonostante tutto intorno ci sia una situazione di crisi diffusa.
Si fa presente però che nonostante il settore del lusso sia così attivo la situazione purtroppo è quella che indica una crisi, perciò il perdurare di questa crisi darà uno scossone anche a questo settore.
Si ricorda che il lusso italiano è benvisto soprattutto all'estero e che se l'euro rimarrà così forte le aspettative non possono essere rosee.Per investire sui beni di lusso potendo contare sulla protezione quasi totale del capitale investito arriva in collocamento un nuovo certificato proposto da Banca Aletti. L’emittente del Banco Popolare prosegue con il filone dei View Certificate, i Borsa Protetta tematici: dopo l’acqua e l’energia rinnovabile questa nuova proposta è in collocamento fino al 6 dicembre. Nel dettaglio si tratta di un certificato di investimento della durata di tre anni, indicizzato ad un basket di sei azioni internazionali impegnate nell’industria dei gioielli ( Tiffany e Bulgari) o delle auto di lusso ( Porsche): ognuno dei sei titoli ( completano il paniere sottostante la francese Louis Vuitton, la statunitense Coach e la Richemont) pesa per un sesto nel basket. A scadenza, il certificato riconoscerà le performance positive del paniere nella misura del 60% ( per ogni 10% di rialzo verrà quindi riconosciuto un 6% di guadagno) e in caso di andamento negativo bloccherà le perdite al 10% sui 100 euro di emissione. Inoltre su questo certificato è da valutare positivamente l’adozione dello stile Quanto che annulla l’esposizione al tasso di cambio presente tra i titoli, nella maggior parte quotati in valuta diversa dall’euro, e il certificato.

repubblica

sentenze cassazione :umiliare i figli e un reato!

Umiliare i figli è reato
21 novembre 2007
CONOSCERE | Cronaca | Articolo

ROMA - Crescere ed educare i figli senza pene corporali e umiliazioni. Già diverse sentenze in passato si erano espresse in maniera netta sanzionando il no alle 'botte'.

Ma ora la Cassazione ha fatto un ulteriore passo in avanti, determinando che anche l'umiliazione dei figli è a tutti gli effetti un reato. I giudici, infatti, hanno confermato la condanna a due mesi (pena convertita in 2.280 euro di multa) per un padre che aveva fatto scrivere alla figlia, sotto la minaccia di schiaffi, “io sono una ladra, non devo rubare”.

Il genitore aveva così voluto punire la figlia, avuta dal primo matrimonio, sospettata di aver rubato un oggetto d’oro all'interno della casa. La vicenda emerse a scuola, qualche tempo dopo, grazie allo scrupolo di una maestra. Venutane a conoscenza la madre denunciò l'ex marito.

L’uomo fu condannato sia in primo grado (novembre 2003) che in appello (novembre 2006). Adesso la Cassazione ha chiuso la vicenda con una condanna definitiva, anche se la figlia - divenuta nel frattempo maggiorenne - non ha voluto risarcimenti dal padre.
(Fde/Dire)

martedì 20 novembre 2007

Licenziabile chi presta il cellulare aziendale,sentenza della cassazione

Chi usa il cellulare aziendale per fare telefonate personali rischia il licenziamento per giusta causa, anche se le telefonate siano state fatte da un parente stretto del lavoratore dopo che questi aveva lasciato incustodito il telefono. Lo ha stabilito la Sezione Lavoro della Corte di Cassazione respingendo il ricorso di un tecnico della Telecom Italia che, dopo trent’anni di lavoro, aveva ricevuto una lettera di licenziamento per avere usato il cellulare aziendale in dotazione per fare telefonate private. In particolare, il dipendente era stato accusato di avere utilizzato in modo spropositato il telefono cellulare in dotazione inviando un gran numero di sms; successivamente si era scoperto che ad inviare i messaggi era stato il figlio ventenne quando il padre lasciava l’apparecchio incustodito. Proprio per questa ragione il lavoratore aveva contestato la decisione dell’azienda, facendo appello alla sua buona fede ed in considerazione del lungo periodo di lavoro alle dipendenze della Telecom senza alcun problema. Ma ciò non è stato ritenuto sufficiente dal datore di lavoro, che ha ritenuto di licenziare il dipendente presentando anche un esposto nei confronti del figlio. Già la Corte di Appello di Lecce aveva dato ragione all’azienda, confermando il licenziamento dell’operaio per giusta causa. La Suprema Corte ha confermato tale decisione, ritenendo che la circostanza dell’uso privato del cellulare, anche se utilizzato da un parente stretto, costituisca una giusta causa di licenziamento, trattandosi di “un grave inadempimento […] che ha fatto “venir meno il rapporto fiduciario tra datore di lavoro e lavoratore”, anche in considerazione degli “indebiti vantaggi conseguiti dal dipendente in danno della datrice di lavoro”.

Indagine choc della Società di Pediatria sulle teenager italiane, tra amore, alcol e fumo.Alla domanda «Cosa vuoi fare da grande?

 

 

 

L’allarme è stato come un fascio di luce che acceca: ci sono baby squillo sulle strade. Ce l’hanno messe i loro coetanei, per pagare debiti del gioco d’azzardo. Giuliano Amato, ministro dell’Interno, ha lanciato un sasso, l’altro giorno. E adesso rischia di venire giù una montagna. Perché quella del titolare del Viminale è la punta dell’iceberg. Ma basta fermarsi un attimo e scoprire che l’infanzia più tradizionale, ormai, non riesce a superare le classi elementari. Perché: c’erano una volta i bambini. E le bambine che giocavano con le bambole. Avevano dodici-tredici anni. E la Società italiana di pediatria (la Sip) li interrogava con domande tipo: che giornali girano in casa tua? Usi il computer? Qual è l’avvenimento che ti ha colpito di più quest’anno? L’ultima ricerca fatta così è datata 2003: non serviva più a niente. Non di certo a fotografare la realtà. E adesso a leggere l’ultima ricerca della Società dei pediatri presieduta da Pasquale Di Pietro, quella del 2006, vengono i brividi. Proprio oggi che anche in Italia celebriamo la Giornata dell’Infanzia. Il campione: 1.251 bambini tra i 12 e i 14 anni. Una domanda. Una delle tante del questionario: «Hai mai visto un tuo amico ubriaco?». Sì, dice il 37,4% del campione. Non solo, l’8,4% aggiunge: spesso. Un’altra domanda: conosci qualcuno tra i tuoi amici che ha fumato una canna? E questa volta è quasi uno su due (44,3%) a rispondere un tondo: sì. Un altro esempio? Tre ragazzini su quattro non esitano a confessare di fare cose che loro stessi definiscono rischiose, come ubriacarsi, appunto, bere liquori, prendere farmaci, uscire da soli la sera tardi, avere rapporti sessuali non protetti. Già: hanno rapporti sessuali frequenti, i nostri ex bambini.
Modelli educativi
Gustavo Pietropolli Charmet, psichiatra dell'età evolutiva, non ha dubbi: «L'anticipazione delle tappe dello sviluppo è dovuta ai modelli educativi. Come dire? Sono stati mamma e papà che hanno voluto che succedesse, si sono dati da fare per diversificare il modello culturale che loro avevano ricevuto. Hanno accelerato le capacità di socializzazione dei loro figli. Hanno tolto loro il senso di colpa, il senso della paura. Basta provare, per credere. Basta entrare in una qualsiasi seconda media d'Italia e capire che è impossibile far sentire in colpa questi ragazzi o mettere loro in qualche modo paura». Succede così anche nella seconda media statale di Gela, Sicilia? «I ragazzi sono molto decisi, è vero», garantisce Ela Aliosta, preside della scuola media alle soglie della pensione. Sono quarant'anni che la signora Aliosta ha a che fare con i ragazzi delle medie. Dice adesso: «Sono cambiati. E molto. Fisicamente, prima di tutto: un tempo le femmine arrivavano ragazzine in terza media. Oggi assomigliano a donne già quando entrano in prima. Soprattutto per come si vestono, si truccano, si pettinano i capelli. Con la complicità dei genitori, è ovvio».
«Faccio la velina»
Oppure la cubista, la show girl, la ballerina. Alla più tradizionale delle domande: «Cosa vuoi fare da grande?», le bambine intervistate dalla Società dei pediatri hanno infatti messo al primo posto: voglio fare il «personaggio famoso». E fino a qui non sarebbe una scoperta sensazionale. È che però, tolta questa prospettiva, rimane il vuoto: al secondo posto delle preferenze delle bambine c'è, infatti, un disarmante: «Non lo so». «Ho dodici anni faccio la cubista mi chiamano principessa», è il titolo del libro di Marida Lombardo Pijola, una giornalista-mamma che non a caso ha gettato scompiglio tra mamme e papà. Ha scoperchiato il mondo delle discoteche pomeridiane, lasciando disorientati nugoli di genitori davanti a frasi di bambine come: «Se fai la cubista sei una donna. Non più una ragazzina. Con i clienti della disco treschi soltanto se ti va. E puoi farti pagare...». Non è fantasia. È qualcosa che da noi è arrivato da pochissimi anni, probabilmente importato ancora una volta dagli Stati Uniti. Era del 2003 «Thirteen, 13 anni», il film-choc ambientato a Los Angeles con protagoniste due ragazzine (tredicenni, appunto) che vivono vite sempre più pericolose tra sesso promiscuo, droga, fumo, alcol, piccoli furti, accenni di lesbismo. «Sono vent'anni che insegno nella scuola media di Centocelle, a Roma», dice Margherita D'Onofri, insegnante di scienze. E spiega: «Soltanto negli ultimi anni, però, ho visto cambiare gli atteggiamenti durante i campi scuola, ovvero quelle gite che consentono ai ragazzi di dormire fuori dalla propria città. Adesso anche nelle prime classi stanno svegli tutta la notte e si mescolano dentro le stanze. Fino a poco tempo fa non succedeva».
fonte
Tra le ragazze «Mamma e papà cosa dicono? Mica lo sanno che veniamo qui. Altrimenti dove andiamo?»
E il sabato pomeriggio tutte a caccia in discoteca
Arrivano in jeans e maglioncino largo, appena dentro si (s)vestono da lolite e cubiste

MILANO — «E l'età?». Tanta: almeno almeno il doppio tuo. «Che importa, se c'è l'amooore...». Dalla febbre del sabato sera al probabile febbrone — tanto son mezze nude — del sabato pomeriggio, quando la discoteca Shocking apre dalle 15 alle 18 solo ai minorenni, c'è un conto anagrafico alla rovescia, dai 15 agli 11 anni, che conta e riconta l'attesa: «Ancora un'ora e quindici, e si entra». Che choc, allo Shocking. Arrivano prima, prima tanto, per prendere posto in coda, star davanti, essere sicure d'entrare, con l'attesa fumata via tra una sigaretta, uno sputo (sì, uno sputo), una tirata in su del tanga che scende e del reggiseno push-up che traballa, e un posizionamento tattico della frangetta per occultare il brufoletto. Quando son dentro, corrono come centometriste alla conquista del cubo, potessero segnerebbero il terreno attorno con le bandierine, lo occupano e non lo mollano nemmeno a pagarle. E da lì in avanti, via con le danze. Musica elettronica a manetta, incessante, martellante. Mezzoretta iniziale di balli, per scaldarsi. Quindi, le grandi manovre dell'«amore», ché questa discoteca, e così è il vicino Tocqueville, sempre in zona corso Como, sempre in zona movida, il sabato pomeriggio a una cosa sola serve: prendersi. Per lasciarsi, certo, appena il dj spegne la consolle e le luci se ne vanno. Ma chissenefrega: per intanto, godiamocela. Un popolo di lolite (s)vestite da donna, con l'abbigliamento da urlo — parola d'ordine la trasparenza, meglio se assoluta — e nascosto dentro uno zainetto. Escono di casa, salutano mamma e papà con jeans, maglioncino largo, giubbotto, un normal look tra la secchiona e la brava figliola, e appena valicato il controllo agli ingressi partono per il bagno, aprono lo zainetto, e oplà. In un amen, trasformazione estetica, jeans, maglioncino e giubbotto appallottolati dentro il suddetto zainetto, consegnato, previo pagamento di euro 9, alla cassa. A proposito di soldi: ai 9, si aggiungano i 10 euro dell'ingresso, e gli almeno 5 della seconda consumazione (la prima è gratis). Morale: escono non meno di 24 euro. Spesi bene? «E certo. In ogni modo, altrimenti, dove vado il sabato pomeriggio?». E dove potrebbero andare, inseguite, affascinate, sedotte come sono per tutta la settimana dai coetanei — la specialità qui è maschile — addetti alle pubbliche relazioni? I baby pr presidiano i corridoi delle scuole, i mezzanini del metrò, piazza Duomo, gli oratori, con in mano un plico di depliant che consegnano con il sorrisone e la promessa: «Vieni da noi, siamo il massimo dei massimi».
A fine giornata, i gestori prendono i depliant — lasciapassare per l'ingresso in discoteca —, che sopra hanno riportato un piccolo codice, corrispondente al nome di chi li ha piazzati, e contano. Se tal dei tali ha portato un bel numero di persone, in premio bevande gratis, biglietti gratis per le discoteche, tessere gratis per esclusivi privé di locali super-vip. Insomma, se uno s'impegna, è bravo, si sbatte, gli si aprono le porte dell'olimpo del divertimento, e allora ecco perché la ricerca di possibili clienti è una caccia estenuante, sfiancante, finanche stoica, addirittura eroica. Dicono: e i genitori? In questo sabato pomeriggio, di genitori manco l'ombra. Zero. Lo sanno i tuoi che andate in discoteca? «Cosaaaa?». Lo sanno i tuoi che andate in discoteca? «No. Cambia qualcosa?». Boh, forse sì, forse no. «Guarda che mica rubiamo o ammazziamo...». E, a dire il vero, manco si ubriacano: al bancone del bar, gli alcolici non ci sono. E, a ridir il vero, manco si drogano: qualche nuvoletta di canne, d'accordo, e però pasticche o cocaina non se ne vedono. Le nasconderanno? Forse sì, forse no. E comunque sia: l'imperativo è lo stesso. L'amore. Certi appostamenti, certi movimenti, certi affondi restano nella memoria. Con il maschietto piantato lì, come un baccalà e la faccia da finto duro, al centro dell'arena, e le ragazzine attorno che lo osservano, scrutano, bocciano o promuovono con un bacio, e dopo il bacio una chiacchierata e dopo la chiacchierata mani che frugano. Con le femminucce che svettano sui cubi e, sotto ai cubi, i ragazzi che sfilano in processione, uno dopo l'altro, e speranzosi s'affidano agli sguardi delle miss. Se parte l'occhiata, lei scende e si finisce su un divanetto a raccontarsela. Se l'occhiata manco è accennata, avanti il prossimo. E così per cinque ore, in un vortice di telefonini che scattano fotografie e mandano sms, senza sosta, senza interruzione, senza pause. Una frenesia di sudore arginata dal consumo in quantità industriale della bevanda che nella pubblicità ti mette le ali. Litri e litri di energia, sia mai faccia capolino la fatica o, peggio, la stanchezza, o, peggio del peggio, la voglia d'andarsene. Cinque, sei, settecento ingressi, ogni volta, allo Shocking. Altrettanti al Tocqueville. Generalizzando: lo Shocking ambito dai pischelli della Milano bene; il Tocqueville, amato da quelli delle periferie e dell'hinterland. Volgarizzando: «Al Tocqueville ci vanno i tamarri»; «Lo Shocking è il posto dei fighetti». Alla fine, beata gioventù. Toglietegli tutto, tranne che la baby discoteca. Sabato, i gestori del Tocqueville l'han tenuto chiuso perché, la settimana prima, c'era stato un rissone tra adolescenti agitati. E che rabbia, che indignazione, che dolore, tra le abituali clienti che ugualmente si sono messe in fila, sperando che i titolari ci ripensassero. Macché. E ora? «Ora è davvero un grandissimo casino». Scusate, c'è lo Shocking... «Mmmmm». E vabbé, fate uno sforzo, no? Si radunano in gruppo, sigaretta e uno sputo, uno sputo e una sigaretta: vuol dire che ci stanno pensando su, chissà, magari, per stavolta, si può fare un'eccezione. In nome dell'amore, s'intende.

Cina, Nigeria, India: ecco la destinazione dei Pc che gli americani credono di «riciclare»

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GUIYU (Cina) – In Cina, ogni anno, viene prodotto oltre un milione di tonnellate di rifiuti tecnologici. Per la maggior parte provengono dall’occidente, ma sta crescendo anche una produzione casalinga. A Guiyu, provincia cinese di Quandong, l’industria della spazzatura elettronica impiega circa 150 mila persone, che lavorano in condizioni sanitarie e ambientali disastrose per recuperare i materiali più pregiati dalle apparecchiature elettroniche. La cosiddetta industria dell’e-waste (spazzatura elettronica) viene alimentata soprattutto dall’evoluta America, i cui consumatori credono di aiutare il pianeta quando in realtà spesso contribuiscono, ignari, al business del commercio dei rifiuti tecnologici. La denuncia è dell’ong Basel Action Network, che già anni fa aveva diffuso un rapporto inquietante sui rifiuti hi-tech Usa che vengono spediti via nave verso altre destinazioni. Del resto, come spiega Kenneth Chan dell’Environmental Protection Department di Hong Kong, è impossibile fermare e controllare ogni singolo container importato da Hong Kong.

NON SOLO CINA – Ma in generale il tema non chiama in causa solo la Cina, bensì molte economie in via di sviluppo: i Paesi ricchi stanno letteralmente inondando di spazzatura hi-tech i paesi del Terzo Mondo. Anziché impegnarsi nel riciclo e nello smaltimento, le nazioni industrializzate scaricano verso i Paesi poveri la responsabilità dello smaltimento. Computer, telefonini e televisioni che finiscono in discariche a cielo aperto o vengono bruciati, liberando sostanze molto tossiche per l’ambiente. Oltre alla Cina, il porto nigeriano di Lagos è uno dei più colpiti. Ma anche molte località indiane e africane.

MATERIALI TOSSICI – Gli attivisti stimano, per l’esattezza, che una percentuale che va dal 50 all’80 per cento delle 300-400 mila tonnellate di rifiuti elettronici prodotti finisca in Paesi privi di normative adeguate a questo proposito, alimentando un business pericoloso e immorale. Le sostanze più nocive contenute nella spazzatura elettronica sono il piombo e l’arsenio per i tubi catodici, il selenio e il cadmio. In generale per costruire un Pc sono necessarie sostanze tossiche in una quantità pari a dieci volte il suo peso. Come ha dichiarato Jim Puckett, della Basel Action Network, «stiamo preservando il nostro ambiente a spese del resto del mondo».

 

dal corriere della sera

lunedì 19 novembre 2007

Non è reato punire i figli per il loro bene,lo dice una sentenza della cassazione

 

Cassazione 31510/2007

 

 

Punire duramente la propria figlia ribelle non è reato se le violenze non sono abituali e se le misure sono adottate per il suo bene. Lo ha stabilito la Quinta Sezione Penale della Corte di Cassazione che, con una decisione destinata a far discutere, ha confermato l’assoluzione per madre, padre e fratello di fede islamica accusati di maltrattamenti nei confronti della minore Fatima. La ragazza, infatti, era stata picchiata e legata dai familiari per impedirle uno stile di vita ritenuto non conforme alla cultura della famiglia, e per questo aveva minacciato di suicidarsi. Era partita dunque la denuncia penale, culminata nella richiesta della Procura di Bologna, che chiedeva la condanna dei genitori e del fratello della minore per sequestro di persona e maltrattamenti. I tre, condannati in primo grado, erano stati assolti dalla Corte di Appello di Bologna, che aveva accolto la tesi difensiva degli imputati secondo la quale la ragazza era stata legata per il suo bene ed i maltrattamenti non potevano considerarsi abituali, essendo accaduti solo tre volte e per di più motivati da comportamenti della figlia ritenuti scorretti. Il Procuratore Generale di Bologna, non condividendo la decisione, aveva invece chiesto le condanne sottolineando che la ragazza era stata segregata e liberata solo per essere poi brutalmente picchiata dai congiunti che volevano punirla per la frequentazione di un amico e, più in generale, per il suo stile di vita, non conforme alla loro cultura. La Suprema Corte ha invece confermato le assoluzioni per i tre imputati, ritenendo che dall’istruttoria dibattimentale fosse emerso con certezza che Fatima, terrorizzata dalla ritorsioni dei familiari perché si era recata al lavoro incontrandosi con un uomo, aveva minacciato di suicidarsi, per cui i familiari furono costretti a legarla per evitare che commettesse atti di autolesionismo, mentre, per quanto riguarda i maltrattamenti, gli stessi apparivano “motivati da comportamenti della figlia ritenuti scorretti, e quindi non esprimenti il necessario requisito di volontà di sopraffazione e disprezzo”.

CANONE/TASSA RAI. INTRODOTTE NOVITA E NUOVO REATO PER MANCATO PAGAMENTO.

 

 

 

 

A quanto pare, il canone/tassa Rai e' dovuto anche per il computer, ma solo se uno e' straniero. Ma attenzione, non abbonarsi potrebbe far finire in carcere. Queste le novita' contenute nella lettera con cui ogni anno la Rai gentilmente ricorda a coloro che ancora non lo sapessero tutti "i vantaggi che offre un pagamento spontaneo" dell'abbonamento.
Come ormai sappiamo, il canone e' dovuto per tutti gli apparecchi "atti o adattabili" alla ricezione di programmi televisivi, "compresi personal computer, decoder digitali e altri apparati multimediali" (come sostiene la Rai nel modulo di dichiarazione sostitutiva di atto di notorieta', la cui compilazione e' richiesta a coloro che dichiarano di non avere alcun televisore).
Ma leggendo la lettera inviata questo fine anno, si nota che le parole "personal computer" sono sparite (rimangono invece i decoder digitali e altri apparecchi multimediali). Davvero ci sarebbe da esultare, perche' tale specifica esclusione potrebbe indurci a pensare di non dover piu' sborsare l'odiatissimo balzello anche per il solo possesso di un computer. Forse la Rai ha recepito le osservazioni di migliaia di cittadini e ha chiarito –seppur obliquamente- che il computer non e' soggetto alla tassa? Niente affatto! Sul retro della lettera, l'invito a pagare in lingua inglese, francese, araba e cinese menziona anche il computer. Forse vi e' stato un disguido in fase di traduzione? O forse solo gli stranieri devono pagare il canone per il computer?
Leggendo oltre, la Rai cita come principale vantaggio dell'abbonamento il non incorrere in "reati di evasione fiscale", a cui sarebbe equiparato il mancato pagamento del canone. Insomma, per la Rai chi non paga il canone commette un crimine, anche se la legge in realta' parla soltanto di illecito amministrativo con conseguente sanzione pecuniaria (una multa, per intendersi). Forse la Rai non sa distinguere fra diritto penale e diritto civile? In ogni caso, questa volta gli stranieri hanno la meglio. Nelle traduzioni sul retro, infatti, il reato diventa semplice "multa". Insomma, lo straniero dovra' anche pagare il canone per il computer, ma contrariamente all'italiano, non rischia un processo penale per mancato pagamento.
Ci pare cosa giusta ed equa....

 

DA ADUC

Indirizzo per la petizione al canone/tassa Rai e per la sua abolizione: http://www.aduc.it/dyn/rai

domenica 18 novembre 2007

Dall'ICI alle nuove detrazioni,via alla finanziaria 2008

 

 

 

Passa alla Camera la parola sulla Finanziaria. Il ddl, approvato dall'Aula del Senato il 15 novembre, contiene tra l'altro alcune novità. Tra le più importanti: sul fronte della casa possibilità di usufruire dell'ulteriore detrazione Ici per la prima casa fino a 200 euro a prescindere dal reddito, escluso il caso di possesso di ville, castelli e gli immobili di lusso; aumento dell'importo massimo detraibile per il mutuo prima casa fino a 4000 euro; semplificazione per le detrazioni per risparmio energetico, prorogate fino al 2010 come quelle per ristrutturazione. Confermate la detrazione Irpef per chi è in affitto, pari a 300 euro per i redditi sotto i 15.493 euro e a 150 euro per chi ha un reddito maggiore. I giovani tra 20 e 30 anni che vanno a vivere per conto proprio godranno per i primi tre anni di una detrazione più alta, pari a 991,60 euro se i loro redditi non superano i 15.493 euro. Sulla sanità è confermata l'abolizione del ticket aggiuntivo di 10 euro sulle ricette per la specialistica e la diagnostica. Per la famiglia è confermata la detrazione delle spese per la retta degli asili nido, arrivano 30 milioni di euro per ridefinire i livelli di reddito e gli importi degli assegni ai nuclei familiari con un componente disabile e agli orfani, mentre è abolito il canone Rai per gli over 75 con un reddito familiare complessivo non superiore a 516,46 euro al mese. Sono poi previsti controlli incrociati più stringenti, attraverso il sostituto d'imposta, sulle detrazioni che sono indebitamente utilizzate, e chi dichiara una situazione reddituale della famiglia (Isee, ossia indicatore della situazione economica equivalente) non veritiera per poter accedere, indebitamente, ai servizi sociali, potrà essere facilmente scoperto: la dichiarazione Isee, infatti, sarà trasmessa all'Agenzia delle Entrate che procederà a controlli incrociati, se necessario anche presso le banche.
Per le imprese, oltre alla riduzione dell'Irap dal 4,25% al 3,29% e dell' Ires dal 33% al 27,5%, e alla possibilità per i soggetti titolari di imprese con fatturato fino a 30.000 euro di optare per una imposta forfettaria sostitutiva del 20%, è stata introdotta la possibilità di dedurre una quota degli interessi passivi che si formano a seguito dei ritardi dei pagamenti della pubblica amministrazione. Anche le piccole imprese e le società di persone (che versano l'Irpef) possono scegliere l'aliquota del 27,5%, se più conveniente, ma solo per la parte di utili reinvestiti. Le imprese che abbiano denunciato estorsioni sono escluse da eventuali aumenti di aliquota Irap e delle addizionali che le Regioni dovessero decidere per ripianare i loro disavanzi. Inoltre torna l'incentivo per le assunzioni a tempo indeterminato nel Sud. I datori di lavoro che nel 2008 incrementano il numero di lavoratori con contratto a tempo indeterminato in Calabria, Puglia, Sicilia, Basilicata, Sardegna, Abruzzo e Molise hanno diritto per gli anni 2008, 2009 e 2010 ad un credito di imposta pari a 333 euro al mese per ciascun lavoratore. Il credito d'imposta sale a 416 euro nel caso di assunzione di donne.
Sul fronte della Pa arriva il taglio dei ministeri e lo stop allo stipendio di senatori e deputati, bloccato per 5 anni, e il etto allo stipendio dei manager pubblici non può superare quello del primo presidente della Cassazione (274.000 euro). Da questo limite sono esclusi 25 top manager, che deciderà la Presidenza del Consiglio, la Banca d'Italia le Authority di settore. La norma non si applica agli artisti Rai che hanno contratti di prestazione d'opera. Ai consiglieri circoscrizionali, comunali e provinciali verrà assegnato un gettone di presenza per la partecipazione a consigli e commissioni al posto dello stipendio. Stretta anche sui rimborsi per le missioni e per le auto di servizio che non potranno superare in media i 1.600 cc (escluse quelle dei vigili del fuoco e delle forze dell'ordine). Quanto alle assunzioni, si precisa che l'accesso ai ruoli della pubblica amministrazione avviene per concorso. Le singole amministrazioni predispongono un piano triennale per la stabilizzazione di coloro che, con le varie tipologie di contratti precari hanno maturato tre anni di anzianità di servizio. A coloro che hanno lavorato come co.co.co sarà riconosciuto, al momento dei concorsi, un punteggio in più.
Infine è stata introdotta la class action, ossia l'azione collettiva risarcitoria. Le associazioni abilitate sono quelle riconosciute dal Consiglio nazionale dei consumatori e quelle ulteriore previste in un successivo decreto.
Il testo è frutto di coordinamento redazionale sulla base delle strisce d'Aula: è quindi soggetto in qualsiasi momento a modifiche per il coordinamento istituzionale. (16 novembre 2007)

sabato 17 novembre 2007

«Giustizia e verità sul G8 di Genova» .Manifestazione per la verita sui fatti del G8

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GENOVA - Migliaia di persone, precedute da uno striscione con la scritta "La storia siamo noi", hanno partecipato al corteo organizzato a Genova a sei anni dal G8 del luglio 2001. I manifestanti hanno sfilato pacificamente per le vie della città e nel giro di un paio d'ore hanno raggiunto piazza de Ferrari, nel centro, all'urlo "libertà, libertà". Qui la marcia, organizzata per chiedere la costituzione di una commissione d'inchiesta parlamentare sulle violenze e la gestione dell'ordine pubblico durante il G8 e per protestare contro le richieste dei pm a carico dei 25 manifestanti accusati di devastazione e saccheggio, si è fermata per il concerto finale.I manifestanti - 50 mila per gli organizzatori, 25-30 mila secondo le stime della questura - sono arrivati da tutt'Italia. Molti gli striscioni. L'Unione Studenti ne inalberava uno con scritto «Chi rompe paga, chi uccide no» e un altro con la scritta «Colpevoli di sognare». Il gruppo di «Sinistra Critica» ha ballato la musica degli Inti Illimani scandendo «El Pueblo unido...». Dietro di loro i gruppi della «Sinistra Europea» della «Sinistra Democratica» e di «Arcilesbica», di «Emergency» e della «Rete 28 Aprile - Cgil». A chiudere il corteo la Fiom, il Partito dei Comunisti Italiani e gli iscritti di Rifondazione Comunista. Su un cartello stradale, sfilate le migliaia di manifestanti, è rimasto incollato un foglio con la scritta: «Di nuovo a Genova per legittima difesa, verità e giustizia per Carlo, no a 25 capri espiatori, devastazione e saccheggio a chi?». In testa al corteo c'era anche Don Andrea Gallo, che in modo "colorito" ha incitato i manifestanti: « «Non reagite alle provocazioni di quei figli di p..., se non ci aiutiamo da noi non ci aiuta un c.... di nessuno, aff.... i profeti di sventura». Alcuni writer hanno lasciato sui muri qualche scritta contro la polizia: «Polizia assassina», «Chiesa e polizia, giustizia e vendetta», «Non giustizia ma vendetta», «Sbirri assassini», «Nessuna pietà per i cani», «La giustizia non è nei tribunali, vogliamo la vendetta per Carlo Giuliani» e «Brucia il Vaticano».

(apro una piccola parentesi senza dare torto o ragione a nessuno,ma se quel colpo non fosse partito,e se avesse colpito quel polizziotto con l'estintore da 25 kg ,di cosa parleremmo?)

tratto dal corriere della sera

COME SONO MATTI QUESTI NEOZELANDESI ,TROPPO GRASSA NON LA FANNO ENTRARE

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La Nuova Zelanda e come un ascensore se si è troppo grassi non si puo,prendere il permesso di soggiorno lo scoperto a sue spese rowan trezise ragazza inglese di 33 anni,che insieme con il marito aveva pensato di strasferisi è iniziare una nuova vita,ma il suo sogno si einfranto quando si èresa conto di essere troppo pesante per le rigide regole Neozelandesi sull'immigrazione,il pesono non è noto si sa solo che come parametro , viene usato il rapporto peso altezza come indice della massa corporea.Stesso problema ha avuto suo marito Richie,di 35 anni che però è riuscito a perdere i chili necessari per poter entrare, ed al momento aspetta sua mogle oltre oceano.

venerdì 16 novembre 2007

CLASS ACTION.ADUSBEF E ADOC DUE GRANDI ASSOCIAZIONI PER I DIRITTI DEI CONSUMATORI IN CONTRADIZIONE.CHI AVRA RAGIONE?

 

 

ADUSBEF,afferma che la approvazione delle class action rappresantano il riscatto per il popolo dei consumatori,ADOC  invece afferma che e un triste momemto per i diritti dei cittadini e dei consumatori.

Chi avra ragione? per saperne di più vi posto gli articoli

 

ADOC

 

CLASS ACTION. UN TRISTE MOMENTO PER I DIRITTI DEI CITTADINI E DEI CONSUMATORI. LA BATTAGLIA SARA' PIU' DURA

Firenze, 15 Novembre 2007. L'approvazione da parte del Senato dell'emendamento Manzione-Bordon sulla class action dara' effetti contrari rispetto a quelli auspicati. Il voto e' stato un piacere alle corporazioni, alle grandi aziende e il premio verso una giustizia fatta solo di paroloni e apparenze, di chi si sciacqua la bocca con la mitica parola consumatori ma che, nei fatti, crea diritti solo per per chi e' prono al potere e non alle leggi e al diritto. Cioe' vengono favorite delle corporazioni che avranno il monopolio dell'azione giudiziaria a dispregio dell'uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge. L'accesso e' previsto, infatti, solo per i consumatori (1) e non per tutti i soggetti danneggiati da altri. Inoltre tutti i "consumatori" potrebbero arrivare alla class action solo passando attraverso le associazioni di consumatori finanziate dallo Stato e altri soggetti scelti dal Governo. Questo in dispregio all'art. 24 della Costituzione (il diritto del singolo cittadino ad agire in giudizio per la tutela dei propri diritti ed interessi). Inoltre, in questa class action, a sentenza positiva, per avere il rimborso ogni singolo deve intentare a sua volta un'azione di risarcimento (e ci potrebbero volere forse venti anni per avere un rimborso tra class action e causa individuale successiva).
La nostra proposta di legge, a prima firma dell'on.Donatella Poretti (2), era ben diversa: chiunque puo' adire la class action e il giudice decide se accettarla. I rimborsi sono automatici a fine sentenza, anche per chi, non presente in giudizio, abbia ricevuto un danno dall'illegalita' sanzionata. Inoltre, sono previste regole precise per tutte le fasi processuali –cosa totalmente assente dal progetto governativo, per cui si presuppone un ulteriore normazione.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc
(1) codice del consumo, art. 3: 1. Ai fini del presente codice si intende per: a) consumatore o utente: la persona fisica che agisce per scopi estranei all'attivita' imprenditoriale o professionale eventualmente svolta;
(2) http://www.aduc.it/dyn/parlamento/arti.php?id=149901

 

ADUSBEF

 

COMUNICATO STAMPA
FINANZIARIA: LA CLASS ACTION TUTELA LE IMPRESE PIU’ SERIE MODERNIZZANDO
UN PAESE DI TROPPI FURBETTI, CHE SGUAZZANO NELLE TRUFFE E NEI RAGGIRI A DANNO DEL MERCATO E DEI CONSUMATORI. SCONFITTA PER CONFINDUSTRIA,BANCHE ED ALTRE LOBBY CHE INVECE DI DIFENDERA L’ILLEGALITA’ AVREBBERO FATTO BENE AD APPOGGIARE STRUMENTI DI MODERNIZZAZIONE UTILI A COMPETIZIONE E AL MERCATO.
Adusbef e Federconsumatori esprimono apprezzamento per l’emendamento alla finanziaria dei senatori Roberto Manzione e Willer Bordon, che introduce anche in Italia uno strumento giuridico come la class action in grado di disboscare quelle pratiche fraudolente a danno dei cittadini consumatori e delle aziende più serie. class action è infatti uno strumento di grande serietà che dovrebbe essere appoggiato,invece di essere osteggiato dalle imprese più serie ed innovative, che vogliono rispettare le regole e stare sul mercato correttamente e che non avrebbero nulla da temere dall’azione collettiva,anzi rafforzerebbero la loro azione espungendo dal mercato i professionisti della frode, che rischiano poco guadagnando molto sulla pelle dei consumatori e del mercato, confidando nei tempi lunghi della giustizia e nelle azioni individuali, che – come nei casi dei grandi crack finanziari- vedono tagliati fuori dai risarcimenti centinaia di migliaia di truffati.
class action,strumento di civiltà giuridica, potrà avere una funzione di deterrenza preventiva imponendo comportamenti più virtuosi e disboscando i Tribunali da migliaia di processi individuali, che potrebbero essere snelliti offrendo quella giustizia giusta al popolo di consumatori,spesso esclusi dalle azioni di rivalsa anche per la diseconomicità del procedimento giudiziario. forza delle lobby,dalle banche alle assicurazioni, da Confindustria alle imprese monopolistiche, sono state sconfitte da una proposta seria dei senatori Bordon e Manzione,che con la legge sulla class action riscattano la mediocrità di taluni provvedimenti proprio favorevoli per i vessati cittadini consumatori. Class Action potrà essere azionata dalle associazioni dei consumatori presenti nel Consiglio nazionale consumatori e utenti ma anche da parte di associazioni di "consumatori, investitori e altri soggetti portatori di interessi collettivi legittimati". Su questo punto è previsto un passaggio parlamentare nelle commissioni parlamentari competenti. platea dei soggetti legittimati a ricorrere sarà così più ampia, per consentire, ad esempio, cause collettive anche per eventuali danneggiamenti ambientali. L'avvio della causa collettiva ha subito effetti: interrompe le prescrizioni delle altre cause avviate dai consumatori, magari singolarmente. Sono quindi previsti vari passaggi. Il primo è la decisione del giudice, che dovrà solo stabilire se l'impresa va condannata. Fisserà però anche le modalità per stabilire gli importi dovuti e la procedura per attribuire il rimborso ad ogni singolo cittadino. Dalla causa collettiva si passa quindi a stabilire rimborsi individuali: questo passaggio sarà gestito da una Camera di Conciliazione che dovrà essere costituita presso il tribunale che si occupa della causa. In questa fase parteciperanno in modo paritario i difensori di coloro che hanno proposto l'azione di gruppo e la società chiamata a rispondere del proprio comportamento. Durante questa procedura i cittadini possono anche ricorrere singolarmente e, nel caso si ritengano non soddisfatti dall'accordo raggiunto, possono anche decidere di proseguire l'azione giudiziaria. Sono infine previste modalità per pubblicizzare la sentenza di condanna e l'accordo raggiunto nella successiva transazione. Un'ultima misura serve ad evitare che i costi ricadano sui consumatori. parcella degli avvocati dei ricorrenti sarà pagata dalla società condannata, anche se solo parzialmente. L'importo dovuto non dovrà però superare il 10% del valore. L’Italia ha anticipato la proposta di Bruxelles sulla 'class action' che arriverà all'inizio del prossimo anno,secondo il responsabile dell'Antitrust Ue, Neelie Kroes, che - ha spiegato - presenterà un Libro Bianco con "specifiche raccomandazioni per rendere più semplici i ricorsi dei privati, in primis i consumatori, contro i danni subiti dalla violazione delle regole sulla concorrenza". "L'Europa - ha affermato Kroes - ha bisogno di un sistema efficace di azioni private per i danni subiti, così che tutte le vittime, particolarmente i consumatori, possano esercitare il loro diritto al risarcimento".

giovedì 15 novembre 2007

MUTUI: DOPO UNANIME RISOLUZIONE PARLAMENTARE,IL NOTARIATO E L' ABI NON POTRANNO PIU' SPECULARE SULLA PELLE DEI CITTADINI

 

 

 

Commissione Finanze della Camera ha approvato all’unanimità la risoluzione che rende operativa la portabilità gratuita dei mutui, come previsto nel decreto Bersani sulle liberalizzazioni. risoluzione impegna il governo "a prendere ogni utile iniziativa" al fine di dare piena attuazione alla norma secondo la quale "la surrogazione del mutuo non può comunque comportare l’applicazione di penali, di qualsiasi natura, per l’estinzione anticipata del credito surrogato. Al debitore, inoltre, non possono essere imposte spese o commissioni per la concessione del nuovo mutuo, ovvero per accertamenti catastali, i quali potranno essere effettuati a cura ed onere del soggetto mutuante" (le banche ndr).
Tale risoluzione chiara e tempestiva, smonta il gioco delle tre carte che Abi e Notai stanno facendo da ben 8 mesi sulla pelle dei cittadini, una vera e propria “ammuina” con rimpalli di responsabilità per dilazionare l’applicazione di una legge chiara, come l’accordo sottoscritto di recente tra Abi e Notai sulle procedure per la portabilità dei mutui, invenzione lessicale per addossare ai consumatori oneri e costi espressamente vietati dal decreto Bersani,che impone l’obbligo della surroga e della trasferibilità dei contratti senza alcun onere per i consumatori.
Adusbef e Federconsumatori nel rammentare ancora una volta quegli obblighi chiari di una legge che veniva interpretata per non applicarla, ricordano che basta una semplice scrittura privata tra le parti contraenti,banca e mutuatario,da autenticare dal funzionario della banca con potere di firma con annotazione sull’atto originale trasmesso alla cancelleria in caso di surroga del contratto verso un’altra banca; mentre sulla rinegoziazione del mutuo non esiste alcun obbligo del notaio,perché è la stessa banca che aveva erogato il mutuo mantiene il cliente, aiutandolo ad uscire dalle difficoltà con l’allungamento della durata del mutuo o la trasformazione del tasso dal variabile al fisso.
Dopo l’approvazione della risoluzione da parte del parlamento, il Gatto (Notariato) e la Volpe (ABI), che volevano trarre ulteriori profitti ulteriori dal Campo dei Miracoli di collodiana memoria, si mettano l’animo in pace perché non potranno più speculare, con spese,costi e commissioni inventate di sana pianta e non necessarie, sulla pelle dei cittadini.

ADUSBEF

Spam e Phishin. YouTube può diffondere codici maligni

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L'alert, così come tecnicamente viene definita la segnalazione di una nuova minaccia per gli utenti Internet, è arrivato ieri dai Security Labs della Websense, uno dei maggiori specialisti in materia di sicurezza informatica. L'alert in questione(http://www.websensesecuritylabs.com/alerts/alert.php?AlertID=818) non è uno dei tanti per un semplice motivo: riguarda un codice maligno che sfrutta la popolarità di YouTube, il sito per antonomasia per la condivisione dei video sul Web, per invogliare gli utenti a scaricare il programma infetto. E scatenare una possibile infezione globale.
I ricercatori della WebSense, ad ogni modo, hanno immediatamente inquadrato la minaccia mentre sul sito del popolare sito (http://youtube.com/) non c'è traccia alcuna del problema. A mettere sul chi va là i tecnici è stata una mail scritta in linguaggio html che invitava gli utenti a visualizzare un video su YouTube. Una volta connessi al sito l'incauto internauta viene indirizzato a una pagina che richiama in tutto e per tutto le sembianze di quella originale e qui sta la sorpresa: un messaggio di testo spiega che il video richiesto non può essere riprodotto e invita in modo fraudolento gli utenti a scaricare e installare sul proprio computer un lettore flash.
Il sito "pirata", questo hanno rilevato nei Labs della WebSense, è ospitato su un server in cui sono confluiti più di un centinaio di siti di "phishing" solo negli ultimi quattro mesi. Server che sarebbe gestito dal rinomato gruppo di hacker "Rock Phish", la più grande e temuta organizzazione di cybercriminali della Rete nel campo del phishing. E le potenzialità delle minacce e dei codici maligni che possono partire da questi hacker, a detta della società di security californiana, sono molto molto elevate. Quindi attenti a non inciampare nella mail di cui sopra e guardarsi bene dal cliccare su questo indirizzo: www5.youtube.com.site670221.X.X/watch/v/install_flash_player.exe.euro

dall sole 24ore

mercoledì 14 novembre 2007

IL RAGIONIER FIORANI E GLI ALTRI “FURBETTI DEI CONTICINI”,TRUFFA BANCHE PISA

 

 

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1 MILIONE DI CORRENTISTI EX BPI,SOTTO PROCESSO IL 24 GENNAIO 2008 A PISA.
60.000 UTENTI CASSA DI RISPARMIO DI PISA, RAPINATI DI 2,325 MILIONI DI EURO.
ADUSBEF CHE DENUNCIO’ TRUFFA A 10 PROCURE REPUBBLICA,TRA LE PARTI OFFESE NEL PROCESSO PENALE ISTRUITO GIUDICE ALEMI,SARA’ PARTE CIVILE.ADUSBEF SCRIVE A GOVERNATORE DRAGHI IN MERITO ALTRUI ONORABILITA’Utilizzando norme illegali, il 28 dicembre 2004 il ragionier Fiorani rese note variazioni peggiorative contrattuali a carico della generalità dei suoi correntisti, che sarebbero scattate 3 giorni dopo,il 1 gennaio 2005. Il tardivo pacco natalizio confezionato dal ragioniere di Lodi a tutti i clienti della sua banca,aveva diciture fantasiose come : “Commissioni di urgenza: euro 50; recupero spese postelegrafoniche: euro 40; recupero spese amministrative: euro 35”. Migliaia di correntisti del Gruppo Bancario Banca Popolare di Lodi si vedevano addebitato questi importi per centinaia di euro sull’ultimo estratto conto, senza alcuna spiegazione, né a fronte di servizi richiesti: in risposta a questo tentativo, l’Adusbef presentò il 12 febbraio 2005 diversi esposti-denunce a dieci Procure della Repubblica (tra le quali Lodi, Milano, Roma,Lucca,Pisa,Pescara,Chiavari), chiedendo di accertare se il comportamento della Popolare di Lodi non potesse configurare illeciti penalmente rilevanti: “Di fronte ad una

prassi delle banche italiane, che inseriscono costi ed addebiti di decine di euro mai concordati in precedenza,deve intervenire la magistratura per verificare se tali comportamenti non abbiano travalicato il Codice Penale”-scriveva Adusbef nelle denunce.
Con decreto di citazione diretta a giudizio,ai sensi degli artt.550 e seguenti codice penale, il sostituto Procuratore della Repubblica di Pisa,dott.ssa Alemi,ha disposto il rinvio a giudizio per Giampiero Fiorani,Landi Paolo,Leo Alessandro, Pacini Pierfrancesco, Littara Vincenzo,Biondi Roberto, Federighi Federico,imputati del reato di truffa perché in concorso tra di loro,in esecuzione del medesimo disegno criminoso, si appropriavano indebitamente della somma di 2.325.365 euro,facendola configurare come recupero spese postelegrafoniche,spese amministrative,spese di gestione e spese per servizi non ricompresse in specifiche tariffe,come commissioni di urgenza addebitandola il 31.12.2004 a tutti i conti correnti dei clienti per un importo complessivo di euro 1.110.605 a titolo di commissioni di urgenza, di euro 1.214.760 a titolo di spese amministrative. Con l’aggravante del danno patrimoniale di rilevante gravità e di aver commesso il fatto con abuso del rapporto di prestazione d’opera.L'inchiesta sulla Bpi si allarga, con una serie di perquisizioni effettuate a Milano e in Svizzera, e si precisano i ruoli dei protagonisti, a partire da quello di Gianpiero Fiorani, definito «promotore e organizzatore» dell'associazione criminosa che aveva al fianco una serie di esecutori, ciascuno con un compito ben preciso da assolvere come si legge si legge nell'ordinanza redatta dal giudice per le indagini preliminari, Clementina Forleo. Fiorani «è risultato, quanto meno a livello esecutivo, il vero promotore ed organizzatore del sodalizio in questione, individuando le operazioni immobiliari dalle quali trarre illeciti profitti occupandosi, direttamente o tramite suoi referenti di fiducia, delle trattative occulte relative all'acquisizione della Adamas e all'operazione Mizar» nonchè della «concessione di finanziamenti del tutto anomali a società immobiliari e finanziarie a lui riconducibili o di interesse per il sodalizio».

DA ADUSBEF

Aldo Bianzino arrestato,morto in carcere.Tanzi calisto in giro con lo yacht.perchè la legge non e ugule per tutti(1)

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le droghe sono vietate e vero.Aldo Bianzino e stato arrestato per aver colitivato canapa indiana,nel suo orto aveva una moglie e un figlio non aveva mai fatto male a nessuno ,lavorava come falegname viveva a pietralungha.Era stato arrestato Nel carcere di Capanne dove è stato pestato a morte. Il medico legale ha riscontrato 4 ematomi cerebrali, fegato e milza rotte, 2 costole fratturate. Lascia una moglie e un figlio, aveva 44 anni e non aveva mai fatto male a nessuno. Un fisico esile, capelli biondi come quelli di un altro falegname finito in croce. Aldo è invece finito prima in cella di isolamento e poi al cimitero. E’ stata aperta un’inchiesta per omicidio volontario dal giudice Petrazzini.La morte di Aldo ha due ragioni la prima e l'impunita di chi non è degno della divisa che porta,La seconda è assurda, riempie le carceri di tossicodipendenti e di consumatori occasionali,che giustamente va punita ma ci sarebbero molte soluzioni oltre al carcere. Giovanardi, compagno di partito di Mele donne-coca-champagne, su questo non è d’accordo, lui vuole quattro anni di carcere per un grammo di hashish

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Il crack finanziario piu grande della nostra storia, e stato quello della parmalat di Calisto Tanzi,dove persone che hanno investito la loro liquidazione (anche sotto consiglio delle banche)si sono ritravate senza niente,persono che hanno visto vacillare il propio posto di lavoroLa sua Parmalat - dicono a Piazza Affari - è un'ottima industria nel settore latte su cui è stato costruito un misterioso e poco trasparente impero finanziario. In cui miliardi di euro vagano senza tracce tra Collecchio e le isole del Canale, fino a Malta e alle Cayman. I referenti politici del patron di Collecchio oggi contano meno di un tempo. Quelli bancari hanno già le loro gatte da pelare.il fatto che tutti sapevano e tutti tacevano,dalle banche a chi doveva vigilare e tutelare i cittadini,infine posto questo testo tratto dal sole 24ore:Calisto Tanzi ha preso il largo. L’ex patron della Parmalat, sparito dalla circolazione dopo gli ultimi interrogatori a Parma, è stato infatti avvistato da alcuni diportisti al « largo » delle coste della Sardegna a bordo di un veliero insieme alla moglie e ad alcuni famigliari. Per i diportisti che l’hanno visto sul ponte di comando della barca, che secondo le testimonianze era lunga non meno di 16 metri, è stato un vero shock: dopo tante fotografie che lo ritraevano triste e pentito, ecco l’immagine del Tanzi abbronzato e felice. Non solo. Poiché il celebre veliero di Tanzi, il Te Vega, è stato sequestrato e messo all’asta, ad alcuni testimoni è persino venuto il dubbio che la barca su cui l’ex imprenditore è stato avvistato in Sardegna ( e in particolare a Villa Simius) fosse sfuggita alla rete gettata da Bondi e dai magistrati di Parma sul cospicuo patrimonio della famiglia di Collecchio. In realtà, da quanto si è poi appreso, Tanzi era ospite in crociera sulla barca della famiglia della moglie, che ovviamente con il crack non ha nulla a che fare. Ma ai diportisti, come ai creditori della Parmalat, quell’immagine del Tanzi in crociera ha lasciato davvero il sale in bocca.

tratto dal blog di beppe grillo

repubblica

lunedì 12 novembre 2007

Rimborso del Sistema Operativo Microsoft Windows preinstallato (OEM),prima sentenza di rimborso.

 

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COME NASCE IL CASO - Comprando un computer oggi ci si trova nell'assurda situazione di non poter scegliere il sistema operativo con cui farlo funzionare, ma di doverlo comprare con il sistema operativo gia' installato da parte del produttore del PC e piu' precisamente con Microsoft Windows. Praticamente tutti i principali produttori di PC non offrono piu' all'acquirente la possibilita' di comprare il solo computer separatamente dal sistema operativo, e cio' e' particolarmente evidente nel settore dei portatili. E' vero che esistono alcune case produttrici che lo fanno ma sono per lo piu' marchi poco noti o modelli di fascia medio/alta.Quando si compra un computer, di solito, si da' molta importanza alla marca, dal momento che magari la conosciamo perche' abbiamo gia' avuto a che fare con quella ditta e siamo rimasti soddisfatti, oppure perche' un nostro amico esperto la conosce e ce la consiglia, perche' e' affidabile ed ha una ottima assistenza, perche' ha un buon rapporto qualita'/prezzo. Nessuno sceglie un computer perche' vi e' stato preinstallato un determinato sistema operativo anziche' un altro se non soddisfa primariamente i requisiti di fiducia, qualita', garanzia ed economicita'.Il risultato di questa situazione e' che chi non vuole il sistema operativo che e' stato preinstallato sul computer che ha acquistato, e' costretto a toglierlo e buttarlo via a proprie spese, dal momento che un altro requisito fondamentale di questo software e' l'inscindibilita' commerciale dal PC col quale e' stato acquistato. E ribadiamo che l'inscindibilita' e' esclusivamente commerciale e deriva dal fatto che alcuni produttori ritengono che gli usi commerciali invalsi nel settore in funzione della domanda dei consumatori, abbiano portato a non considerare tali componenti come prodotti distinti. Da qui la prassi commerciale di considerali inscindibili dal punto di vista commerciale. addiritura come si puo leggere inquesta clausola del contratto hp dopo l'uscita di windows vista "Il prodotto software inutilizzato deve essere restituito al rivenditore, unitamente all'hardware HP, entro 14 giorni dalla data d'acquisto, per ottenere il rimborso integrale del prezzo pagato alle condizioni in vigore presso il luogo d'acquisto". Quindi se non si vuole utilizzare il sistema operativo preinstallato, non sara' possibile tenere il computer per installarci altro software, invece il contatto di vista  dice"Qualora il licenziatario non le accetti [le condizioni], non potra' utilizzare il software e dovra' contattare il produttore o l'installatore per conoscere le modalita' di restituzione allo scopo di ottenere il rimborso del prezzo". Microsoft, quindi, parla solo di rimborso per il software. Quindi nessun vincolo tecnico o legale, solo imposizione commerciale.Hp sostiene che il proprio prodotto -hardware e software- viene venduto in quel modo e se si vuole solo l'hardware non e' possibile. Microsoft dice che Vista e' rimborsabile di per se'. Ma, allora, perche' le condizioni di Microsoft non sono applicabili nel caso Hp? Puo' quest'ultimo aggiungere alle condizioni di Microsoft dei particolari che, di fatto, rendono queste inapplicabili -condizioni che sono tali anche per evitare che ci sia un monopolio di questo software sul mercato?forse per evitare che possa essere istallato un altro software tipo linux

LA RICHIESTA DI RIMBORSO - A seguito di cio', il 25 novembre 2005, abbiamo deciso di provare a scalare questa montagna, citando presso il Giudice di Pace di Firenze la Hewlett Packard, la quale ci aveva rifiutato il diritto al rimborso per un PC notebook con preinstallato Windows XP Home Edition. Dopo molteplici udienze e molta documentazione prodotta (che potete trovare seguendo i link qui a sinistra), il 18 ottobre 2007 abbiamo finalmente ottenuto quanto ritenevamo giusto.

LA SENTENZA - Con una sentenza limpida e lineare il Giudice di Pace di Firenze ha deciso di accogliere in toto le nostre pretese, riconoscendo assolutamente vincolante per il produttore di hardware la licenza del software in esso contenuta, benche' disconosciuta da quest'ultimo poiche' (a suo avviso) sarebbe stata predisposta unilateralmente dalla Microsoft. Il Giudice ha quindi detto: "non appare credibile che il testo delle condizioni del contratto (EULA) non sia stato conosciuto dalla HP essendo verosimile piuttosto che esso sia il frutto di accordi commerciali intercorsi tra le due societa' (HP e Microsoft). In ogni caso deve ritenersi da HP accettato e fatto proprio, nel momento stesso in cui lo ha installato sul suo hardware offrendo poi in vendita il prodotto finale"
Il Giudice si e' anche espresso sulle modalita' della restituzione del prodotto rifiutato e del relativo rimborso, dicendo che: "Le clausole contrattuali vanno eseguite secondo buona fede e percio' astenendosi da condotte vesatorie ed ostruzionistiche, come stabilisce l'art. 1375 cc."

da aduc

Dall'antitrast nasce un call center per il cittadino

 

 

istituito un numero verde a cui i cittadini possono rivolgersi per segnalare pubblicità o comportamenti scorretti su prestiti e finanziamenti, telefonia e altro

L'Antitrust lancia l'allarme contro le pubblicità di prestiti e finanziamenti, reticenti sui costi e ingannevoli sui tempi di finanziamento, e tanto più pericolosi perchè diretti a chi spesso già si trova in difficoltà. Per combattere questi e altri comportamenti scorretti e abusi commerciali l'Autorità ha attivato da oggi un call center - numero verde 800.166.661, dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 14 - al quale è possibile rivolgersi per segnalare in tempo reale tutti i casi dubbi, e consentire quindi un intervento più tempestivo.
I settori più a rischio-inganni, da maggio 2005 a settembre di quest'anno (vedi qui la tabella), sono ancora quello delle comunicazioni (3.318.000 euro di sanzioni per 96 violazioni), delle diete e dei finti prodotti farmaceutici (1.906.500 euro di sanzioni per 84 violazioni), del turismo, industria e servizi (2.183.500 euro di sanzioni per 149 violazioni), mentre nell'ultimo anno sono fortemente aumentati i casi che hanno coinvolto il settore del credito e delle finanziarie (47 violazioni in tutto, 28 nel solo 2007, per un totale di 787.400 euro di sanzioni). A settembre, poi, sono entrati in vigore due nuovi decreti che hanno reso ancora più stringenti i vincoli in materia di messaggi pubblicitari e pratiche commerciali scorrette.

da repubblica

PAPRIKA&CARRY,L'ULTIMA OPERAZIONE DEL NUCLEO SPECIALE FRODI TELEMATICHE



 

Si è trattata di un operazione lampo conclusa a tempo di record, soltanto un ora e 14 minuti, quella condotta dal GAT – Nucleo Speciale Frodi Telematiche della Guardia di Finanza, che grazie ad da un presidio online che va ben oltre i normali turni di servizio e da una qualità professionale suffragata da un non comune entusiasmo, è riuscito ad interrompere una nuova truffa perpetrata ai danni di cittadini italiani e eseguita sull’asse Italia-Romania.
La storia comincia con l’attivazione di 16 utenze cellulari intestate a soggetti inesistenti, a dispetto delle rigorose procedure di identificazione di chi è destinato a divenire titolare di un abbonamento o di una scheda prepagata.
L’organizzazione criminale si industria creando due società in grado di triangolare flussi di denaro che nelle originarie previsioni erano destinati ad avere cifre con parecchi zero: la prima “azienda” è in Italia, mentre l’altre si trova all’estero in Romania. Sfruttando un ingegnoso sistema di phishing e di keylogging rubano codici identificativi (account) e di accesso (password) di clienti di una banca online. L’utente – ingannato da un messaggio di posta elettronica e da un programmino ben camuffato e non sapendo di essere nella trappola dei cyber-ladri – digita le proprie credenziali convinto di trovarsi al proprio sportello telematico.Il computer del malcapitato non consente l’esecuzione delle operazioni bancarie desiderate e quando la vittima riesce finalmente ad accedere al proprio conto corrente è tardi: qualcuno sta operando al suo posto procedendo ad una misteriosa raffica di ricariche telefoniche di utenze mobili.
Una transazione elettronica ogni 53 secondi, tanto da far volatilizzare in un baleno i 25mila euro depositati dal risparmiatore: i soldi rubati dal conto corrente si dissolvono dinanzi agli occhi dell’esterrefatto legittimo titolare che – disperato per l’accaduto – si mette subito in contatto con il GAT Nucleo Speciale Frodi Telematiche.
Gli 007 cibernetici delle fiamme gialle – mettendo a frutto un know-how investigativo davvero non comune – rintracciano i cellulari “ricaricati” fraudolentemente e scoprono che questi vengono “svuotati” con chiamate a numeri 899 appartenenti a sedicenti aziende di servizi a valore aggiunto facenti capo sempre alla medesima banda.
Le ricariche su telefoni con utenti inesistenti servivano a far perdere le tracce delle somme rubate e gli introiti delle società riuscivano a far monetizzare le cifre sottratte: gli stratagemmi – apparentemente infallibili – non sono bastati perché nel piano criminale i banditi non avevano previsto di doversi misurare con i super-specialisti del GAT che a suo tempo erano già stati capaci di acciuffare gli hacker penetrati nei sistemi informatici del Pentagono.

Ulteriori informazioni: GAT – Guardia di Finanza

Fonte: Anti-Phishing Italia – www.anti-phishing.it

domenica 11 novembre 2007

NOVITA FINANZIARIA ,DALLA RAI AGLI SGRAVI PER AZIENDE.MA NOI?

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Niente più canone Rai per gli anziani a basso reddito con più di 75 anni. Il Senato ha approvato un emendamento bipartisan che cancella con la Finanziaria il canone televisivo per i pensionati che vivono con meno di un milione di vecchie lire, livello a cui furono adeguate le pensioni minime. Per le famiglie arriva poi lo sconto Irpef sull'abbonamento al trasporto locale, fino ad una spesa di 250 euro. Alla Camera, intanto, torna a 150 euro il "bonus incapienti". DA REPUBBLICA

Non per fare polemica giusto non fare pagare il canone ad un anziano ,ma sarei curioso di sapere quanti anziani vivono con un reddito 6750 euro all'anno da soli cioè senza moglie con una pensioni, anche civile senza  accompagnamento od invalidita o senza essere in casa con un familiare.Cosa costava non far pagare il canone (diciamo tassa sulla televisione)a chi ha piu di 75 anni e basta.Negli ultimi anni non si e fatto altro che sgravare le tasse alle aziende,come potete leggere piu avanti:(Ma da Palazzo Madama arriva soprattutto il via libera a importanti norme fiscali per le imprese. Per i lavoratori autonomi più piccoli ci sarà ora la possibilità di pagare le tasse versando un forfait del 20%, Iva compresa. Per le grandi società, a fronte di una riduzione delle agevolazioni, arriva un corposo taglio alle aliquote Ires e Irap: la prima lascia sul terreno cinque punti e mezzo, scendendo dal 33 al 27,5%; la seconda aggiunge un taglio, del quale beneficiano anche gli imprenditori più piccoli, di altri 0,35 punti percentuali, calando dal 4,25 al 3,9%.da repubblica) giustamente  se questi tagli servono  alle aziende che investono e  danno lavoro, ma per  noi cosa hanno pensato,il rimborso per il pulman?ici che forse verra levata ,ma poi i comuni possono aumentare le addizionali.iI ticket sulla sanita,ma poi le regioni possono decidere se applicarno ho no con una legge regionale.I vari decreti,sui benzinai,mutui ,farmacie ecc...che poi si risolvono nel nulla dove ci va sempre di mezzo il cittadino .

aduc

sabato 10 novembre 2007

La portabilita mutui che non c'è

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Governo in campo sulla portabilita dei mutui,il ministro bersani ha convocato per lunedi un incontro con l'abi, il consiglio nazionale dei consumatori e  il Consiglio nazionale del notariato.Infatti in questo periodo come denuncia anche adsbef abbiamo visto non applicato il decretto legge dove non si impone nessuna  spesa,oneri è costi,per chi vuole ricontrattare il suo mutuo.

tratto da adusbef

"Il presidente dell’Abi Corrado Faissola, tirando ancora una volta l’acqua al mulino delle banche, non può rilasciare dichiarazioni offensive, sia per 3,2 milioni di mutuatari a tassi indicizzati, che non riescono più a sostenere l’eccessiva onerosità delle rate e rischiano di mandare la casa all’asta,che per il Governo ed il Parlamento, che hanno promulgato la legge Bersani sulla portabilità dei mutui, quando afferma che: "l'interpretazione di norme di legge emanate con forte improvvisazione, come è già capitato in altre situazioni, rendano meno facile l'applicazione immediata delle norme stesse".
La legge Bersani sulla portabilità dei mutui (così come il decreto sulla simmetria dei tassi di interesse,in vigore dal 4 luglio 2006), è chiara,semplice e di immediata applicazione in un mercato bancario corretto e concorrenziale, che impone alle banche il trasferimento di un mutuo da una banca all’altra, senza alcun onere per i consumatori.
Se invece di imporre 700 euro di spese di istruttoria,800 di perizia, ed obblighi di annotazioni notarili per lucrare anche questa volta sulla pelle dei consumatori,le signore banche venissero incontro alle esigenze dei loro clienti,a prescindere da una legge chiara che impone la portabilità senza alcun onere, non ci sarebbe bisogno di notai e di spese di perizie,perché basterebbe annotare sull’atto originario del mutuo da trasferire alla conservatoria,la variazione di un atto,mediante una scrittura privata tra le due parti,autenticata da funzionari di banca con potere di firma.
E se invece di denunciare complotti inesistenti e/o poco credibili trame contro le banche che hanno appioppato fior di derivati,i signori banchieri cominciassero ad applicare l’art.10 del decreto Bersani sulla simmetria dei tassi, che impone loro di adeguare i tassi sui depositi e sui libretti di risparmio quando la BCE aumenta il costo del denaro, immediatamente applicati su mutui,fidi e prestiti, dovrebbero sì rinunciare ad una piccola parte, meno di un terzo, dei 16 miliardi di euro di utili conseguiti nell’ultimo anno, ma riuscirebbero a ricostruire pian piano quella fiducia traditala istituti di credito vessatori e gestiti disinvoltamente da una casta intoccabile di banchieri, ancor più invisi ed odiati della casta politica".

ADOC :CONSUMI ,SPESE IN SALDO ,DURATA VACANZE USCITE AL RISTORANTE .TUTTO IN CALO PER IL RINCARO DEI PREZZI

 

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Secondo i dati di Confcommercio, a settembre sono in frenata i consumi di tutti i beni e servizi. Per l’Adoc la causa è nell’aumento dei prezzi, a volte incontrollato e speculativo, e del crescente indebitamento delle famiglie.previsti aumenti taxi ,trasporti ,carburante con tutto cio che comporta

“Sono continue prove di recessione – commenta il Presidente dell’Adoc Carlo Pileri – I rincari dei beni, in primis quelli alimentari e l’aumento dell’indebitamento delle famiglie stanno portando ad una preoccupante recessione. E’ un tema che, purtroppo, stiamo sottolineando da tempo e che va affrontato con emergenza”.

Secondo l’Adoc vi sono prove tangibili della frenata dei consumi.

“Registriamo un calo delle vendite a saldo – continua Pileri – un calo del 20% degli avventori nei ristoranti, un progressivo accorciamento della durata delle vacanze. Sono tutti segnali di un sistema in crisi. Perciò reiteriamo la richiesta di un incontro con Governo e parti sociali e imprenditoriali per un rilancio dei consumi e un contenimento dell’indebitamento delle famiglie, che coinvolge non solo le famiglie “ricche”, come sostenuto dall’Abi. Urge evitare un peggioramento della situazione”.

venerdì 9 novembre 2007

Tagli Polizia Stradale,Stanno per essere chiusi 43 distaccamenti della Polizia Stradale"ma non doveva essere potenziata la sicurezza"

Sorpresa: il tanto sbandierato potenziamento dei controlli su strada, elemento cardine del nuovo Dl sulla sicurezza stradale, è una bufala. Almeno per ora: stanno per essere chiusi 43 distaccamenti della Polizia stradale (in totale sono 200) e per 15 la decisione è già stata presa. Manca solo di conoscere i nomi delle zone interessare ma oggi, in giornata, sapremo quali di questi importanti presidi saranno cancellati.
Il "distaccamento" è un ufficio periferico molto importante per gli interventi su strada, ma al Ministero dell'interno sostengono che la scelta è inevitabile per razionalizzare le energie e accorpare i reparti. In realtà si tratta di un forte ridimensionamento dell'operatività degli agenti perché nel cosiddetto "accorpamento" dovrà essere accontentato il personale. In pratica solo alcuni agenti verranno riposizionati su altri reparti della Stradale: chi andrà nel Commissariato della stessa cittadina, chi nella più vicina Questura e nessun automobilista rivedrà mai più sulla strada questi agenti.

In più questa decisione va incidere su una situazione già al limite. Di questi 200 distaccamenti infatti circa la metà sono già stati chiusi dalle 20 alle 8 del mattino. Senza dimenticare poi i problemi di organico della Polizia Stradale stessa: un decreto Ministeriale del 1989 lo fissava in 13.500 fra funzionari e agenti. Ma ancora oggi sono circa 12.500 mila.
Da qui numeri impressionanti sulla mancanza di controlli: nel 1960 in Italia - quando circolavano meno di due milioni di auto c'erano 8.321 uomini in forza alla stradale, che effettuavano 545.424 pattuglie in un anno. Oggi, con 33.500.000 macchine in giro la stradale ha pochi uomini in più, ma riesce a mettere in piedi solo 513.016 pattuglie di cui 226.359 in autostrada (44%). Ecco il motivo per cui i 6.400 km di autostrade e gli oltre 30.000 km di statali e strade principali sono praticamente sguarnite da controlli di ogni tipo.
Certo, è vero che non esiste solo la Polizia Stradale e che tutte le polizie dello stato e tutte le polizie locali svolgono spesso controlli sul campo in favore della sicurezza stradale. Ma più che un vantaggio questo finisce per essere un altro problema perché ancora oggi manca un reale coordinamento delle pattuglie dislocate sulle varie tipologie di strade: manca una sala operativa comune e spesso ci sono sovrapposizioni su alcune strade e totali vuoti di vigilanza in altre.
Durissima la presa di posizione dell'Asaps, associazione amici della polizia stradale: "Si vanno a chiudere - spiega il presidente Giordano Biserni - dei distaccamenti che, notoriamente, hanno competenze proprio sulle statali e provinciali, vale a dire il segmento a più alto tasso di sinistrosità ,la media in Italia infatti è di 2,4 incidenti mortali ogni 100 rilevati. Sulle statali e provinciali questa media tocca quota 6,3%.
La storia - continua Biserni - ci ha insegnato che quando si chiude un reparto, solo nella fase iniziale scatta la copertura con quello più vicino, poi col tempo le divise col Sagittario Alato su quelle statali e provinciali spariranno. Così aumenteranno solo le lenzuola bianche stese sull'asfalto".
Stesso tono anche per Carmelo Lentino, portavoce della campagna nazionale BastaUnAttimo sulla sicurezza stradale e contro le stragi del sabato sera: " La chiusura di ben 43 distaccamenti della polizia stradale e quindi l'inevitabile diminuzione degli agenti di controllo sulle strade, è un passo falso che il Governo non può permettersi. Il decreto legge parlava chiaro ed ora non possiamo, per razionalizzare colpire quei settori che servono per contrastare un problema grave e di tutto il Paese"
"Non è possibile - prosegue Lentino - usare prima lo sbandierato potenziamento dei controlli su strada e poi arrivare a decisioni tali che mettono sicuramente a repentaglio quello che di buono è stato fatto fino ad oggi".
Il coro delle proteste sembra infinito: una decisione che dimostra concretamente come il Governo ancora una volta non mantenga gli impegni assicurati - spiega Paolo Uggè, Presidente FAI (Federazione Autotrasportatori Italiani)questa decisione porterebbe, a causa dell'assenza delle Forze dell'Ordine, ad una maggiore perdita di controlli sul territorio. La sicurezza stradale è di fondamentale importanza per il settore dell'autotrasporto, ci siamo da sempre battuti per ottenere un aumento dei controlli per accertare le infrazioni e contenere gli incidenti stradali.”
Nel frattempo, mentre impazza la polemica sul tema dei controlli, proprio ieri il Ministro dei Trasporti ha anticipato il nuovo piano generale della mobilità che sarà presentato entro la fine del 2008. Un piano che punta all'integrazione tra reti nazionali, tra le diverse modalità di trasporto e tra livelli di mobilità. Una singolare coincidenza temporale...

da repubblica