Si è trattata di un operazione lampo conclusa a tempo di record, soltanto un ora e 14 minuti, quella condotta dal GAT – Nucleo Speciale Frodi Telematiche della Guardia di Finanza, che grazie ad da un presidio online che va ben oltre i normali turni di servizio e da una qualità professionale suffragata da un non comune entusiasmo, è riuscito ad interrompere una nuova truffa perpetrata ai danni di cittadini italiani e eseguita sull’asse Italia-Romania.
La storia comincia con l’attivazione di 16 utenze cellulari intestate a soggetti inesistenti, a dispetto delle rigorose procedure di identificazione di chi è destinato a divenire titolare di un abbonamento o di una scheda prepagata.
L’organizzazione criminale si industria creando due società in grado di triangolare flussi di denaro che nelle originarie previsioni erano destinati ad avere cifre con parecchi zero: la prima “azienda” è in Italia, mentre l’altre si trova all’estero in Romania. Sfruttando un ingegnoso sistema di phishing e di keylogging rubano codici identificativi (account) e di accesso (password) di clienti di una banca online. L’utente – ingannato da un messaggio di posta elettronica e da un programmino ben camuffato e non sapendo di essere nella trappola dei cyber-ladri – digita le proprie credenziali convinto di trovarsi al proprio sportello telematico.Il computer del malcapitato non consente l’esecuzione delle operazioni bancarie desiderate e quando la vittima riesce finalmente ad accedere al proprio conto corrente è tardi: qualcuno sta operando al suo posto procedendo ad una misteriosa raffica di ricariche telefoniche di utenze mobili.
Una transazione elettronica ogni 53 secondi, tanto da far volatilizzare in un baleno i 25mila euro depositati dal risparmiatore: i soldi rubati dal conto corrente si dissolvono dinanzi agli occhi dell’esterrefatto legittimo titolare che – disperato per l’accaduto – si mette subito in contatto con il GAT Nucleo Speciale Frodi Telematiche.
Gli 007 cibernetici delle fiamme gialle – mettendo a frutto un know-how investigativo davvero non comune – rintracciano i cellulari “ricaricati” fraudolentemente e scoprono che questi vengono “svuotati” con chiamate a numeri 899 appartenenti a sedicenti aziende di servizi a valore aggiunto facenti capo sempre alla medesima banda.
Le ricariche su telefoni con utenti inesistenti servivano a far perdere le tracce delle somme rubate e gli introiti delle società riuscivano a far monetizzare le cifre sottratte: gli stratagemmi – apparentemente infallibili – non sono bastati perché nel piano criminale i banditi non avevano previsto di doversi misurare con i super-specialisti del GAT che a suo tempo erano già stati capaci di acciuffare gli hacker penetrati nei sistemi informatici del Pentagono.
Ulteriori informazioni: GAT – Guardia di Finanza
Fonte: Anti-Phishing Italia – www.anti-phishing.it
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